Ultime notizie Tuscia - Il Consiglio provinciale aperto dell’ 11 giugno 2010, convocato con all’ordine del giorno il punto importante relativo allo stato di salute delle acque del lago di Vico si è concluso con un documento unitario votato all'unanimità.

Anche il Consiglio comunale di Ronciglione il 13 maggio 2010 ha approvato all’unanimità due documenti, dividendo i problemi relativi all’alga rossa e ai metalli pesanti da quello della richiesta di bonifica del centro NBC.  
Come comitato per l’acqua potabile salutiamo positivamente tali documenti che impegnano le amministrazioni per la soluzione dei problemi gravi e reali e riconosciuti da tutti all’unanimità.

Il dibattito è stato molto partecipato ed il presidente del consiglio provinciale ha permesso di prendere la parola a tutti, ai  rappresentanti delle associazioni culturali, ambientaliste, dei consumatori e dell’Università della Tuscia.
Differenza di stile si dirà tra chi nasconde la realtà sotto la sabbia bagnata dall’alga rossa e non permette nemmeno la registrazione degli interventi dei consiglieri comunali e chi invece vuole ascoltare tutte le campane, con un consiglio provinciale aperto  a tutti i cittadini e soprattutto agli interventi dei cittadini.
Ma a parte questa piccola osservazione, se si vuole cavillosa, ma che evidenzia comportamenti lesivi dei diritti dei cittadini alla partecipazione garantita dalla Costituzione della Repubblica italiana e quindi sicuramente arroganti e abusanti del potere, la differenza di stile consiste nel volere la chiarezza di informazione verso i cittadini che il consiglio provinciale all’unanimità ha deciso.

Il presidente della provincia Marcello Meroi nel suo intervento conclusivo ha detto che non vanno accentuati allarmismi, ma va fatta una corretta informazione dei cittadini.
Ed è questa la cosa che come comitato da tempo chiediamo e ci aspettiamo: la corretta informazione dei cittadini sulla qualità dell’acqua che gli acquedotti forniscono, che deve essere potabile e basta, non contenente, cioè, micro cistine cancerogene o metalli pesanti.
Gli interventi della dr.ssa Antonella Litta della ISDE, del prof. Giuseppe Nascetti, pro rettore dell’Università della Tuscia, hanno ben evidenziato la reale questione dal punto di vista scientifico sanitario ed hanno nuovamente proposto soluzioni.
Il portavoce del Comitato acqua potabile, ha sottolineato il tempo trascorso da quando l’allora medico provinciale dott. Corda, nel 1977, affermava che l’acqua del lago non poteva così com’era, e per il suo inevitabile progressivo inquinamento, essere distribuita per potabile. Se fosse stato ascoltato forse non si sarebbe giunti alla situazione attuale, che tutti conoscono e che  è evidenziata dall’alga rossa mostrata in una bottiglia al Consiglio.

L’ing. Daniele dell’ATO1 ha parlato dello studio per l’approvvigionamento idrico che alla Regione Lazio si sta facendo nella ricerca di una alimentazione esterna al bacino di Vico. Lo studio prevede un’allaccio dal Peschiera e la distribuzione di acqua potabile in tutto il viterbese.
Quindi da più parti ai livelli istituzionali più alti dei Comuni, c’è la consapevolezza che non è più possibile continuare ad avvelenare la popolazione e si stanno cercando soluzioni definitive.    

Non si riesce a capire perché solo i Sindaci si attardano a capire la gravità della situazione e parlano di analisi dove l’acqua è potabile. Per fortuna non sono più tanto ascoltati, perché se fossero state prese per buone le loro affermazioni, in realtà contraddittorie, non si sarebbero capiti i motivi per cui si stava discutendo il problema del risanamento dell’ambiente e dell’acqua potabile in consiglio provinciale.
Il consiglio provinciale però ha fatto chiarezza, con il suo documento finale, che in larga parte riportiamo in allegato, augurandoci che le azioni in questo indicate vengano perseguite realmente.

Comitato acqua potabile
Raimondo Chiricozzi






DOCUMENTO APPROVATO DAL CONSIGLIO PROVINCIALE APERTO DELL’11 GIUGNO 2010

Il consiglio provinciale ha deliberato all'unanimità
L'urgente convocazione del tavolo tecnico per l'"Attività di contrasto al degrado della qualità delle acque del lago di Vico", istituito congiuntamente alla Commissione Ambiente della Amministrazione Provinciale ed agli organi dell'Ato, per procedere alla riunificazione dei vari tavoli tecnici in un unico organismo, da convocarsi a scadenza periodica presso la sede della Riserva Naturale del Lago di Vico (evitando così sovrapposizioni e concentrando le attenzioni in unica sede, con l'intervento di tutti gli enti locali interessati, di Arpa, Asl, Ato, Talete ed Università della Tuscia). Tusciaweb
- di fissare periodiche comunicazioni, con cadenza minima annuale, all'Amministrazione Provinciale e favorire incontri in assemblee aperte tra la popolazione, sullo stato delle acque e sulle risultanze del tavolo tecnico;
- di creare un sistema di comunicazione-informazione fra tutti gli enti interessati con conseguente concertazione delle varie azioni volte a mitigare il processo di eutrofizzazione del Lago di Vico(limitazioni, controlli, prescrizioni sulle buone ed idonee pratiche agricole);
- di intraprendere azioni concrete per la ricostituzione di una "zona cuscinetto" tra le acque e le coltivazioni, al fine di incrementare la vegetazione naturale così in grado di assorbire i composti azotati, provvedendo inoltre ad incentivare la riduzione ed il controllo delle specie faunistiche(cinghiali e nutrie) che da anni stanno distruggendo di fatto i canneti ed i giuncheti;
- di sottoscrivere idonea convenzione con l'Istituto Superiore di Sanità e/o altri Enti pubblici competenti per il monitoraggio costante delle acque destinate al consumo umano per la ricerca di microcistine rilasciate dall'alga "plankthotrix rubescens" (sul modello attuato dalla Regione Puglia) e altre sostanze organiche ed inorganiche con potenziale tossicità, estendendo se necessario il monitoraggio al suolo;
- di richiedere un incontro tra i rappresentati della Provincia di Viterbo, delle Amministrazioni Comunali di Caprarola e Ronciglione , i Ministeri della Salute e dell'Ambiente;
- di impegnare l'Amministrazione Provinciale ad intervenire presso la Regione Lazio e l'Unione Europea per sostenere uno specifico progetto volto a migliorare le tecniche di coltivazione attuate su detto territorio, al fine di ridurre l'apporto di nutrienti all'interno del bacino lacuale;
 - di impegnare Provincia e Regione a potenziare i sistemi di potabilizzazione necessari, e sostenerne i costi, delle acque destinate al consumo umano.



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