“Sul provvedimento che il Comune di Viterbo deve approvare in merito agli orari di turnazione delle attività di vendita del settore artigiano si stanno creando polemiche sterili e tanta confusione: la delibera è stata concordata con tutte le associazioni di categoria e noi siamo stati favorevoli fin da subito alla sua approvazione”.

Il presidente della Confesercenti di Viterbo, Vincenzo Peparello, è categorico in merito alla querelle che è nata in questi giorni sulla delibera, in via di approvazione da parte di Palazzo dei Priori, che prevede la chiusura delle attività di vendita degli esercizi artigiani entro le 22.
“Siamo sempre stati favorevoli – continua Peparello – alla liberalizzazione delle aperture, questo però non deve sfociare nella deregulation. Tredici ore di libera apertura degli esercizi artigiani e commerciali, come prevede la normativa, nella fascia oraria compresa tra le 7 e le 22, soddisfano i legittimi interessi e le esigenze sia delle attività artigianali che commerciali. Quanto viene esercitato sia nel settore artigiano che in quello commerciale rientra nella quasi totalità della pratica in essere nella provincia di Viterbo. Bisogna evitare che dietro questa vicenda si celi il tentativo di mettere le associazioni commerciali, artigiane e dei pubblici esercizi l’uno contro l’altra. Noi siamo alleati di queste categorie nell’interesse comune di sviluppo del territorio e delle imprese associate”.

La Confesercenti, quindi, si associa all’assessore Muroni nel difendere il provvedimento che deve essere approvato sugli orari di vendita.

“Sulla questione degli orari delle attività artigiane -  continua Peparello – c’è un equivoco di fondo: una cosa è il pacchetto sicurezza e decoro, che recepisce un decreto ministeriale e che è stato approvato dal Comune senza concertazione con le associazioni di categoria, mentre del tutto diversa è la vicenda degli orari di apertura degli esercizi artigiani”.

“Esprimiamo perplessità – fa eco Massimo Cardoni, responsabile provinciale Fiepet-Confesercenti – sul provvedimento sicurezza perché i problemi non si risolvono a scapito dei pubblici esercizi. Per quanto riguarda le fasce orarie di apertura delle attività artigiane, per coerenza dobbiamo dire che la delibera da approvare è stata recepita attraverso la concertazione e la discussione approfondita con le associazioni del commercio e dei pubblici esercizi. Il nostro giudizio su tale proposta di delibera è quindi positivo”.
La Fiepet-Confesercenti di Viterbo chiarisce l’importanza “che siano rispettate le regole – precisa Massimo Cardoni – perché nei locali dove si svolge l’attività artigiana è vietata l’attività di somministrazione di alimenti e bevande, tutti hanno diritto a essere salvaguardati ma nessuno deve effettuare concorrenza sleale. I cornetti possono essere acquistati e somministrati direttamente dai pubblici esercizi dopo le 22 durante tutto l’anno. C’è da ricordare, inoltre, che al limite delle ore 22 per l’attività di vendita esistono già ampie deroghe durante il periodo estivo e in molti giorni festivi dell’anno, quindi la querelle che si è creata in questi giorni è del tutto ingiustificata”. Il responsabile Fiepet spiega inoltre che “non deve avere nessun timore chi vende prodotti artigianali perché le 13 ore previste dalla legge regionale in materia, nella fascia compresa tra le 7 e le 22, soddisfano in pieno le esigenze degli operatori, mentre deve avere dei timori solo chi effettua concorrenza sleale sul mercato. Fa specie vedere sulla stampa i reclami solo da parte di artigiani che, in apparenza, dichiarano di svolgere attività al di sopra di ogni sospetto ma che, invece, sono stati oggetto di denunce e verbali da parte degli organi di controllo con ordinanze di chiusura. In realtà dietro la copertura di un’attività artigiana questi signori esercitano, senza autorizzazione, la somministrazione contravvenendo inoltre ad un’altra legge nazionale che vieta espressamente l’esercizio di somministrazione di alimenti e bevande dove viene effettuata l’attività artigiana. Da questo provvedimento – conclude Cardoni - nessuno deve ritenersi danneggiato perché tutela contemporaneamente gli interessi dei pubblici esercizi, degli artigiani e dei commercianti”.

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