1. Impedire la realizzazione del nocivo e distruttivo mega-aeroporto per difendere ambiente e salute, legalità e diritti. Cosa significa in concreto?

- Antonella Litta: Prima di tutto significa informare le persone dell'immenso danno che Viterbo e la sua provincia subirebbero dalla realizzazione di questa grande infrastruttura e poi far valere e far rispettare tutte le leggi e le normative italiane ed europee in materia di rispetto dell'ambiente e tutela della salute.

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2. Tu sei impegnata nel movimento che si oppone al mega-aeroporto e s'impegna per la riduzione del trasporto aereo anche come medico e come rappresentante dell'Associazione italiana medici per l'ambiente (Isde-Italia). Quali sono i motivi specifici di questo impegno?

- Antonella Litta: L'impegno nasce soprattutto  proprio dalla responsabilità che mi deriva dall'essere un medico.

I medici, come affermato anche dall'articolo 5 del nuovo codice di deontologia medica, sono chiamati ad occuparsi dell'ambiente, a vigilare perché questo sia e rimanga sano. L'ambiente non è altro da noi ma è lo spazio nel quale ci muoviamo, l'aria che respiriamo, l'acqua che beviamo, il cibo che mangiamo, la bellezza della flora e della fauna che ancora ci allietano le giornate, la fonte di materie prime necessarie alla nostra attività, il luogo e la fonte della nostra vita. Se l'ambiente è inquinato, se l'ambiente è malato, inevitabilmente - come purtroppo succede - ci ammaleremo anche noi.

Il traffico aereo, come ormai riconosciuto dalla comunità scientifica internazionale, è un fattore d'inquinamento ambientale e danno alla salute. Esso contribuisce notevolmente all'effetto serra ed è responsabile di inquinamento atmosferico, acustico ed elettromagnetico. Nell'ultimo decennio il trasporto aereo ha registrato una costante crescita, soprattutto per quanto riguarda il settore del trasporto delle merci e quello dei voli low cost, solitamente legato al turismo definito anche "mordi e fuggi".

Solo una minima parte della popolazione mondiale viaggia in aereo mentre le drammatiche conseguenze del surriscaldamento climatico, derivanti anche dal trasporto aereo, sono pagate dall'intera umanità in termini di desertificazione, alluvioni, cicloni, sconvolgimenti climatici così gravi che determinano distruzioni e carestie in aree sempre più estese del pianeta.

Il trasporto aereo contribuisce in ingente misura alle emissioni di anidride carbonica - le stime internazionali più accreditate vanno da un minimo dal 3% al 10% - contribuendo così in misura decisiva all'effetto serra e all'inquinamento dell'aria. Le persone che vivono in prossimità di scali aeroportuali sono costrette a subire oltre all'inquinamento dell'aria derivante dall'emissioni di gas tossici e polveri prodotti dai motori degli aerei anche quello acustico ed elettromagnetico. Se venisse realizzato l'aeroporto a Viterbo ci sarebbero tutte queste conseguenze negative per la salute delle persone e le aree delle terme, del Bulicame e dell'Orto Botanico, preziosissime per le loro caratteristiche storiche, terapeutiche e naturalistiche e di ricerca scientifica: subirebbero un danno enorme ed irreversibile, così come il settore dell'agricoltura - che nell'area che verrebbe investita dall'opera è oggi agricoltura di qualità e biologica.

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3. Un'altra gravissima minaccia ad ambiente e salute nell'Alto Lazio: la centrale a carbone di Tor Valdaliga Nord che l'Enel vorrebbe mettere in funzione tra pochi mesi. Con quali conseguenze? E quali sono le alternative necessarie in campo energetico?

- Antonella Litta: La messa in funzione di questa centrale sarebbe un ulteriore danno a tutto il nostro territorio e alla salute dei suoi cittadini. Questa centrale, una volta posta in funzione, brucerà - come si legge dai dati estratti dalla relazione Ctu del Collegio peritale di Civitavecchia - quasi 4 milioni di tonnellate di carbone l'anno, emetterà ogni anno oltre 10 milioni di tonnellate di CO2 (anidride carbonica), migliaia di tonnellate di gas pericolosi, in particolare ossidi di zolfo e ossidi di azoto, e oltre 700 tonnellate tra polveri fini, ultrafini e metalli pesanti, in particolare mercurio, arsenico, cadmio, nichel e radionuclidi generati dalla presenza di radon nel carbone. Questi gas, metalli pesanti e polveri fini e ultrafini del diametro del micron ovvero di un millesimodi millimetro (PM10, PM5, PM 2.5) sono dannosissimi per l'ambiente e la salute. Essi infatti si accumulano nel terreno, nell'aria, nelle acque, nel mare, nella flora, nella fauna; entrano a far parte della catena alimentare e una volta penetrati nel corpo umano danno inizio a fenomeni infiammatori e alterazione genetica che sono alla base di malattie respiratorie, cronico-degenerative, endocrine e tumorali.

L'area di Civitavecchia inoltre presenta già numerose criticità dal punto di vista sanitario ed ambientale, infatti oltre alle centrali elettriche, questa città è sede di uno dei porti crocieristici più importanti del Mediterraneo, il che significa un presenza continua di grandi navi alimentate a gasolio; vi sono inoltre diverse attività industriali, la presenza di elettrodotti che sviluppano intensi campi elettromagnetici e un intenso traffico veicolare su gomma.

Proprio perché in questa area ristretta gravano da decenni molteplici fattori d'inquinamento, sono stati avviati già dagli anni '80 numerosi studi sullo stato della salute dei residenti.

Nel 1996 un'analisi dell'Osservatorio Epidemiologico Regionale metteva in evidenza come nel  triennio 1990/1992 l'area di Civitavecchia (comprensiva anche dei comuni di Tolfa, Allumiere e Santa Marinella) detenesse il primato per la più alta mortalità per tumore polmonare ed occupasse il secondo posto per mortalità neoplastica in generale nella regione Lazio. Ulteriori studi hanno confermato queste osservazioni. Uno studio pubblicato sulla rivista "Epidemiologia e prevenzione" nell'ottobre del 2006 evidenzia l'eccesso di casi di tumore polmonare e pleurico, asma bronchiale, insieme ad un incremento dei casi di insufficienza cronica renale.

E' quindi evidente, e gli studi e i dati scientifici lo confermano, che la popolazione dell'Alto Lazio, che da più di 40 anni già subisce la servitù energetica dovuta all'essere il polo energetico più grande d'Europa, ha già pagato e paga un enorme tributo in termini di malattie e morte.

Mettere in attività la centrale di Tor Valdaliga Nord significa non tener conto di questa situazione ed aggiungere ulteriori fattori di rischio e danno alla salute delle persone e in particolare a quella dei bambini. La scelta più opportuna sarebbe invece un esame attento e dettagliato dello stato di salute dell'ambiente e dei residenti insieme all'avvio di pratiche di risanamento ed eventuale decontaminazione.

La messa in funzione di questa centrale va contrastata senza tentennamenti anche perché in  controtendenza con le indicazioni del protocollo di Kyoto che impongono la riduzione delle emissioni di anidride carbonica. Purtroppo l'Italia insiste ancora sull'impiego del carbone nella produzione di energia elettrica e su un sistema di produzione basato su pochi grandi poli energetici di cui quello Civitavecchia-Montalto è il più grande in Europa. La persistenza in questa scelta è oltre che arretrata e dannosa anche molto vulnerabile ed è poco efficiente in quanto un qualsiasi inconveniente che possa determinare il cattivo funzionamento in un polo produttivo della rete può ripercuotersi con l'interruzione dell'energia elettrica in vaste aree del paese. Invece sarebbe opportuno cominciare a pensare ad un sistema di produzione più diffuso e costituito da impianti di piccole e medie dimensioni (tra 10 e 100 KW e qualche MW) posti in connessione tra loro che consenta di alimentare utenze elettriche vicine a questi piccoli centri di produzione e sfruttare le fonti energetiche rinnovabili (solare termico, fotovoltaico, eolico) diffuse sul territorio e non utilizzabili se invece si continua ad investire sui grandi poli di produzione energetica.

E' necessario avviare subito un risparmio dell'energia elettrica a livello nazionale incentivando l'acquisto di elettrodomestici e lampade a basso consumo, favorendo la costruzione e la ristrutturazione edilizia degli edifici secondo criteri di architettura bioclimatica, incentivando il risparmio energetico nelle attività industriali. Questo tipo di scelte permetterebbe di avere energia pulita a costi bassi e senza il danno alla salute che le centrali a carbone, gas e gasolio (tutti combustibili fossili) provocano. L'Italia non ha bisogno di centrali a carbone come non ha bisogno di quelle nucleari: basterebbe una seria ed onesta politica energetica di risparmio e d'incremento dell'energia da fonti rinnovabili.

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4. Come Isde ti stai occupando anche della questione dei rifiuti e in particolare anche delle discariche abusive. Quale è la situazione, quali iniziative sono in corso, e quali le scelte giuste da fare per una corretta, adeguata e sostenibile gestione dei rifiuti?

- Antonella Litta: Siamo convinti che una seria gestione del problema rifiuti debba essere incentrata  su una politica semplice. quella delle cosiddette "R": Riduzione della produzione, Raccolta differenziata "porta a porta", Riciclaggio, Riuso, Riparazione, Recupero e Responsabilizzazione dei cittadini e delle Istituzioni, in particolare dei Comuni, delle Province e delle Regioni che devono predisporre centri piccoli e diffusi sul territorio, a gestione comunale, per lo smaltimento e il riciclo dei rifiuti solidi urbani (in sigla: Rsu) con aeree per il trattamento della frazione umida che darà vita al compost da utilizzare come fertilizzante naturale. In parole semplici una filiera corta del ciclo dei rifiuti che possa così essere controllato e gestito in relazione alle peculiarità ambientali, sociali ed economiche del territorio.

Se fosse attuata questa modalità di gestione, è ovvio che il quantitativo di rifiuti che necessitano di un trattamento finale si ridurrebbe in maniera drastica e sarebbe possibile trattare le piccola parte residua con tecnologie cosiddette a freddo, efficienti ed operanti già in Italia come il centro riciclo di Vedelago in  provincia di Treviso. Queste metodiche sono un risparmio per le comunità e garantiscono ambiente e salute mentre sono da rifiutare soluzioni che prevedono, per la chiusura del ciclo dei rifiuti, le discariche, i dissociatori molecolari e i termovalorizzatori che meglio sarebbe chiamare con il loro vero nome cioè: inceneritori. L'incenerimento dei rifiuti solidi urbani (Rsu) è infatti una tra le tecniche più dannose per l'ambiente e la salute. I rifiuti non scompaiono bruciandoli ma vengono trasformati in altro: polveri, scorie, gas.

Per ogni tonnellata di Rsu bruciati in un inceneritore si producono circa 330 chilogrammi di ceneri e fanghi, scorie tossiche che devono essere trattate e poi conferite in discariche speciali ad un prezzo che è sempre a carico dei contribuenti. Durante le fasi del processo di combustione dei rifiuti vengono immessi nell'aria milioni di metri cubi di gas dannosi, la cui composizione dipende dal tipo di rifiuto bruciato e che contribuiscono all'aumento dei gas serra, al fenomeno delle piogge acide e di eutrofizzazione di mari e laghi. Le polveri emesse,  meglio note come particolato sottile ed ultrasottile, sono costituite da nanoparticelle  formate da sostanze chimiche (metalli pesanti in particolare: arsenico, berillio, cadmio, cromo, nichel, piombo, idrocarburi policiclici, policlorobifenili, benzene, diossine e furani, ecc.) estremamente pericolose, perché persistono nell'ambiente e possono accumularsi negli organismi viventi provocando gravi e mortali malattie.

Per quanto riguarda la situazione nel nostro territorio abbiamo tre discariche abusive dove sono stati sversati illegalmente rifiuti tossici. Queste discariche, scoperte nel 2005 nei comuni di Capranica, Castel Sant'Elia e Vetralla sono tuttora sottoposte a sequestro e in attesa di bonifica. Come Associazione medici per l'ambiente seguiamo con notevole preoccupazione questa situazione, infatti la presenza di discariche abusive è fonte di rischio sanitario ed ambientale come è già stato rilevato in studi condotti sulle popolazioni che vivono in prossimità di discariche abusive. Abbiamo perciò chiesto di conoscere quali indagini siano state eseguite finora per rilevare il tipo, la composizione e il quantitativo di rifiuti tossici sversati nelle discariche e l'eventuale contaminazione delle falde acquifere, dell'aria e del suolo, e abbiamo chiesto di conoscere i provvedimenti fin ora adottati per la messa in sicurezza delle suddette discariche ed avviare la loro bonifica, e se sono stati effettuati studi per il monitoraggio della salute dei cittadini residenti nelle aree limitrofe, della flora e della fauna.

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5. Un argomento sul quale come Isde di Viterbo vi state particolarmente impegnando in questi mesi è la situazione delle acque del Lago di Vico. Come stanno le cose, e cosa state facendo come Isde?

- Antonella Litta: Il lago di Vico, uno dei più belli del Lazio, rifornisce con le sue acque gli acquedotti dei comuni di Ronciglione e Caprarola. Nell'aprile del 2007 è stata rilevata nelle sue acque la presenza dell'alga Plankthotrix rubescens. Questa alga la cui vitalità e capacità di sviluppo è legata essenzialmente alla temperatura dell'acqua, alla luce e alla presenza di composti fosfati e azotati, che in questo caso provengono soprattutto dai fertilizzanti utilizzati nei noccioleti prossimi al lago, è capace di produrre una tossina (microcistina) in grado di determinare gravissime patologie per la salute umana, soprattutto per quella dei bambini, e danno alla flora e fauna lacustre. Questa alga va incontro ad intense fioriture soprattutto nel periodo autunnale ed invernale con una conseguente maggiore produzione della sua tossina. Questa situazione, fonte di grande preoccupazione per i suoi risvolti sanitari, ci ha spinto a richiedere ai sindaci dei comuni di Ronciglione e Caprarola le documentazioni relative sia alla potabilità e salubrità delle acque del lago di Vico destinate a consumo umano, sia ai controlli, alla gestione e al tipo d'impiantistica in uso nei due potabilizzatori comunali per verificare tutte le misure e i provvedimenti attuati per la tutela della salute. Purtroppo dobbiamo segnalare un atteggiamento di chiusura delle due amministrazioni che ancora oggi non hanno provveduto a rispondere alle nostre richieste, e pertanto siamo stati costretti ad informare di questa situazione il Prefetto di Viterbo al quale abbiamo anche chiesto di acquisire tutte le informazioni riguardanti il monitoraggio delle condizioni del lago, della concentrazione della tossina nelle sue acque e in quelle distribuite dagli acquedotti; un monitoraggio che in questo particolare periodo dell'anno dovrebbe essere attuato con maggiore frequenza. Abbiamo anche chiesto al Prefetto di farsi promotore della richiesta di un nuovo parere sulle condizioni dell'ecosistema del lago di Vico presso l'Istituto Superiore di Sanità e l'Università della Tuscia poiché sappiamo che sono stati effettuati ulteriori e più recenti studi relativi all'alga Plankthotrix rubescens e alla sua tossicità.

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6. Tu sei impegnata anche, come presidente del comitato "Nepi per la pace", sui temi della pace, dei diritti umani, della solidarietà e della legalità. Quali sono le principali iniziative che avete realizzato negli ultimi mesi?

- Antonella Litta: Il comitato si è costituito più di sei anni fa quando nel mondo si annunciava quella che poi sarebbe stata la guerra in Iraq. Da allora il nostro comitato, che fonda il suo statuto sull'articolo 11 della nostra Costituzione, ha cominciato un'azione costante d'informazione su quelle che sono le vere cause che scatenano le guerre nel mondo e di educazione alla pace, alla solidarietà e alla legalità. Abbiamo realizzato questi intenti con alcuni semplici strumenti: incontri nelle scuole, volantinaggi, manifestazioni e feste di piazza, concerti, rassegne di film, conferenze di approfondimento su tanti temi legati alla pace a cominciare dal rispetto per l'ambiente e per le sue risorse. Abbiamo sostenuto progetti di solidarietà in particolare per l'Africa e la Palestina. Queste iniziative sono state realizzate sempre grazie allo slancio, alla generosità e al sostegno dei tanti soci del nostro comitato e dei cittadini di Nepi. Nell'ultimo anno abbiamo organizzato una fiaccolata a sostegno del popolo tibetano e per ricordare tutte le vittime di ogni conflitto a cominciare da quello in Afghanistan dove una propaganda mistificatoria ed ipocrita fa passare per missione di pace un autentico intervento di guerra del nostro Paese in aperta violazione dell'articolo 11 della Costituzione. Insieme agli insegnanti della scuola media di Nepi abbiamo realizzato una serie di proiezioni di film  su temi di attualità che sono stati strumento di riflessione e discussione. Nel mese di luglio abbiamo realizzato la nostra quinta rassegna di "Cinema per la Pace", sette film proiettati sulla piazza di Nepi, ad ingresso gratuito, per informare, conoscere, discutere di argomenti che incontrano il tema della pace e dell'educazione alla pace. In particolare il comitato ha proposto film che hanno posto l'attenzione sul tema dell'integrazione multietnica, della difficile situazione lavorativa del mondo giovanile, dei genocidi nascosti e dimenticati di tanti popoli, della tragedia della prima guerra mondiale, del rapporto con la natura e della necessità sempre più urgente della salvaguardia dell'ambiente e della salute.

Il 14 ottobre 2008 abbiamo promosso, insieme alla sezione "Emilio Sugoni" dell'Anpi (Associazione Nazionale Partigiani d'Italia) e all'associazione "Liberagorà" un incontro con il magistrato Ferdinando Imposimato, una tra le più belle e limpide figure di magistrato ed uomo delle istituzioni che l'Italia possa vantare nella lotta al crimine, al terrorismo e alla mafia, sul tema: "le nuove frontiere dei diritti inviolabili dell'uomo".

In questi giorni stiamo preparando la sesta edizione del concerto "Natale festa di Pace" che si svolgerà domenica 21 dicembre 2008. Sarà un concerto al quale prenderanno parte giovani talenti della musica lirica tra cui Roberto Cresca, giovane tenore nepesino. Durante l'intervallo del concerto avremo ancora la gioia e l'onore di avere come ospite mons. Dante Bernini, presidente emerito di Pax Christi International, che interverrà con una riflessione sul tema della pace.

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7. Qualche libro utile che consiglieresti di leggere a chi volesse impegnarsi sui temi di cui abbiamo parlato in questa conversazione?

- Antonella Litta: Intanto consiglierei a tutti, a cominciare da me stessa, la rilettura della Costituzione Italiana ed in particolare dei suoi primi 11 articoli; poi il libro di Marinella Correggia, La rivoluzione dei dettagli. Feltrinelli, Milano 2007; il testo scientifico di Antonietta Gatti e Stefano Montanari, Nanopathology, Pan Stanford, Singapore 2007; le riflessioni di Guido Viale, Azzerare i rifiuti, Bollati Boringhieri, Torino 2008; e la testimonianza sulla situazione dei rifiuti in Campagna di Bernardo Iovene, Campania infelix, Bur, Milano 2008.

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8. E qualche sito internet che ti sembra particolarmente utile?

- Antonella Litta: Ce ne sono molti a cominciare da quello del nostro comitato che si oppone  all'aeroporto di Viterbo e s'impegna per la riduzione del trasporto aereo: www.coipiediperterra.org; il sito dell'Associazione italiana medici per l'ambiente: www.isde.it; il sito d'informazione sui conflitti bellici nel mondo: www.peacereport.net; il sito per la ricerca degli articoli medici pubblicati sulle più importanti e prestigiose riviste scientifiche, "Pubmed": www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed; il sito della rivista "Ambiente e diritto": www.ambientediritto.it; i siti che studiano i cambiamenti climatici: il Tyndall Centre for Climate Research: www.tyndall.ac.uk e il sito dell'Ipcc - Intergovernmental panel on Climate Change: www.ipcc.ch; il sito della Royal Commission on Environmental Pollution: www.rcep.org.uk, il sito del professor Stefano Montanari studioso di nanopatologie e nanoparticelle: www.nanodiagnostics.it; i siti dei comitati dei cittadini che si oppongono alla realizzazione e all'ampliameno di nuovi aeroporti e s'impegnano per la riduzione del trasporto aereo: www.airportwatch.org.uk, www.comitatoaeroportociampino.it, ospiti.comune.siena.it/filoerba/aeroporto/index02.html, www.noaereibz.it, www.no-fly.info, www.planestupid.com, e il sito del comitato "No coke" di Tarquinia che si batte contro la riconversione a carbone della centrale di Torre Valdaliga Nord: www.nocoketarquinia.splinder.com

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9. Nel corso dell'esperienza del comitato che si oppone al mega-aeroporto quale è stata la cosa più bella, più piacevole o più commovente?

- Antonella Litta: Di sicuro le belle passeggiate al Bulicame e alla terme guidate dal professor Paolo Giannini e dal professor Antonello Ricci insieme a tanti cittadini di Viterbo, e la passeggiata sempre in questa area con la scrittrice Marinella Correggia. E poi il concerto nella notte di plenilunio alle terme Carletti il 18 luglio scorso. Passeggiando in questi luoghi che sarebbero persi per sempre se l'aeroporto fosse realizzato si capisce in pieno tutta la follia, la stupidità e la brama di denaro che muove i fautori dell'aeroporto a Viterbo. Sicuramente molto commovente è stato l'incontro con i cittadini dei due comitati di Ciampino: sentire il racconto dei problemi e delle sofferenze psicologiche e fisiche di chi vive con un aeroporto da oltre 5 milioni di passeggeri l'anno dentro la propria città ci ha dato ancora più forza per opporci alla costruzione dell'aeroporto di Viterbo ma soprattutto per mettere in campo ogni possibile iniziativa perché i voli su Ciampino siano ridotti immediatamente.

*

10. E quale è stata la più brutta, spiacevole o triste?

- Antonella Litta: In verità non ci sono state cose che ci hanno fatto male più di tanto. E' quasi normale purtroppo, anche se non dovrebbe essere così, subire attacchi ed accuse inconsistenti da chi pur di realizzare un progetto per il proprio tornaconto personale non  esita ad arrecare danno alla città, all'ambiente e alla salute delle persone.

Una cosa triste però la voglio ricordare: l'illusione, l'ennesima, che è stata data a tanti giovani viterbesi: quella di avere un lavoro solo se si farà l'aeroporto.

 

Nota per la stampa a cura del Comitato che si oppone all'aeroporto di Viterbo

e s'impegna per la riduzione del trasporto aereo,

in difesa della salute, dell'ambiente, della democrazia, dei diritti di tutti

 

 

 

Per informazioni e contatti:

e-mail: info@coipiediperterra.org

sito: www.coipiediperterra.org

 

Per contattare direttamente la portavoce del comitato, la dottoressa Antonella Litta:  e-mail: antonella.litta@libero.it

 

Per ricevere la newsletter "Coi piedi per terra": nbawac@tin.it

 

* * *

 

Breve notizia sulla dottoressa Antonella Litta

 

Antonella Litta è la portavoce del Comitato che si oppone alla realizzazione dell'aeroporto a Viterbo; svolge l'attività di medico di medicina generale a Nepi (in provincia di Viterbo). E' specialista in Reumatologia ed ha condotto una intensa attività di ricerca scientifica presso l'Università di Roma "la Sapienza" e contribuito alla realizzazione di uno tra i primi e più importanti studi scientifici italiani sull'interazione tra campi elettromagnetici e sistemi viventi, pubblicato sulla prestigiosa rivista "Clinical and Esperimental Rheumatology", n. 11, pp. 41-47, 1993. E' referente locale dell'Associazione italiana medici per l'ambiente (International Society of Doctors for the Environment - Italia). Già responsabile dell'associazione Aires-onlus (Associazione internazionale ricerca e salute) è stata organizzatrice di numerosi convegni medico-scientifici. Presta attività di medico volontario nei paesi africani. E' stata consigliera comunale. E' partecipe e sostenitrice di programmi di solidarietà locali ed internazionali. Presidente del Comitato "Nepi per la pace", è impegnata in progetti di educazione alla pace, alla legalità, alla nonviolenza e al rispetto dell'ambiente.

 

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