Ultime notizie ambiente e salute: l'auto elettrica, gli italiani dicono sì - Oltre il 70% degli automobilisti italiani sarebbe disponibile a comperare un’auto elettrica. Uno su dieci la comprerebbe di sicuro se fosse in commercio. Il 54% chiede buona autonomia di km e più punti di ricarica, il 45% vorrebbe incentivi pubblici e il 40% vorrebbe che le elettriche costassero come le auto in commercio.
Lo rileva una ricerca effettuata da SWG per conto di FederUtility, la federazione che riunisce le aziende locali dell’acqua del gas e dell’energia.

Proprio per la rete dell’energia nei Comuni – specialmente nelle grandi città, dove la mobilità e l’inquinamento possono rappresentare un serio problema - le aziende di servizi pubblici locali avranno un ruolo fondamentale nella realizzazione delle infrastrutture, nella diffusione delle “colonnine” di ricarica, in ogni luogo pubblico e privato È per questo che in occasione del Festival dell’Energia, la federazione delle ex-municipalizzate ha riunito la prima volta tutti i soggetti interessati alla mobilità eco-sostenibile, dalla tecnologia alla normativa, in un convegno presso il Castello Carlo V di Lecce.

In Italia le auto elettriche sono già una realtà nei Comuni di Milano e Brescia (grazie al progetto condotto da A2A e Renault e a Roma e Pisa, dove i Comuni hanno siglato accordi con Enel), ma i 5 milioni e 266 mila abitanti serviti in 457 Comuni dalle aziende associate a FederUtility sono il più probabile mercato di prova dei veicoli ad impatto zero, visto che tra i Comuni serviti da aziende locali dell’energia ci sono Torino, Genova, Venezia, Roma, Bologna, Firenze e altre città in cui la mobilità sostenibile sarebbe fondamentale.
Una seconda ricerca, su tutte le utilities , presentata da INTELLI-GO durante il convegno, dimostra che sia i Comuni che le aziende guardano ancora con timore l’entrata nel mercato dell’auto elettrica, ma in realtà le grandi compagnie multinazionali dell’energia, sono già avanti con i loro progetti, avendo percepito il desiderio della popolazione in materia di minore spese in carburante e in tutela dell’ambiente.

Che il mercato sia maturo e già incentivato in moltissimi paesi, lo hanno testimoniato i dati presentati da CEI –Cives, che hanno confrontato l’Italia ed il resto del mondo su questo tema. Negli USA sono previsti 1 milione di veicoli entro il 2015, 11mila punti di ricarica entro il 2011 e incentivi all’acquisto di veicoli, fino a 11 mila dollari.
La Cina prevede 500mila veicoli entro il 2011 e 8milioni entro il 2025, con incentivi fino a 6mila euro. La Corea punta a coprire il 10% del mercato mondiale. Ma senza varcare gli oceani, in Europa l’auto elettrica è un obiettivo vicino per molti Paesi. Londra avrà 25mila punti di ricarica entro il 2015 e la Gran Bretagna ha stanziato 260 milioni di euro puntando a 400 mila nuovi posti di lavoro. La Francia punta a 2 milioni di veicoli
elettrici o ibridi, 25 mila punti di ricarica pubblici entro il 2020 e con un piano incentivi che copre fino a 6mila euro per l’acquisto di veicoli da parte di privati. La Germania mira a 5 milioni di veicoli nei prossimi 20 anni, con il primo milione entro il 2020. La Spagna ha previsto un piano incentivi che copre fino a 6mila euro per avere 70mila veicoli
entro due anni.

Insomma, sulla base degli incentivi varati, delle notizie diffuse dalle istituzioni e dagli operatori, sono stimati 8 milioni di veicoli elettrici e ibridi-ricaricabili entro il 2020, con molti miliardi di euro di incentivi.
Per l’Italia, visto che le tecnologie consentirebbero di partire sin da ora, servono - secondo Cives – la collaborazione delle aziende locali dell’energia, le scelte degli enti locali e la legislazione. Tradotto in azioni, per far circolare le auto elettriche servono incentivi di natura fiscale, regolazione della mobilità da parte dei Comuni e diffusione delle reti di ricarica ad opere delle aziende dell’energia.

Le case automobilistiche e le aziende dell’energia sono pronte. L’Autorità per l’Energia Elettrica ed il Gas ha già deliberato le caratteristiche da rispettare per realizzare tecnicamente le infrastrutture di ricarica dei veicoli elettrici presso i box ed i garage delle nostre case.
In Europa, secondo quanto dichiara la Commissione UE, entro il 2030 il parco automobilistico globale dovrebbe passare da 800 milioni a 1,6 miliardi di veicoli per arrivare poi entro il 2050 a 2,5 miliardi di veicoli.
Il vicepresidente della Commissione europea Antonio Tajani ha recentemente invitato a “passare ad un orientamento a medio termine che rafforzi la competitività dell'industria automobilistica europea relazionandola con le tecnologie pulite” invitando gli Stati Membri a “porre in atto standard comuni per le automobili elettriche di modo che esse
possano essere ricaricate ovunque nell'UE."

Saranno adesso le linee guida Europee (attese per fine settembre) e quelle del nostro Paese a stabilire quali modalità e tariffe saranno applicate per “fare il pieno di elettricità” alle nostre macchine.
L’on. Agostino Ghiglia - Commissione Ambiente Territorio Lavori pubblici, primo firmatario della mozione sulle infrastrutture di ricarica - annuncia che entro la prossima settimana presenterà un progetto di legge articolato: “con precise direttrici per l'infrastrutturazione nazionale e con un piano di incentivi. Non e' in discussione il 'se', ma solo il 'quanto'. Sosteniamo – ha precisato - solo l'auto elettrica e non tutti gli altri motori alternativi, per non disperdere i fondi in mille rivoli. Gli altri, come il gas, hanno già avuto sostegno. Spero che l'Italia decida di dedicarsi di più al settore invece che affidare agli Stati Uniti l'intera partita”.

Roberto Malaman, Dg dell’Autorità per l’Energia Elettrica e Gas, dichiara che “non e' uno scherzo. E' un progetto serio sul quale le industrie hanno impegnato denaro e le istituzioni stanno legiferando. Non tutti i cittadini sanno che oggi, a differenza di un mese fa, grazie ad una delibera dell'Autorità, è possibile far costruire nel proprio garage o nel
posto di lavoro, una utenza a parte dedicata alla ricarica dell'auto”.
Per Adolfo Spaziani, Dg di Federutility “oggi c’è una maggiore consapevolezza dell’importanza delle auto elettriche per l’ambiente e per la mobilità. Per sfruttarne le potenzialità bisogna fare sistema tra enti locali, aziende dell’energia, case automobilistiche. Dobbiamo concentrarci – conclude - sulla standardizzazione tecnica e sull’impatto sulla rete elettrica nazionale, per essere pronti a quando si passerà da progetti pilota ad una diffusone di massa”.

Mauro Tedeschini, direttore di Quattroruote segue attentamente lo sviluppo dell'auto elettrica: “Sbaglia chi pensa che l'auto elettrica sia più simile ad una lavatrice che ad una Ferrari. L'auto elettrica sta alle altre come l'omeopatia sta alla medicina tradizionale. Esiste ed ha un crescente numero di sostenitori ed e' decisamente in espansione” Sulla sostenibilità del modello economico Marco Martina, partner Deloitte Consulting, ha dichiarato: “L’utilizzo dell’auto elettrica può essere, per le aziende energetiche, un modo di migliorare i rapporti con i propri clienti, offrendo magari un servizio per la mobilità sostenibile in aggiunta ai normali servizi energetici. Se a questo aggiungiamo delle tariffe agevolate si può anche avere un effetto volano per la diffusione dei mezzi elettrici”.

- Uno Notizie Italia - ultime news Lecce -

Commenti

Be tedeschini non poteva trovare un paragone piu infelice l´ omeopatia è ampiamente dimostrato che è inefficace... se voleva dimostrare che le auto elettriche nn servono a nulla ci è riuscito in pieno (di benzina)
commento inviato il 22/05/2010 alle 6:47 da davide  
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