Dimissioni ministro Sandro Bondi, Giancarlo Galan nuovo ministro Beni culturali, ultime notizie Roma - Sandro Bondi ha dato le sue dimissioni da ministro dei Beni culturali, con una lettera letta durante il Consiglio dei ministri. Si chiude così il suo biennale travagliato ministero che passa nelle mani di Giancarlo Galan, ora ex ministro delle Politiche agricole.
"Lascio un Ministero cui ho affidato entusiasmo e passioni che sono cresciuti giorno dopo giorno, - afferma in un comunicato stampa Giancarlo Galan - avendo capito fin da subito le difficoltà e le opportunità di un settore che giustamente viene definito primario. Se da una parte non posso non osservare che quanto accade coincide con le celebrazioni per i 150 anni dell’Unità d’Italia, avendo avuto questo Ministero, alle sue origini, la guida sapiente e illuminata di Camillo Benso conte di Cavour, dall’altra ritengo di aver operato, durante questi undici mesi, proprio nel solco di una visione politica ispirata al liberalismo e ad un senso dello Stato rispettoso dei valori ispiratori dell’identità nazionale".
E per quanto riguarda il nuovo incarico di ministro dei Beni culturali, Giancarlo Galan così scrive:
"Prima di leggere le carte, gli atti ufficiali, i bilanci accertati, non sfugge a nessuno, e nemmeno a me, il fatto che non sono mancati in tempi recenti, articoli, editoriali, commenti, approfondite riflessioni sui problemi e sulle difficoltà che affliggono, ormai da tempo, il ministero per i Beni e le Attività Culturali e con esso l’intero sistema culturale italiano. La verità è che bisognerà ripartire dallo 0,21 per cento del bilancio dello Stato, che è quanto, fino ad ora, è stato messo a disposizione del ministero dei Beni culturali. Dico questo sapendo che a tutt’oggi sarebbe di soli 50 milioni di euro il fondo a disposizione per il complessivo patrimonio dei beni culturali italiani.
Naturalmente esprimo soddisfazione per quanto approvato oggi dal Consiglio dei Ministri a proposito dei finanziamenti per il Fondo Unico per lo Spettacolo e per quanto stanziato a vantaggio della conservazione e della tutela dei beni culturali e per le attività promosse dagli Istituti culturali.
Comunque, le cifre, le statistiche, i raffronti, i tagli, la mancanza di personale, le proteste, le dimissioni, gli scioperi hanno documentato nelle scorse settimane il drammatico stato in cui versa il mondo che gravita attorno alla cultura del nostro Paese.
Ma se non vogliamo allontanarci per sempre, come ha scritto qualcuno, dalla patria fatta di paesaggio, storia e arte, dobbiamo credere nella forza delle idee, dobbiamo lavorare fin da subito per progetti effettivamente sostenibili, dobbiamo puntare a traguardi effettivamente raggiungibili, perché è con le idee e con i progetti che troveremo i finanziamenti necessari e indispensabili per ridare senso e vitalità alla cultura italiana.
Solo dopo, ma soltanto dopo, potremo dire, se lo riterremo utile, che arte, cultura, paesaggio rappresentano il petrolio in grado di far crescere l’economia del nostro Paese.
Per il momento, ci troviamo quasi in un deserto, nel quale però sappiamo esserci energie e risorse che costituiscono le tante oasi dell’intelligenza e della cultura, che resistono a tutto nonostante tutto".