Dal 1° gennaio anche in Italia è partita la raccolta differenziata di pile e di accumulatori non piombosi: oltre alle batterie per veicoli ora saranno raccolte e riciclate anche quelle per l'elettronica di consumo e gli elettroutensili. 

Con l'inizio dell'anno anche in Italia viene fatto un nuovo fondamentale passo avanti per la tutela ambientale: l'obbligo di raccogliere  le batterie viene esteso a tutte le tipologie di pile e accumulatori oltre a quelle al piombo  (batterie/auto). Il Decreto Legislativo 20 Novembre 2008, n.188, che recepisce la direttiva europea 2006/ 66/CE sulla produzione e il riciclo di pile e accumulatori e che abroga la direttiva 91/157/CEE specificando il carico della raccolta, trattamento e riciclo,  prevede, infatti, la raccolta differenziata sull'intero territorio nazionale di: ·  pile, usa e getta o ricaricabili, alkaline, a stilo o a bottone utilizzate per giocattoli, orologi, calcolatrici, torce, piccoli apparecchi elettrici, ecc. ·  accumulatori o batterie, a ioni di litio, nichel-cadmio, nichel metalidrato, ecc., impiegati per alimentare dagli apparecchi dall'elettronica di consumo agli elettroutensili da lavoro.  
 
Pile e batterie consentono il funzionamento di tutti gli strumenti elettrici ed elettronici che pervadono la nostra quotidianità: telefonini, pc portatili, macchine fotografiche, lettori portatili di musica, navigatori, telecomandi, così come trapani, avvitatori, apparecchi professionali, spazzolini per i denti, rasoi, sono solo alcuni esempi di apparecchi con "energia senza filo".  
 
Complessivamente si stima che ogni anno vengano immesse sul mercato italiano circa 40.000 tonnellate di pile e accumulatori non piombosi, i quali, una volta esaurita definitivamente la propria carica, se dispersi nell'ambiente, diventano rifiuti potenzialmente inquinanti e pericolosi  per la nostra salute. A differenza delle batterie al piombo, utilizzate per i veicoli, che perlopiù vengono sostituite dagli elettrauto, le pile e i piccoli accumulatori, proprio per via delle loro ridotte dimensioni e del fatto che raramente è necessario ricorrere ai centri di assistenza per la loro sostituzione, vengono facilmente buttati nelle nostre pattumiere per poi finire in modo indifferenziato nelle già straboccanti discariche. Il Centro di Coordinamento Pile ed Accumulatori (CdCPA) si pone lo scopo di  raccoglierne il maggior numero  per evitare un danno per l'ambiente ed uno spreco di metalli che possono essere riciclati mantenendo inalterate le proprie caratteristiche.  
 
Il D.lgls. 188/08 introduce un'altra importante novità: a farsi carico dei costi di raccolta e riciclo saranno produttori di pile e accumulatori, organizzati in Consorzi o Sistemi Collettivi.  
  
"Sinora in Italia era obbligatorio il recupero delle sole batterie al piombo, utilizzate per l'avviamento di ogni tipo di automezzo, (veicoli, barche, trattori ecc). E in questo servizio, assicurato dal Cobat, il nostro Paese ha raggiunti risultati di eccellenza tanto significativi da essere assunto ad esempio per altri Stati europei e non - ha affermato Marco Arnaboldi, Presidente del Centro di Coordinamento Pile e Accumulatori e ha poi aggiunto che, Ecoelit, Consorzio Nazionale Volontario Accumulatori ed Elettroutensili (fondato  da  importanti Aziende internazionali quasi tredici anni fa) ha anch'esso contribuito, volontariamente, alla raccolta di batterie operando nel non  piomboso anticipando la stessa Normativa UE. Grazie a COBAT ed Ecoelit  si sono gettate le basi di una efficiente struttura recuperativa che - con la Costituzione del Centro sarà decisamente rafforzata ed migliorata. Il nostro obiettivo  - ha proseguito Arnaboldi – è quello di operare nel raggiungere quegli importanti obiettivi di raccolta previsti dal Legislatore nel pieno rispetto di quello spirito di libero mercato, assicurando trasparenza, operatività e funzionalità secondo i dettami ed i criteri che le nostre Istituzioni hanno voluto profondere nel  Decreto di recepimento".  
 
 
Il Decreto 188/08 ha previsto la costituzione del Centro di Coordinamento Pile ed Accumulatori proprio per  garantire l'efficacia e l'efficienza dell'intero sistema. Il CdCPA ha iniziato la sua operatività il 1° gennaio, non ha fini di lucro, ed ha come fondamentali finalità: 1) l'ottimizzazione delle attività dei Sistemi Collettivi dei Produttori di pile ed accumulatori per incrementare costantemente le percentuali di raccolta e di riciclo di pile e accumulatori a fine vita; 2)  la garanzia  dell'obiettivo primario di tutela ambientale, salvaguardando l'economicità del servizio per tutti i soggetti coinvolti, dai cittadini, agli operatori ecologici, dalle imprese alle Istituzioni tutte. Tra i suoi diversi compiti (art. 4 dello Statuto) il Centro di Coordinamento PA deve:

organizzare un sistema capillare di raccolta di pile e accumulatori esauriti che copra in modo omogeneo l'intero territorio nazionale;
assicurare il monitoraggio e la rendicontazione dei dati relativi alla raccolta ed al riciclaggio dei rifiuti di pile e accumulatori, nonché la loro trasmissione all'ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale);
agevolare e sostenere attività tali da consentire ai consumatori finali di disfarsi di pile e accumulatori a fine vita gratuitamente e senza obbligo di acquistarne nuove;
organizzare ed effettuare adeguate campagne di informazione e sensibilizzazione;
favorire ed incentivare la ricerca e lo sviluppo per una progettazione e fabbricazione di pile ed accumulatori improntante ad una sempre maggiore efficienza ambientale.
Con l'obbligatorietà della raccolta di tutte le tipologie di pile e accumulatori, lo scopo del Centro di Coordinamento è, quindi, far sì che nessuna pila o batteria finisca mai più in discarica ponendo l'Italia tra le Nazioni più attente al patrimonio ambientale.

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