ROMA - (UNONOTIZIE.IT) - Confermato anche per il 2007 il trend in discesa degli incidenti sul lavoro nell’artigianato diminuisce il numero degli infortuni - anche quelli mortali - e cresce la quota di imprese artigiane senza incidenti. La strada è in testa ai ‘luoghi di lavoro’ più pericolosi. Ma l’autotrasporto non c’entra: sono gli incidenti in itinere (quelli che coinvolgono il lavoratore nel percorso casa-lavoro) a mietere il maggior numero di vittime. E’ la formazione uno degli strumenti più efficaci per evitare le morti bianche, un fronte sul quale Confartigianato è particolarmente attiva.

Lo rileva un rapporto dell’Ufficio Studi di Confartigianato. Lo studio, elaborato su dati Inail, stima nel 4,2% la riduzione degli infortuni avvenuti nell’artigianato nel 2007. Un calo cospicuo soprattutto se paragonato all’analogo dato dell’Industria e Servizi dove gli incidenti sono diminuiti di un più modesto 1,2%. Allargando il confronto anche agli infortuni che hanno avuto come esito la morte del lavoratore, l’artigianato mostra una diminuzione degli incidenti più marcata rispetto agli altri comparti: -16%, contro il -12,2% del totale di Industria e Servizi e il -10,6% delle imprese non artigiane. L’analisi sul lungo periodo conferma che si tratta di una riduzione strutturale e non episodica: tra il 1998 e il 2007 gli infortuni nelle micro e piccole imprese artigiane sono calati del 16,1% (-4,6% Industria e Servizi).

Nel confronto con l’Europa, l’Italia non esce sconfitta, anzi. Focalizzando l’attenzione su Spagna, Francia e Germania, il nostro Paese presenta il più basso tasso di infortuni ogni 100.000 occupati, con un valore inferiore del 18,2% alla media europea. Una distanza che si annulla quando ad essere paragonati sono gli incidenti mortali: 2,6 ogni 100.000 occupati contro una media dell’area euro di 2,5. “Tra gli elementi che nel corso degli anni hanno contribuito alla costante riduzione del numero degli incidenti – commenta il presidente di Confartigianato imprese di Viterbo, Stefano Signori - il rapporto di Confartigianato mette al primo posto lo sviluppo della cultura della sicurezza sostenuta e promossa dalle Associazioni territoriali e Enti Bilaterali dell’Artigianato e delle Casse Edili.

In particolare, le consulenze sui temi della sicurezza sul lavoro (R.S.P.P., Primo soccorso, prevenzione incendi etc.) sono state richieste in media dal 14% degli imprenditori, mentre i corsi di formazione hanno riguardato circa il 6% degli addetti delle imprese associate”. Sale la quota di aziende senza incidenti: nel 2006 il 92,4% delle imprese non ha registrato alcun infortunio. L’impressione è quella di un dato in via di sostanziale consolidamento, un’impressione avvalorata anche dai numeri: tra il 2002 e il 2006 l’aumento del numero di imprese senza incidenti è cresciuta dello 0,5%. Su base annua la performance delle imprese artigiane (93%) è migliore rispetto a quella relativa alle imprese non artigiane (91,9%). Cala del 9,0% l’incidenza degli infortuni tra i lavoratori stranieri che passano da 5.173 a 4.708 ogni 100.000 lavoratori; gli incidenti mortali scendono da 6,7 a 5,8 ogni 100.000 lavoratori.

E’ sulla strada che avviene il maggior numero di infortuni. I dati hanno dell’incredibile: 1 infortunio su 10 avviene nel tragitto casa-lavoro, quota che nel caso dei lavoratori dipendenti sale ulteriormente: 1 su 7. Restando sulle strade, nell’autotrasporto artigiano gli incidenti mortali, tra il 2002 e il 2007, sono diminuiti del 45,5%. L’Ufficio Studi di Confartigianato analizza anche il dato degli incidenti in autostrada che hanno coinvolto veicoli pesanti nel primo semestre di un anno, il 2008, considerato dai media l’«annus horribilis» dell’autotrasporto. Bene, nel periodo considerato gli incidenti sono invece calati del 18,3% e del 18,5 quelli mortali.

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