Il Cairo, proteste Egitto, si chiedono le dimissioni del presidente Mubarak, ultime notizie Il Cairo - E' salito a 200 il bilancio delle vittime in Egitto, tra cui alcuni bambini, nonostante le fonti ufficiali parlino di 48 morti. Il paese è sprofondato nel caos martedì scorso e la situazione diventa di ora in ora sempre più difficile. In base a quanto riferito dall televisione Al Jazira, le città in cui gli scontri sono più violenti sono Il Cairo, Alessandria e Suez. 

Gli egiziani chiedono a gran voce le dimissioni del presidente Mubarak e Mohammed El Baradei, esponente di spicco dell'opposizione al Cairo afferma che il presidente deve andarsene. "Se il regime non cade, l'intifada del popolo continuerà - afferma El Baradei - serve una nuova costituzione, il popolo ha diritto a chiedere il cambiamento in modo pacifico". Dal canto suo il presidente fa sapere di non avere alcuna intenzione di dimettersi, ma la popolazione continua la sua protesta.

E su quella che ormai è una vera e propria guerra civile, si è espresso anche il presidente Usa Barak Obama, che in un breve discorso alla Casa Bianca ha parlato di diritti di libertà che sono "universali, al Cairo come nel resto del mondo". Obama ha chiesto al presidente egiziano di non contrastare i dimostranti con la forza e ha inoltre affermato di essere a fianco di chi "lotta pacificamente per decidere il proprio futuro".

Soltanto nella città del Cairo i manifestanti, contro i quali sono stai impiegati carri armati, sono stati circa 100 mila. Fonti non ufficiali rendono noto che la polizia avrebbe aperto il fuoco nella città di Alessandria. Sempre secondo quanto afferma Al Jazira, circa un migliaio di persone ha tentato di assaltare la sede del ministero dell'Interno del Cairo, costringendo la polizia a fare fuoco per riuscire ad arginare l'assalto. Un numero imprecisato di detenuti (qualche centinaio) sarebbero riusciti a fuggire armati nella notte e incendi di grandi proporzioni sono scoppiati in un centro commerciale e al tribunale di al-Jala.

Secondo il Jerusalem Post il presidente Mubarak sarebbe fuggito a Sharm el Sheik



Proprio a causa della gravità della situazione le autorità imposto il coprifuoco per le città del Cairo, Alessandria e Suez. Ma la rivoluzione continua, nonostante i divieti e i morti, perché la rabbia del popolo egiziano è enorme e nasce da decenni di miseria e di repressione.

E' una situazione che accomuna altri stati, anche europei e che non può non indurre alla riflessione.

Gravi scontri e proteste hanno investito la Tunisia, provocando morti e feriti e la destituzione del presidente Ben Alì; proteste non sono mancate nemmeno in Giordania. E se il Medio Oriente ribolle di rabbia, anche nel continente europeo non mancano le rivolte violente della gente. Dalla Grecia nel 2010 all'Albania ancora in grave subbuglio di oggi, alla base degli scontri ci sono la gravità della situazione economica, la povertà dilagante, la corruzione dei governi.


Laura Pagnini




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