La Provincia di Messina è in stato di emergenza ed il WWF accusa: "Il comprensorio di Milazzo è stato indebolito dal cemento e messo a gravissimo rischio per la presenza delle industrie pesanti". La crisi in cui la provincia di Messina è caduta per l'abbondante pioggia delle ultime ore impone una riflessione non soltanto sulla capacità delle città di drenare correttamente le acque piovane, ma anche sull'estensione della impermeabilizzazione dei terreni agricoli a seguito della ripresa espansione urbanistica. Non si tratta dunque solo di sistemare scarichi, fogne, scoli e caditoie (sempre denunciati e mai né programmati né attuati) che impediscano gli allagamenti nelle strade, negli scantinati, né di prevedere controlli maggiori sulle tipologie di asfalto e cemento utilizzate, quanto di capire come il sistema di drenaggio idrico resista e sopporti eventi estremi anche dopo che le città saranno cresciute di milioni di metri cubi aggiuntivi previsti da Piani Regolatori, Varianti e Piani di lottizzazione (senza considerare tutti quelli concessi attraverso accordi di programma o attraverso le sanatorie degli abusi edilizi). La capacità naturale di assorbimento dei terreni agricoli è un elemento di garanzia che progressivamente si indebolisce a causa di nuovi quartieri residenziali e quartieri in cooperative che invadono i terreni agricoli e delle nuove aree produttive e commerciali che sempre più invadono le campagne e minacciano i centri cittadini. L'edificazione senza soluzione di continuità che ormai unisce Milazzo e le città limitrofe avvicinandole pericolosamente, l'intensificazione edilizia che si sta realizzando alle sponde dei torrenti e in prossimità del mare, diminuiscono la capacità del territorio di rispondere in modo dinamico a situazioni quali quelle a cui abbiamo assistito in questi giorni. Dove sono i Piani Comunali di Protezione Civile? Chi ne è a conoscenza? Chi ne sono i Responsabili? Perché non vengono adeguatamente diffusi? Perché i Cittadini devono continuare a vivere nel terrore che possa succedere il disastro evitabile? A tutto questo si aggiunge la totale e gravissima assenza del definitivo “Piano di emergenza esterno” nelle zone limitrofe alle industrie a rischio di incidente rilevante ai sensi delle Direttive Seveso. I Cittadini, oltre a rischiare di ammalarsi per la presenza di sostanze chimiche cancerogene non monitorate, rischiano giorno dopo giorno che si verifichi una situazione di disastro ambientale! Il WWF, nel momento in cui chiede che si ponga alla manutenzione ordinaria delle città e delle infrastrutture esistenti la stessa attenzione e volontà politica che si sta ponendo per le opere straordinarie e spesso inutili, chiede che ci sia un ripensamento rispetto all'esplosione urbanistica che si sta consumando nel Comprensorio, al fine di impedire l'irrigidimento irreversibile del territorio con tutto quello che da questo può tragicamente discendere. 


 Dr. Giuseppe Falliti

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