Cinema, ultime news Film The Impossible, recensione - UnoNotizie.it -
A otto anni dalla tragedia dello Tzunami, che ha devastato le coste dell’Asia Orientale, Juan Antonio Bayona ci fa rivivere la storia vera della famiglia Belon, composta dai coniugi Maria ed Henry e i lori tre figli.
La didascalia iniziale del film ci segnala che stiamo per assistere ad una storia vera e lo ribadisce: perché, come dice il titolo, è una storia che ha davvero dell’incredibile.
Divisa in tre blocchi distinti, la narrazione inizia con l’arrivo della famiglia americana (che nella realtà è di origini spagnole) in Thailandia, per trascorrere le vacanze natalizie, dove saranno protagonisti di uno degli eventi più catastrofici della storia.
La seconda lunghissima parte ha come protagonisti Maria e il primogenito Lukas, che si ritrovano nel bel mezzo dello Tsunami e cercano di mettersi al sicuro, portando con loro un bambino che era rimasto solo nei detriti. Proprio a questo punto, Maria inizia il suo calvario e rimane tra la vita e la morte per tutta questa seconda parte.
Il ragazzo, abituato a nascondere i propri sentimenti mostrandosi sempre e comunque coraggioso, metterà a nudo la propria anima e salverà la vita della propria madre, assistendola in tutte le fasi precedenti e successive ai soccorsi.
Proprio nell’ospedale in cui verrà ricoverata la donna, Lukas impara la solidarietà e l’altruismo e inizia a sentire terribilmente la mancanza del resto della sua famiglia, dovendo affrontare da solo una situazione insostenibile per un ragazzino della sua età, ma che gli tirerà fuori tutta la sua maturità.
Nella terza, finalmente, tornano in scena gli altri componenti della famiglia, che erano riusciti a mettersi al sicuro in ciò che rimaneva del resort dove erano ospiti. Henry, coraggiosamente, affida i suoi bambini più piccoli ad una donna e va alla ricerca disperata dei suoi cari, insieme ad un compagno di viaggio che aveva perso tutta la sua famiglia.
La disperazione che emerge da questa pellicola è particolarmente toccante. In primis perché, essendo stata realizzata con pochissimi effetti speciali, l’accento è tutto sui protagonisti, con le loro paure e la loro speranza di ritrovarsi. In secondo luogo perché, come affermano alcuni critici, la sofferenza che si percepisce non è solo emotiva, ma addirittura fisica.
A questo proposito, è necessario concentrare l’attenzione sulla magistrale interpretazione di Naomi Watts che, nel momento in cui viene spinta sott’acqua dalla prima ondata, riesce a farci percepire la sensazione di soffocamento e terrore in maniera del tutto autentica.
Sebbene i colpi di scena siano particolarmente azzardati, come il ricongiungimento della famiglia dovuto a una serie di coincidenze ed eventi fortuiti, il film mantiene la sua credibilità proprio in quanto narratore di una storia vera, che potrebbe aver riguardato altre migliaia di famiglie.

Sara Appolloni

Commenti

Un film veramente toccante , emotivamente ,ho pianto parecchio, ma ne e´ valsa la pena , se la storia e´ vera , mi piacerebbe sapere come sta attualmente la famiglia di Maria,magari tramite qualche programma invitare loro e altri fortunati che sono riusciti a mettersi in salvo.
commento inviato il 13/02/2013 alle 7:49 da silvy  
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