India, caso Marò, ultime notizie Roma - www.Unonotizie.it - Nonostante le obiezioni della difesa che si occupa dei due marò, ma anche dalle stesse autorità italiane, la Corte Suprema dell’India ha
affidato il caso alla polizia anti-terrorismo nazionale (Nia) così le indagini sul caso esploso attorno a Massimiliano Latorre e Salvatore Girone,accusati di duplice omicidio, si tinge sempre più di scontro anche tra l'opinione pubblica dei due Paesi.
Il 16 aprile scorso il governo italiano aveva depositato una
memoria nella quale eccepiva la mancanza di giurisdizione sul caso da
parte della stessa polizia anti-terrorismo.
Così era stato contestato il riferimento, contenuto nella relazione
preliminare stilata dalla Nia, a una legge del 2002 che in materia marittima prevede la pena di morte per atti di terrorismo o di pirateria
coinvolgenti navi battenti la bandiera indiana.
L'Italia dunque aveva reclamato chiedendo l’eliminazione del riferimento dal testo e la conseguente
attribuzione dell’inchiesta alla comune polizia criminale (Cbi).
Questa mattina, però, tutte le richieste sono state respinte.
La Corte Suprema dell’India ha ordinato alla polizia anti-terrorismo
non soltanto di mantenere la titolarità delle indagini, ma altresì di "completarle speditamente".
I giudici indiani hanno, inoltre, ribadito che la competenza esclusiva a
giudicare i due militari italiani rimarrà alla Patiala House Court di Nuova Delhi, lo speciale collegio istituito ad hoc inseguito allo
scontro a fuoco al largo delle coste del Kerala.
La pronuncia sulle richieste era inizialmente attesa
per la giornata di ieri, ma successivamente è stata rinviata di 24 ore per l’assenza dall’aula del
procuratore generale.
Le possibilità quanto meno teoriche che la pena capitale
sia inflitta ai marò, qualora riconosciuti colpevoli dell’uccisione dei
due pescatori, contrasta con il solenne impegno in senso opposto,
assunto personalmente qualche settimana fa dal premier asiatico Manmoan Singh con l'attuale presidente del Consiglio italiano Mario Monti.