Con il voto sul nuovo regolamento per le emissioni della CO2 auto, la Commissione Ambiente del Parlamento Europeo ha confermato la necessità che anche le case automobilistiche non possono sottrarsi ad impegni vincolanti nella riduzione delle  emissioni di gas serra responsabili dei cambiamenti climatici in atto. Si confermano così gli obiettivi di riduzione di emissioni del settore auto a 130 gCO2/km al 2012 introducendo anche obiettivi a lungo termine (95 gCO2/km al 2020). E' stata mantenuta l'articolazione progressiva proposta dalla CE che comporta una pena pecuniaria da 20 euro per grammo a partire dal 2012 per giungere a regime nel 2015 i 95 euro per grammo di CO2/km di sforamento.

Per il WWF questo è un passo verso il futuro che il Parlamento Europeo ha voluto compiere che  sottolinea come sia pesante il ruolo che il settore auto gioca sull’emissioni di gas serra: i trasporti sono, infatti, responsabili del 21% di tutte le emissioni di gas serra nell’Unione Europea a 15 (ad esclusione dei settori del trasporto aereo internazionale e marittimo), mentre i trasporti su strada contribuiscono per il 93% alle emissioni complessive per settore. La notizia però mette anche in luce l'arretratezza dell'azione intrapresa dal Governo italiano, proprio in questi giorni a Bruxelles, per cercare di ottenere scappatoie consistenti sul pacchetto di provvedimenti UE su "Clima ed Energia" che puntano a una consistente riduzione delle emissioni entro il 2020.  La richiesta del Governo e di Confindustria di avere possibilità "nazionali" di usare i crediti ottenuti attraverso progetti all'estero (l'Enel ha già 79 progetti solo in Cina, alcuni di dubbio valore ambientale) denuncia la volontà di continuare a cercare scappatoie a danno non solo dell'ambiente, ma del Paese. Dopo la debacle sul rispetto degli obiettivi di Kyoto, anche per il 2020 l'Italia ritiene di potere (o volere) imprimere un'accelerazione di innovazione tecnologica e industriale nel senso della sostenibilità ambientale e della drastica riduzione delle emissioni..

E questo mentre l'UNEP pubblica i dati di uno studio che indica come le tecnologie pulite negli USA sono già il terzo settore per importanza nei ventur capital dopo l'informazione e la biotecnologia, che a livello mondiale già 2 milioni e trecentomila persone hanno trovato lavoro nelle energie rinnovabili (con prospettive di crescita 2.100.000 nell'eolico e 6.300.000 nel solare entro il 2030), che le case efficienti potrebbero costituire fonte di lavoro per 111 milioni di persone a livello mondiale, di cui fino a 3 milioni e mezzo solo in Europa e USA. Proprio oggi il Senato USA ha approvato un provvedimento bipartisan che stanzia 19 miliardi di dollari di incentivi alle rinnovabili. “L'onda della rivoluzione industriale in senso ambientale sta montando a livello mondiale - dichiara il WWF - E noi, invece di rimboccarci le maniche e cominciare a lavorare duro, andiamo a lamentarci a Bruxelles".


 

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