Sono gli ultimi provvedimenti presi dal Gip (giudice per le indagini preliminari) Patrizia Todisco a far salire nuovamente la tensione sul caso dell’Ilva di Taranto, ultime notizie -
Prim’ancora, infatti che il tribunale del riesame depositasse le motivazioni del provvedimento con cui ha confermato il sequestro dell'Ilva per disastro ambientale e incaricato i custodi di garantire la sicurezza degli impianti e togliere le situazioni di pericolo, il gip Todisco prima ha ribadito che la fabbrica si deve fermare per risanare gli impianti e che non c'è alcuna facoltà d'uso degli impianti a fini produttivi, quindi, con un ulteriore provvedimento, ha tolto Bruno Ferrante, presidente dell'Ilva, dalla custodia giudiziale.

Nell'ordinanza con cui il gip ha sequestrato le aree a caldo dell'Ilva lo scorso 25 luglio, Ferrante non faceva parte dei custodi. Lo ha invece inserito il Riesame nel dispositivo depositato martedi' scorso dandogli le stesse mansioni degli altri custodi, ovvero garantire la sicurezza, eliminare i pericoli, attuare le misure necessarie, effettuare il monitoraggio in continuo delle emissioni inquinanti.

Il gip Todisco, invece, prima ha delegato solo ad uno dei custodi (Barbara Valenzano) l'attuazione delle misure operative, attribuendogli anche potere di spesa previo assenso dell'autorita' giudiziaria, ed ha attribuito a Ferrante solo i compiti di 'datore di lavoro' col compito di attuare le misure dell'autorizzazione integrata ambientale per le aree non soggette a sequestro.

Quindi, con un ulteriore atto notificato ieri sera alle 20.30, Todisco ha revocato Ferrante dalla nomina a custode giudiziale ed ha richiamato Mario Tagarelli, presidente dell'Ordine dei commercialisti di Taranto, gia' inserito nell'ordinanza del 25 luglio con compiti amministrativi. In quell'occasione a Tagarelli venne anche dato il compito di occuparsi della ricollocazione nello stabilimento del personale che, con lo stop dell'area a caldo - dai parchi minerali all'acciaieria - sarebbe rimasto inattivo.

Grande quindi la preoccupazione della stessa Ilva che ha deciso di ricorrere nuovamente al Tribunale del Riesame per impugnare la decisione, ma grande anche la preoccupazione dei sindacati che ora temono la fermata dell'acciaieria con contraccolpi occupazionali che dai dipendenti diretti - 11.500 - si estenderebbero progressivamente all'indotto di Taranto, agli stabilimenti Ilva della Liguria e alla filiera nazionale che utilizza l'acciaio per le sue attività.
 
Reazioni preoccupate vengono anche dal mondo della politica, a partire dal Pd al Pdl. Preoccupato anche il ministro dell'Ambiente, Corrado Clini.

La situazione è stata nelle ultime ore anche all’attenzione di Mario Monti, ha chiesto ai ministri competenti - Corrado Passera per lo Sviluppo Economico, Paola Severino per la Giustizia e Corrado Clini per l’Ambiente - di recarsi sul posto il 17 agosto e di riferire sulla situazione.

L’obiettivo è quello di evitare la chiusura e lo spegnimento degli impianti che, nelle parole di Passera ''causerebbe danni irreparabili”. E ancora: ''Risanamento ambientale, produzione sostenibile e lavoro devono essere gli elementi portanti di una strategia unitaria''.

Secondo il ministro dell’Ambiente Corrado Clini "La nuova disposizione del gip di Taranto è in aperto contrasto con ciò che il Ministero dell'Ambiente ha avviato e non tiene conto del lavoro svolto e del ruolo del ministro". "Evitiamo conflitti di ruolo", ha aggiunto.

All’attenzione del Ministro della Salute Renato Balduzzi sono invece giunti i dossier relativi all’incidenza dell’Ilva di Taranto sulla salute dei cittadini residenti nell’area circostante: +15% di malati di tumore nell’area del sito dell'Ilva di Taranto rispetto alla media nazionale, con un picco del 30% in più per quelli al polmone. I dati saranno presentati al ministero della Salute a metà settembre prossimo, mentre nei prossimi giorni il ministro Renato Balduzzi riceverà nuovi dati sul rischio dal Centro per il controllo delle malattie.

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