Sorvoliamo su questa seduta come pure sul convegno di qualche mese addietro avvenuto presso il Pianeta Benessere e promosso dalla associazione FederTerme. Da tutti questi incontri per chi vi abbia semplicemente presenziato da spettatore ha potuto percepire come le finalità vadano sempre nella stessa direzione ovvero quella di mantenere e perpetuare una “posizione di predominio” in fatto di “sfruttamento” delle acque termali del viterbese. Il termine “sfruttamento” fu pronunciato inavvertitamente in quel convegno da un manager di una impresa termale e che poi subito si corresse dicendo che il termine appropriato da usarsi, era appunto non “sfruttamento” ma quello di “utilizzazione” delle acque calde. Ma molti ci risero sopra e capirono la vera portata di quel lapsus freudiano cogliendone uno squarcio di verità!
Ma torniamo nuovamente alla seduta consiliare ed a quello che dissero i due consiglieri della minoranza Alvaro Ricci e l’avv. Mezzetti. L’intervento di quest’ultimo ha suscitato molto clamore nei presenti con la sua affermazione che le terme di Chianciano, assai note anche in Europa, utilizzano una sorgente con una portata di appena 14 l. al secondo mentre le sorgenti viterbesi hanno una potenzialità intorno ai 90 l. al secondo.
Poi il prof. Pagano
asseriva come ai tempi di oggi vi sia una tendenza, per gli utenti
termali, divenuti più esigenti, a voler piscine più spaziose e di
conseguenza la richiesta di acqua calda si è fortemente
accresciuta. E’, questa affermazione, un punto cruciale, opinabile
in ogni caso, che comprometterebbe l’allargamento a nuovi complessi
termali in questa nostra area di Viterbo. Ogni complesso termale
dovrebbe avere secondo questa tesi un fiume o un lago tutto per sé.
Noi frequentatori delle pozze Carletti e del Bullicame ne dubitiamo molto di questa sopravvenuta esigenza nel tempo. Tale tesi potrebbe interpretarsi come una sorta di scappatoia per avvantaggiare una situazione di duopolio esistente ed offrire nel contempo un ancora di salvataggio a giustificazione di quel Pozzo in “nero” che è sotto le mire dalla magistratura. E dai vènti che spirano e dalle non casuali parole del sindaco Marini si può avere una chiave di lettura che produce disillusione per tutti quelli che vedono con altre prospettive le potenzialità di sfruttamento del bacino acquifero. Infatti quel pensiero del sindaco in cui il medesimo si magnificava della sua amministrazione che deve essere orgogliosa per la presenza dei complessi termali esistenti in quanto danno concretamente una notevole occupazione…a noi persone ordinarie ha fatto molto pensare.
Chi sa mai se durante quella seduta consiliare il signor Sindaco abbia, per un attimo almeno, ripensato alla barbina figura fatta dalla città di Viterbo allorché, qualche tempo addietro, gli operatori “Rai” vennero per un servizio sul Bulicame e dovettero ripartire delusi di fronte alla “Callara” completamente a secco!
L’acqua era completamente sparita, ma non era un episodio casuale; per tutta l’estate i bagnanti hanno molto spesso imprecato contro gli “invisibili dei” che facevano trovare le vasche asciutte! Quando si manca di rispetto nei confronti della gente con fatti del genere si commette un imperdonabile affronto. Si compie una forma di vera violenza!
Francamente ci saremmo aspettati molto di diverso dalle parole di un sindaco che milita in un partito che inneggia alla “ libertà”. La parola “Libertà” è di un valore unico ed immenso e dovrebbe ispirare per davvero le scelte di ogni amministrazione verso il bene comune e nell’interesse unico e solo della cittadinanza. Libertà di fare scelte amministrative in modo trasparente e cristallino si deve coniugare con la libertà dei i cittadini di vedere il patrimonio pubblico non soggetto a “vassallaggi” di sorta come sta accadendo nei fatti per la risorsa delle acque termali. Dovere di un amministratore avveduto ed aperto è quello di rimuovere ostacoli alla libera iniziativa di intrapresa, pubblica o privata che fosse. La libertà d’intrapresa va incoraggiata e non ostacolata da impedimenti di sorta. Occorrono segnali decisamente forti e coerenti per eliminare annose barriere se si vogliono sfruttare appieno le ricchezze naturali delle acque calde nel rispetto dell’ambiente. Favorire il monopolio o posizioni oligarchiche non crea prosperità. La prosperità non va difesa a vantaggio di pochi ma va diffusa e allargata nella società: porta molti altri posti aggiuntivi di lavoro. Erigere dighe a difesa dello status quo e di interessi precostituiti è un modo delittuoso in senso economico. Le barriere che hanno fatto da “tappo allo sviluppo economico del viterbese ” a detta dell’avvocato Mezzetti nel settore del termalismo vanno rimosse una volta per tutte.
Le ex-Terme Inps vanno recuperate appieno ed affidate ad un soggetto economico nuovo per rompere definitivamente una situazione ingabbiata da un predominio conservatore.
Avvalersi di tecnici può essere utile ma il loro punto di vista non può soverchiare su mille altre considerazioni di varia natura. In certe circostanze “voler forzare la realtà dei fatti adagiandosi sul solo parere dei tecnici” è come voler gettare alla gente polvere negli occhi. Si tratta pur sempre di visioni di “parte” che non sgombrano le molte ombre che da tempo perdurano sul “termalismo” viterbese! “Più gli errori della politica appaiono vistosi e più fortemente la stessa politica li nega”! C’è questo vizio atavico nell’abecedario del politico. Per molte menti e per noi uomini della strada vale quel detto riportato nella stele di un grande Mausoleo: “ Ognuno crede… come vuole”! E’ bellissimo e lo facciamo nostro perché profuma di “Libertà”, fa parte di un credo che chiunque può sposare! Nel giornale “L’Opinione” si riporta un titolo intelligente e molto significativo: Terme di Viterbo - Patrimonio di Tutti”. Poi nella parte finale vi è scritto… in quell’area, di acqua ne esiste “Una disponibilità per fare otto Chianciano e mezza”. Chianciano è un paese di provincia ed è un centro conosciuto nell’intera Europa. Viterbo capoluogo di provincia è un centro del tutto misconosciuto per l’Europa tutta! Ma la differenza di fondo tra Viterbo e Chianciano non sta tanto nell’ acqua ma, per nostra sfortuna, sta nelle menti che ne guidano le sorti!
Voci dal Bullicame
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