Il salvataggio miliardario del Monte dei Paschi di Siena, ultime notizie Siena - Mentre i comuni cittadini fanno la colletta per comprare la carta igienica per scuole dei vostri figli, o aspettano mesi per un esame specialistico in un ospedale, mentre i cittadini comuni sono schiavi di uno Stato in fallimento, che ha deciso di percorrere la strada del totalitarismo fiscale per comprimere i diritti del popolo, a vantaggio della salvezza della casta che ha rovinato il Paese, lo stato salva il Monte Paschi di Siena con 4 miliardi di euro, e in cambio riceverà forse, carta straccia.

Nella nuova edizione dei Tremonti Bond, emessi dalle banche in difficoltà e acquistati dallo stato, messi recentemente in campo dal governo Monti per salvare la banca senese e con lo scopo di mantenere  al comando chi ha portato la banca al dissesto – ovvero la Fondazione azionista di maggioranza,  poiché espressione di interessi di partito –  sembrerebbe che venga meno il privilegio riconosciuto alla banca di non ottemperare al pagamento degli interessi, dovuti allo stato, qualora non vengano distribuiti utili; peraltro come già accaduto nel 2011 in cui la banca, avendo riportato una perdita, non ha corrisposto interessi allo stato per circa 200 milioni di euro, nonostante lo Stato sia costretto a finanziarsi sul mercato pagando saggi di oltre il 6% per i Btp decennali.

Secondo quanto riportato dall’agenzia di stampa Asca, nella nuova versione dei Tremonti Bond sembrerebbe che, “se gli interessi non sono corrisposti, per assenza o incapienza degli utili distribuibili, l’emittente (Il Monte Paschi in questo caso) assegna al Ministero azioni ordinarie di nuova emissione per una quota del patrimonio netto corrispondente all’importo della cedola non corrisposta”.

In altre parole, è vero che chi usufruisce della nuova edizione dei Tremonti Bond, anche in assenza di utili dovrà corrispondere gli interessi, ma potrà farlo corrispondendo al Ministero del Tesoro l’equivalente in azioni della banca.

Ora spero che comprenderete  che, farsi pagare con azioni di una banca che dai suoi massimi ha perso  in borsa oltre il 95%  e che è  partecipata,  per la maggioranza, da un ente che è stato capace di distruggere la banca più antica del mondo poiché al servizio di giochi ed interessi partitici, non è esattamente un ottimo affare e soprattutto, direi, che non è affatto rispettoso per il contribuente martoriato di tasse.

Benché il management della banca abbia riferito che,  secondo il piano industriale, entro il 2015, la banca restituirà i Tremonti Bond, azzardo la previsione che, salvo ulteriori salvataggi, nella migliore delle ipotesi, la banca senese restituirà i 4 miliardi di euro in forma di partecipazione azionaria, visto che comunque è riservata alla banca la facoltà di convertire le obbligazioni dei Tremonti Bond in azioni ordinarie. Come dire: denaro fresco  in cambio di carta straccia.

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