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Nei tre siti di Castel Sant’Elia, Capranica, Cinelli sono arrivati circa 35 milioni di kg di fanghi di cartiere, 11 milioni di kg di fanghi provenienti da rifiuti solidi urbani bruciati e fanghi sanitari, 4000 tonnellate di ceneri pesanti da acciaieria, ceneri prodotte da termovalorizzatori di rifiuti urbani e sanitari.

I
l 12 ottobre il processo è stato chiuso per prescrizione:Tutti prosciolti per prescrizione dei reati i 14 imputati per traffico illecito di rifiuti scoperto nel 2005 nel Viterbese. Lo ha deciso il tribunale di Viterbo. I Pm, al termine delle loro requisitorie, avevano chiesto condanne complessive per oltre 36 anni di reclusione. Il processo era scaturito dall’inchiesta ‘Giro d’Italia, ultima tappa Viterbo’, così denominata in quanto i rifiuti, quasi tutti provenienti dal nord, prima di giungere nelle cave viterbesi compivano giri tortuosi.

Nel processo si erano costituite alcune decine di parti civili, tra i quali la Regione Lazio, la Provincia di Viterbo, il Wwf, Legambiente e i tre comuni in cui i rifiuti pericolosi venivano interrati illegalmente. Secondo l’accusa, sono stati interrati illegalmente oltre 250mila tonnellate di rifiuti pericolosi, per un giro d’affari di 2 milioni e mezzo di euro. Secondo le parti civili, i danni causati alle amministrazioni, solo per la bonifica e la messa in sicurezza delle aree, ammonterebbero a 5 milioni di euro.

I pubblici ministeri, avevano contestato agli imputati lo smaltimento illecito di tre categorie di rifiuti incompatibili con i luoghi in cui venivano interrati: una parte era sprovvista di analisi che ne attestasse la non tossicità In altri, i risultati delle analisi erano stati falsificati. Nella terza infine, venivano smaltiti rifiuti diversi da quelli indicati nei documenti.

’Ufficio stampa Legambiente Lazio scrive: “Prescrizione dei reati, dopo sette anni, la sentenza è di “non doversi procedere”.

Così si chiude il Processo sul traffico illecito di 250 mila tonnellate di rifiuti speciali nei centri di ripristino ambientale di Vetralla, Castel Sant’Elia e Capranica, in cui Legambiente Lazio ed il coordinamento Provinciale di Legambiente Viterbo, assistiti dall’avvocato Pierdomenico Giuseppe, sono costituiti parte civile. Una notizia che arriva proprio mentre nelle stesse ore, è stato effettuato dalle Forze dell’ordine un nuovo sequestro di 12mila mq di discariche abusive, ancora una volta nei territori di Sutri e Castel Sant’Elia.

“La prescrizione è una brutta notizia che in parte ci aspettavamo, abbiamo tenuta altissima l’attenzione sul processo proprio per tentare di evitarla, tutto si è svolto secondo le regole, ma è triste e difficile accettare che le schermaglie giudiziarie abbiano battuto il buon senso – afferma Lorenzo Parlati, presidente di Legambiente Lazio-. Prescrizione non è né assoluzione né condanna, per capire però meglio il merito dei fatti occorrerà attendere le motivazioni della sentenza.

Ora è comunque fondamentale ed urgente intervenire affinchè i territori che sono stati teatro dello scempio ambientale siano definitivamente risanati”. “Rimane il fatto che i rifiuti in quelle cave ci sono finiti, quello che ci interessa è capire e vigilare su che cosa succederà ora in quelle aree che sono state dissequestrate -afferma Pieranna Falasca, coordinatrice Provinciale di Legambiente Viterbo-.

Il territorio del viterbese è sempre più in preda ad una serie inarrestabile  di discariche di rifiuti incontrollate, come testimonia purtroppo anche il sequestro di oggi in quegli stessi territori. E’ ora che l’obiettivo della bonifica delle aree e della sorveglianza del territorio diventi davvero prioritario”.  Legambiente ricorda i numeri del ciclo illegale dello smaltimento di rifiuti nel Lazio: secondo il Rapporto Ecomafie 2012,  il Lazio è al 1° posto fra le Regioni dell’Italia centrale per questo tipo di reati, con 326 infrazioni accertate, 1 arresto, 162 sequestri e 354 persone denunciate.

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