Misteri delle civiltà passate -
Da alcune anomalie registrate in due siti archeologici indiani, Harappa e Mohenjo-Daro e dall'ultima scoperta a Jodhpur, nonché dagli scritti di antiche opere letterarie di oltre 6.000 anni fa, come il Mahabharata, sembrerebbe proprio di si.

Entrando nel merito, le due città della Valle dell'Indo: Harappa e Mohenjo-Daro, scoperte accidentalmente appena lo scorso secolo, mostrarono subito agli archeologi aspetti particolari, differenti da altri siti archeologici indiani. I mattoni in terra cotta e i resti di vasellame mostravano segni di vetrificazione, fatto questo riscontrabile nei materiali esposti a temperature di migliaia di gradi Celsius.  

Non solo, ma in questi due siti si registra ancora una certa radioattività nel terreno. Per fortuna su queste aree archeologiche non ci sono centri abitati, quindi, il rischio di contaminazione è relativo. Questo invece non accade a 18 Km da Jodhpur, una popolosa città del Rajasthan, una regione vicina al Pakistan. Tutto nasce da un progetto per la costruzione di una vasta lottizzazione edilizia. Quando gli operari hanno iniziato a scavare le fondamenta delle case, a circa un metro di profondità, è apparso un consistente strato di ceneri pesanti; ceneri che hanno cominciato a creare problemi alla salute degli operai. Sono intervenute le autorità sanitarie e per loro grande stupore hanno registrato nella zona un tasso molto elevato di radiattività. Questa scoperta ha messo subito in rilievo l'alta incidenza di malattie, in particolare tumori, della zona.

A quel punto il governo indiano ha bloccato gli scavi e isolata tutta l'area

Gli archeologi nel frattempo hanno individuato i resti di un antichissimo insediamento umano, calcolato intorno a 8.000 anni prima di Cristo; insediamento che come Harappa e Mohenjo-Daro, presentava fenomeni di vetrificazione causati probabilmente da qualche evento che ha prodotto nel lontano passato temperature elevatissime, capaci di fondere anche la pietra. Questi archeologi, in una recente conferenza stampa, non hanno esitato a paragonare l'accaduto di quest'area con quanto avvenuto nel 1945 a Hiroshima e Nagasaki. Gli studiosi degli antichi testi indù a questa scoperta hanno aggiunto le loro conclusioni e cioè che quanto scritto, soprattutto nel  Mahabharata, non è frutto di "fantasie" dell'epoca.

Ma cosa dice questo antico testo indiano?


Il Mahabharata, scritto nell'antica lingua sancrita? Descrive un’esplosione catastrofica che sconvolse il continente. Si legge, infatti, “Un unico proiettile caricato di tutta la potenza dell’Universo … Una colonna incandescente di fumo e fiamme, brillanti come 10.000 soli, s’innalzò in tutto il suo splendore … era un’arma sconosciuta, un fulmine di ferro, un gigantesco messaggero di morte che ridusse in cenere un’intera razza.  I cadaveri erano così bruciati da essere irriconoscibili. I capelli e le unghie caddero, il vasellame si ruppe senza alcuna causa apparente, e gli uccelli diventarono bianchi. Dopo poche ore, tutti i cibi erano infettati. Per uscire da quel fuoco, i guerrieri si gettarono nel fiume.”

Lo storico Kisari Mohan Ganguli asserisce che gli antichi scritti sacri indiani sono pieni di eventi catastrofici prodotti da armi sconosciute dotate di una potenza simile a quelle nucleari che noi oggi conosciamo. Nel Drona Parva, un capitolo del Mahabharata, si parla chiaramente di battaglie in cielo condotte da "carri volanti", i Vimana, che si combattevano con "fulmini e tuoni". Il capitolo dell'opera sacra si conclude descrivendo l'uso di armi dalla immane forza distruttiva che provocarono alla fine la totale distruzione di interi eserciti.

 L’archeologo Francis Taylor aggiunge che le raffigurazioni in bassorilievo, in alcuni templi sempre nel Rajasthan, da lui interpretate, mostrano personaggi intenti a pregare al fine d’essere risparmiati dalla grande luce, che stava per portare rovina sulle loro città. -“E’ abbastanza incredibile", afferma Taylor, "immaginare che qualche civiltà possedesse la tecnologia nucleare prima di noi. La cenere radioattiva trovata a Jodhpur aggiunge credibilità agli antichi scritti indiani che solo oggi comprendiamo parlano di un'antichissima guerra atomica”. 

In conclusione, sulla base di queste scoperte e rivelazioni, dobbiamo cominciare a rivedere con più attenzione quanto descritto in tutti i testi antichi giunti fino a noi, come quelli indiani. Forse anche le due opere di Platone: il "Crizia e il " Timeo", che parlano della distruzione di Atlantide, forse non sono solo frutto di fantasie del filosofo greco, ma cronache di fatti realmente accaduti.

Sabatino Moscati, l'archeologo "illuminato", morto alcuni anni fa, un giorno "oso" dire che la storia dell'umanità andava riscritta e retrodatata di molti migliaia di anni. Questa sua affermazione scandalizzò i grandi "dotti" della scienza e causò il suo allontanamento dalla casta degli archeologi baroni. Qualche anno dopo, però, si scoprì in Turchia Çatal Hüyük , una città già organizzata di 8.000 anni più vecchia di Cristo, più antica di Gerico. Questa scoperta ridisegnò i confini temporali sulla nascita delle prime civiltà dell'uomo, che prima di allora si attribuivano a 5.000 anni fa. Sabatino Moscati aveva avuto ragione.

Ma la cosa non finì lì, nuove scoperte mandarono definitivamente in soffitta i vecchi testi di storia tanto cari ai "dotti" della scienza di allora. Il colpo finale ai dogmi di questi saccenti arrivò alcuni anni fa quando si scoprì che la mitica popolazione andina, conosciuta dai popoli incaici come i "guerriere delle nuvole", presente nel nord del Perù già 2000 anni fa, era di origine europea. Sabatino Moscati aveva vinto la sua battaglia contro i baroni della scienza. Cadute le barriere della scienza conservatrice e grazie alle nuove tecnologie, ogni giorno scopriamo qualcosa di nuovo e più antico anche rispetto alle grandi civiltà Sumera ed Egizia. Ci si avvicina sempre di più verso la scoperta di presenze sul nostro pianeta di civiltà antichissime e tecnologicamente evolute, scomparse per motivi naturali o perché autodistruttesi; civiltà dimenticate che forse riusciranno a gettare una nuova luce sulla storia dell'uomo sulla Terra.  

L'indagine sulle antiche civiltà scomparse pertanto andrà avanti e sul nostro notiziario riusciremo ad informarvi volta per volta.


Fonte: Accademia Kronos

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