Lazio, Ronciglione ultime news acqua potabile arsenico www.UnoNotizie.it - La polemica tra politici, che si rimpallano le responsabilità, non ci appassiona. Può forse appassionare i gonzi, che potrebbero parteggiare per l'una o l'altra parte. A posizioni alterne si sono comportati alla stessa maniera, richiedendo deroghe, cercando di trasmigrare i problemi ai futuri amministratori, tenendo nascosta la realtà. Preferiremmo il loro silenzio e azioni concrete.

Nonostante i documenti allarmanti, hanno sottovalutato le gravi malattie che i cittadini avrebbero potuto subire a causa della distribuzione di acqua non potabile, peraltro indicando come terroristi coloro che chiedevano un ambiente sano, il rispetto della salute, il diritto all'acqua potabile, il diritto all'informazione corretta.

Illuminante in proposito un passo dell'ultima lettera inviata, a fine dicembre 2012, dall'assessore all'ambiente della Provincia di Viterbo, ai Sindaci: “Al fine di evitare allarmismi derivanti da non corretta informazione, occorre porre all'attenzione della popolazione che non sono mutate le caratteristiche delle acque captate e che la presenza di arsenico e di fluoruri è di natura geologica, ma sono scaduti i termini di deroga che permettevano un parziale uso delle acque distribuite a fini potabili”.

Come a dire : - Tutta colpa dell'Europa che non ci ha concesso un'altra deroga -. E' questa la corretta informazione? Hanno veramente compreso la gravità della situazione? Conoscono gli effetti che provocano sulla salute degli uomini, arsenico, fluoruri e altri veleni, quali l'uranio 238, l'alluminio, le microcistine dell'alga rossa ?

Sottovalutazione, incapacità, inadeguatezza, tentativo continuo di nascondere la realtà e soprattutto mancanza di sensibilità democratica, dimostrata dalla scarsa considerazione che hanno dei cittadini, questi i loro veri comportamenti.

Le polemiche, allora, potrebbero essere utili se favorissero la costruzione di una politica per risolvere il problema. Servono, però, a farci capire la levatura dei galli “politicanti”, quando con tentativi goffi, cercano di scrollarsi di dosso le proprie responsabilità, scagliandole sugli avversari di turno, anziché pensare a non distribuire più acqua avvelenata, come è stato fatto per anni e anni, pagata peraltro salatissima, ed a restituire il 50% del canone acqua come per legge .

La Direttiva europea del '98 invitava gli stati membri della Unione a risolvere il problema dei veleni nelle acque potabili, fra cui l'arsenico, che è bene ripeterlo non dovrebbe esserci. L'Organizzazione Mondiale Sanità, infatti, invita alla sua definitiva eliminazione e ne ammette, provvisoriamente, 5 microgrami/litro al massimo. Nel 2001, con il DL.31, l'Italia ha recepito la Direttiva Europea del 98, stabilendo il parametro per l'arsenico a 10 microgrammi/litro.

Subito dopo sono cominciate le richieste di deroga a 50 microgrammi/litro proposte dai Sindaci, tramite province, regioni e fatte proprie dal governo. Concesse dalla UE, sulla base di dichiarazioni assicuranti il rientro in tempi brevi nei parametri. E mentre in altre località italiane, le deroghe sono state ben utilizzate, per i Comuni della provincia di Viterbo si è ritenuto fossero “sine die”. Così deroga, dietro deroga, dichiarazione, dietro dichiarazione, si è giunti al diniego dell'Unione Europa di ulteriore deroga all'avvelenamento dei cittadini e l'invito al rispetto delle leggi, fissando la scadenza del 31 dicembre 2012 per il rientro nei parametri.

Nonostante ciò, quali Comuni, il 31 dicembre 2012, avevano installato i filtri per eliminare l'arsenico e i fluoruri ?

E allora le obbligatorie ordinanze di non potabilità, ma anche altre autoderoghe, con la compiacenza di Provincie, Regione, Governo e Istituto superiore di Sanità: entro giugno 2013 tutti i Comuni con arsenico superiore ai 20 microgrammi dicono che avranno i dearsenificatori e tutti gli altri entro il 31 dicembre 2014; sono state indette le gare di appalto e i lavori per i filtri; dopo pressanti richieste, sono apparsi anche i cartelli con la scritta “NON POTABILE” sulle fontane pubbliche, non su tutte (forse per mancanza d'inchiostro) ; è continuato il “regalo al popolo” delle casette “fontanelline”, accompagnato dagli autoincensamenti con tanto di foto ricordo, come se fossero un fiore all'occhiello.

Così in realtà è stata affrontata l'emergenza decretata con la nomina a commissario dell'allora Presidente della Regione. E' in questo modo che si sono aiutati e si aiutano ad avere acqua potabile gli anziani, le famiglie con bambini piccoli, le mamme in cinta? Perché, poi, non si ritiene necessario effettuare il monitoraggio sulla salute dei cittadini per anni avvelenati da acque non potabili?

A tutto ciò vanno aggiunte ulteriori notizie scandalose, pubblicate da Il Messaggero, il 7 marzo 2013. I Nas hanno denunciato il titolare di una ditta incaricata da alcuni Comuni di effettuare le analisi dell' acqua erogata dalle “Casette fontanelline”, proprio quelle casette dove si ritiene venga erogata acqua sicura. A questo fatto gravissimo, non è seguita la giusta informazione dei cittadini.

Perché non si dice quali Comuni hanno permesso a questa ditta la effettuazione delle analisi e la loro pubblicazione? E soprattutto perché non viene informata la popolazione sulla attuale sicurezza dell'acqua delle “fontanelline”? In tutta questa vicenda c'è tanta materia oscura che andrebbe illuminata.

Come mai non si riesce a farlo, allontanando così dalle amministrazioni i responsabili dei disastri ambientali e sanitari, delle colpevoli sottovalutazioni, se non dopo l'intervento della magistratura ?

Per rivendicare il diritto all'acqua potabile e alla salute dei cittadini, il nostro Comitato già nel 2009, assistito dallo studio legale Pistilli, ha richiesto rimborsi del 50% del canone acqua e ha invitato i cittadini ad autoridursi gli importi . La risposta degli enti gestori, Comuni e società di recupero crediti è stata l'invio di lettere intimidatorie; dal Comune di Ronciglione, addirittura, l'assurda resistenza in giudizio; la ATO1, a gennaio 2012, sembra all'unanimità, ha permesso alla Talete di richiedere, sulle bollette 2012, il conguaglio per il 2011, in pratica aumentando le tariffe dal 2011.

Da un paio di mesi, però, alcuni politici, presidente della ATO in testa, seguito dal Sindaco di Viterbo, vanno dicendo pubblicamente di voler abbassare le tariffe dell'acqua per tutta la ATO 1 e chiedono alla Regione Lazio di compensare l'importo necessario. La cosa, anche se, in sé è apprezzabile non è chiara.

E' una presa in giro per i gonzi, similmente a quella che commercianti scorretti fanno prima dei saldi, oppure s'incomincia a comprendere realmente, che i cittadini sono nel giusto quando rivendicano il rispetto delle leggi? Oppure saranno sempre e comunque i cittadini a pagarne le conseguenze?

Dalla constatazione di tutto ciò, il Comitato acqua potabile intende continuare la sua azione per il rispetto dei diritti, in primis: il diritto all'informazione corretta, all'ambiente sano e pulito, all'acqua potabile.

Per far ciò ha promosso, in collaborazione con la UIL provinciale, la UIL pensionati e lo Studio legale Pistilli, una ulteriore iniziativa rivendicativa., iniziando la presentazione dei ricorsi, di fronte al giudice ordinario, per ottenere in via equitativa, il risarcimento dei danni calcolati in €.1600, per inadempimenti contrattuali, per violazione della normativa europea e per la riduzione del canone del 50%, in base alle leggi che lo sanciscono; iniziando la presentazione dei ricorsi richiedenti il rimborso delle spese sostenute da utenti cittadini e da esercenti attività commerciali per l'acquisto e la installazione di filtri o depuratori.

Infine con la presentazione delle richieste di risarcimento per danni materiali, morali e danni biologici, derivanti dall'assunzione di veleni senza la dovuta informazione.

Per la partecipazione alle iniziative, occorre presentarsi presso il Comitato in Ronciglione, tutti i giorni, o presso la UIL in Viterbo Corso Italia 68 il mercoledì dalle 15,30 alle 18,00.


Raimondo Chiricozzi

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