Tasse sugli animali da compagnia. Ultime news Roma - UnoNotizie.it - Ma vogliamo essere per una volta seri?? Ora le "truppe cammellate" di Monti alla ricercadelle "streghe", in maniera indiscriminata stanno colpendo a destra e a manca. Va bene che siindividuino gli evasori miliardari, va bene che si cerchi di ridimensionare i conti pubblici, ègiusto (finalmente!!) che i commercianti battano gli scontrini, ma poi basta!! Diamo respiro alpopolo italiano, soprattutto a quello che percepisce"due euro"di pensione, alle famigliemonoreddito e, soprattutto, a chi ama la natura e gli animali.
L'invenzione dell'ultima ora èquella di inserire nel redditometro anche chi possiede animali da affezione. Da domani,quindi, dobbiamo aspettarci anche la tassa sul grano, sulle volte che andiamo in pizzeria o albar per prenderci un caffè. Ma siamo seri! Cominciamo subito a togliere questo gabellomedioevale sugli animali. Pensiamo ai problemi reali che minacciano il futuro di ognuno dinoi.Non tiriamo troppola corda... potrebbe rompersi!!
Fonte: Accademia Kronos
LA LETTERA DELLE ORGANIZZAZIONI ANIMALISTE NO PROFIT A MONTI Con una lettera congiunta, le associazioni Enpa, Lav, Leidaa, Lega nazionale difesa del Cane eOipa hanno sollecitato l’intervento del Presidente del Consiglio Monti, al Ministro della SaluteBalduzzi e al Sottosegretario alla Salute Cardinale affinché le spese veterinarie siano tolte dalredditometro. "Le associazioni, ricordando come l’inclusione delle spese veterinarie tra gli indici diricchezza abbia trovato il disappunto non solo degli animalisti e di numerosissimi cittadini checonvivono con cani e gatti, ma anche quella del mondo della politica e della veterinaria,sottolineano come tali spese non possono e non debbano essere specchio di agiatezza: glianimali, come riconosciuto dal Trattato di Lisbona dell'Unione europea e dal Codice Deontologico dei Medici Veterinari, sono esseri senzienti, non beni di lusso e come tali hannoil diritto alla tutela del loro benessere e della loro salute, garanzie queste che devono essereassicurate tanto più in una fase così delicata per l’economia di molte famiglie.
“Da non trascurare - affermano le associazioni - anche come, molto spesso, chi vive con uncane o un gatto debba già sostenere dei sacrifici per provvedere alle sue cure e per poteraffrontare le spese veterinarie - e proseguono - Garantire cure veterinarie e interventi diprevenzione quali vaccinazioni e sterilizzazione, costa spesso grande fatica. Assicurare ciò nonè né può certamente essere sintomo di ricchezza, bensì di attenzione, civiltà e, come nel casodella sterilizzazione, anche di scelta consapevole e volontà di dare un contributo concreto allalotta al randagismo, contributo che peraltro fa risparmiare molto alla collettività.”
Da tener ben presente anche come in Italia i milioni di persone che vivono con un animaledomestico, siano già gravate da una misura estremamente penalizzante: l'aliquota Iva più altasulla salute degli animali (dal 20 al 21%); e sui loro alimenti (dal 20 al 21%), aliquota che puòessere foriera di rischio di abbandono e di rinuncia alla proprietà come dimostrano iconferimenti in canile a causa delle difficoltà economiche di tante famiglie, fenomenoquest’ultimo in sensibile aumento.
Le associazioni concordano su come in luogo di utilizzare le spese veterinarie quali indici diricchezza, sia necessario invece introdurre importanti misure per il benessere animale e ilcontrasto del randagismo quali l'aumento della soglia di detraibilità delle spese veterinarierendendola totale per chi adotta un animale abbandonato e la riduzione dell’IVA sul cibo peranimali e sulle cure veterinarie al 10% per chi ha adottato animali o non li tiene per scopo dilucro.
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