POTENZA - (UnoNotizie.it) - Le recenti notizie di questi giorni circa l'aumento delle incidenze tumorali in Basilicata enunciano quanto siano carenti i controlli del territorio, sempre più esposto alle criticità ambientali.

La Basilicata, nel corso dell’ultimo ventennio, ha subito un'accelerata antropizzazione dell’industria sporca, come dimostra la presenza di inceneritori, discariche, impianti per il trattamento di rifiuti pericolosi, impianti di combustione, stazioni radio base senza una corretta pianificazione e regolamentazione, l’amianto ancora presente nel comparto dell’edilizia corrente, lo stoccaggio di rifiuti radioattivi. A dimostrarlo sono  le due aree di interesse nazionale oggetto di bonifica ambientale: la Val Basento e la zona industriale di Tito scalo, ma anche gli insediamenti petroliferi in Val d’Agri - con relativo Centro Oli, privi dei monitoraggi delle matrici ambientali acqua, suolo e aria (H2S, IPA, COV, Benzene, Polveri), così come prevedeva l’accordo di programma tra Stato-Regione Basilicata ed ENI del 1999.


Anche l’agricoltura soffre il peso dell’utilizzo dissennato di fertilizzanti e fitosanitari, così come dimostra una cartografia sulla vulnerabilità dei suoli a rischio nitrati redatta dall’Ufficio Protezione Civile della Provincia di Potenza, in cui si evince che le due macro-aree, maggiormente esposte, ricadono proprio nei territori di Venosa e Matera. Un altro filone di criticità ambientale su cui sarebbe il caso di intervenire con una riconversione decisa delle pratiche agricole, che guardi con senso di responsabilità al biologico ed alla biodinamica.


Secondo lo studio “Current cancer profiles of the italian region” la nostra regione supera la media nazionale per incidenza dei tumori, con particolare riferimento a due ASL, quella di Venosa e Matera. Nel sottolineare che lo studio fa riferimento alle Aziende Sanitarie Locali, Accademia Kronos evidenzia come l’incidenza dei tumori debba essere contestualizzata per macro-aree, in poche parole estesa ai quei comuni che fanno parte delle ASL e distretti sanitari competenti.

La stessa Regione Basilicata - attraverso l’Osservatorio Epidemiologico Regionale - raccoglie informazioni sui ricoveri ospedalieri attraverso le SDO (Schede Sanitarie Ospedaliere), intraprendendo, in questo modo, un percorso di valorizzazione epidemiologica, finalizzata a costituire una base di dati regionali da utilizzare con la BDM (Banca Dati Mortalità). E’ quanto emerge dall’Atlante Regionale della Morbosità e della Mortalità (indagine 2001-2005) che descrive le condizioni di salute delle popolazioni e l’indice di mortalità per micro-aree (sito: http://www.sanita.basilicata.it/DNNSanita/Default.aspx?tabid=47).


Nel sostenere che lo sviluppo di un territorio, troppo sottomesso alle logiche di profitto, non può prevaricare sulla salute dei cittadini, Accademia Kronos torna a chiedere alla Regione Basilicata un atto di responsabilità, finalizzato alla mitigazione dei rischi derivati dall’esposizione verso fonti inquinanti, attraverso un capillare monitoraggio di tutte le matrici ambientali (acqua, suolo e aria) presenti in regione, con l’ausilio di ulteriori risorse, e di non prevedere insediamenti di nuove industrie inquinanti,  ivi compresa l’adozione di provvedimenti tesi a incentivare pratiche agricole responsabili che tutelino i produttori e i relativi consumatori.

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