Ultime news - Unonotizie.it - Tra grotte, caverne e pascoli, situata per la maggior parte nella provincia di Verona e, parzialmente in quella di Vicenza, la Lessinia è quasi un'unità a sé stante nell'ambito delle Prealpi Venete. La solcano numerose valli che dagli alti pascoli scendono e si spiegano a ventaglio verso Verona e la pianura. Qui il turismo è possibile che diventi una scoperta naturalistica e storica, c’è un mondo ricco, variegato e interessante che si svela nei percorsi. Dalle rocce della Lessinia provengono straordinari fossili che si possono attualmente ammirare nel Museo di Scienze Naturali di Verona. L’uomo è presente in quest’area da milioni di anni e la testimonianza più marcata è quella della cultura Cimbra.

Un viaggio di archeologia, etnografia, ambienti rurali, pascoli e fotografia e paesaggio dove si praticano, escursionismo, mountain bike e sci nordico. Questa terra dura  contiene al suo interno la Spluga della Preta, esplorata per la prima volta nel 1925 e considerata fino al 1953 l’abisso più profondo del mondo. È la grotta che più di ogni altra è legata alla storia della speleologia esplorativa: qui si sono confrontati sogni, ideali e truffe, si sono sperimentate tecniche nuove. Nei suoi impressionanti pozzi e nelle sue strettissime fessure sono state scritte alcune delle pagine più esaltanti della speleologia mondiale. C’è l’imbarazzo della scelta tra gli itinerari nella natura che il territorio della provincia di Verona può offrire. I gruppi da seguire e le iniziative in programma, anche gratuite, che si moltiplicano a primavera-estate e contano sull’appoggio di esperti e appassionati del territorio che supportano gli escursionisti.

Da Ovest verso Est, si incontrano le valli di Fumane, di Marano e di Negrar che insieme costituiscono un'unità che ha più carattere storico che geografico: la Valpolicella e poi le valli Pantena, di Squaranto, di Mezzane, d'Illasi, le valli Tramigna, d'Alpone, di Chiampo e dell'Agno. Le alture ad Ovest rientrano nelle Prealpi Venete, con cime tra i 1500 e i 1800 m., e il gruppo del Carega a Nord-Est, che supera i 2200 m. La fascia centrale si attesta invece tra i 1000 e i 1300 metri. Quest’area veneta è anche terra di vini, le strade dedicate ai vini sono molteplici, con percorsi d’arte e gusto. Numerose sono le aziende agricole e cantine che sono a salvaguardia di sapori e tradizioni, gestite con professionalità e dedizione al territorio e che offrono al visitatore il gusto di tutta la provincia. La mineralità vulcanica tipica dei suoi suoli delle alte vallate dei Monti Lessini, rappresentano da sempre un ambiente ideale per la vite ed uno scrigno naturale in cui la viticoltura può raggiungere i più brillanti risultati. I vigneti di alta collina, favoriscono l’esposizione, l’aerazione e l’escursione termica: fattori determinanti per la freschezza e l’aromaticità dei tipici spumanti.

L’ecosistema, la presenza di boschi e prati, di insetti predatori e impollinatori, di microrganismi indigeni che vivono in simbiosi con le piante in generale, di biodiversità naturale,  costituiscono elementi altamente qualificanti in termini di qualità della vita del vigneto, che si traduce immancabilmente in qualità del vino. La presenza di una riserva naturalistica come il Parco Naturale dei Monti Lessini costituisce quindi una risorsa importantissima per la viticoltura locale. I produttori del Lessini Durello DOC adottano logiche agricole rispettose e sostenibili, per esprimere al meglio la grande ricchezza del territorio. Il Durello è uno spumante giovane e alternativo: stuzzicante, dinamico, mai scontato, con un carattere vulcanico che lo rende unico al mondo.  Tra I prodotti della provincia c’è il riso vialone nano IGP, da mangiare in risotti assieme al radicchio rosso dop, entrambi prodotti della pianura, i salumi come la soppressa, i formaggi ed i latticini della Lessinia, il pesce del Garda e dei fiumi, l’olio extravergine di oliva, gli ortaggi tra cui  gli asparagi di Rivoli e della pianura.

Non manca la frutta, con ciliegie e pesche i cui alberi durante la fioritura offrono spettacolari paesaggi, castagne e i marroni dop sulle alture, mele e pere, meloni e angurie in pianura. E ancora i dolci: il famoso pandoro e i suoi ‘antenati’, il nadalin a forma di stella, l’offella di Bovolone, che occupano a pieno titolo le tavole imbandite veronesi del periodo natalizio assieme al mandorlato di  Cologna Veneta, le sfogliatine di Villafranca, i ‘rofioi ‘di Sanguinetto, tutti nella bassa veronese, i San Vigilini,dolci distribuiti a Garda il 6 gennaio durante il “rogo de la vecia”, e a Carnevale, fritole, a Pasqua le brassadèle (ciambelle) e la colomba, la tortafrolla della Lessinia. Anche il miele della Lessinia e delle colline gardesane è rinomato, insieme ai tartufi, i tortellini di Valeggio e la storia del nodo d’amore, la tradizione dell’agrumicoltura della limonaia del Castello di Torri.


Laura Testa

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