OSPEDALE ACQUAPENDENTE / lettera aperta del sindaco Bambini su azzeramento ospedale Acquapendente. Ultime notizie Tuscia - Prendo spunto dall’ultimo, ma purtroppo ennesimo colpo inflitto all’Alta Tuscia e cioè l’azzeramento di fatto dell’Ospedale di Acquapendente, come previsto nella bozza dell’Atto Aziendale presentato dalla AUSL di Viterbo, per scrivere a Voi che con ruoli e responsabilità diverse disponete della programmazione, della pianificazione e delle scelte di Regione e Provincia, o per scrivere a chi da questo territorio è stato eletto in Parlamento e perlomeno ne dovrebbe accogliere le istanze.

Vi scrivo da semplice Sindaco di paese, talmente semplice da pensare che il diritto alla salute sancito dalla Costituzione valga anche per i cittadini che abitano in questa parte della provincia, e che chi fa programmazione e amministra dovrebbe partire, soprattutto in un momento come questo, dal sostenere i territori più deboli e marginali.

Voglio farvi soltanto un breve cenno della vicenda dell’Ospedale, perché ci saranno altri luoghi e interlocutori per affrontarla compiutamente, anche se con tempi ormai ristrettissimi.
L’Atto Aziendale predisposto peggiora se possibile ciò che il decreto Polverini prevedeva per l’Ospedale di Acquapendente; viene cambiata anche la denominazione (con tutto ciò che ne segue) passando da Ospedale Distrettuale a Presidio Territoriale di Prossimità, non tiene minimamente conto della strategicità della posizione (Ospedale di Frontiera) della posizione orografica (Ospedale Montano) della distanza da Belcolle oltre 60 km  e da altri ospedali, non tiene inoltre minimamente in considerazione le proposte fatte dall’Amministrazione e dal Comitato Pro Ospedale, e riduce così la struttura aquesiana ad un padiglione del padiglione di Montefiascone. Credo che questo sia inaccettabile, soprattutto perché in questo Atto Aziendale non si intravede il minimo sforzo di riorganizzazione della struttura Ospedaliera in funzione dei bisogni del territorio, ma soltanto uno smantellamento per coprire, con la famosa coperta corta, altre situazioni.

Lo spunto dell’Ospedale serve però a fare una considerazione che più volte è stata fatta, e che qui provo per l’ultima volta a rifare, sperando che da parte Vostra ci sia un impegno serio, che il ruolo che ricoprite richiede: non se ne può più dell’assenza di attenzione, in tutte le scelte fatte, verso quella che chiamiamo Alta Tuscia, ma che forse dovremmo chiamare Terra di nessuno.
La misura è colma, non è più accettabile vedere smantellato gradualmente ogni giorno il territorio e i cittadini di servizi, risorse e speranze.
Manca completamente un progetto, una visione che vada oltre l’oggi, che valorizzi la grande ricchezza culturale e ambientale, ma anche l’artigianato e il commercio che ancora faticosamente resistono, ancorati e innamorati al territorio.

Chiedo agli Amministratori, che come me hanno il compito ma anche l’onore di amministrare le comunità locali, di non rassegnarsi a questa subalternità, di fare squadra al di là delle appartenenze politiche, consapevoli che nell’epoca della globalizzazione non è certo dentro i piccoli confini dei propri comuni che si vincono, o per lo meno si giocano, le sfide che permetteranno a noi e alle prossime generazioni di affrontare il futuro con qualche certezza in più.
Bisogna ragionare perlomeno in termini di territorio, valutando le ricadute che le singole scelte hanno su di esso, e vedere queste scelte e le loro ricadute nell’insieme. Nel caso concreto l’azzeramento dell’Ospedale di Acquapendente, infatti, oltre che provocare il venir meno di una risposta sanitaria dà un colpo anche all’economia, non sottovalutando che la presenza di un Ospedale era anche una delle ragioni per cui ancora le persone decidevano di vivere e di venire a vivere da noi.

Questo malessere e questo disagio si avvertono sempre di più anche tra i cittadini. Tutte le iniziative fatte cercavano di segnalarlo, non ultima anche la mia provocatoria ordinanza “Vietato ammalarsi” aveva il duplice scopo di segnalare cittadini di serie “c” e anche l’impotenza di chi amministra e subisce le decisioni senza possibilità di influire su queste.
Onorevole Presidente della Regione Lazio, Onorevole Presidente della Provincia, a Voi che siete i responsabili della programmazione, delle scelte e degli atti di governo del territorio chiedo, ci sarà un futuro che consenta una vita dignitosa sotto il profilo economico, sociale e civile per le popolazioni dell’Alta Tuscia? Oltre che a togliere, cosa pensate si possa dare? Attendo risposte, grazie.  


Il Sindaco Alberto Bambini

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