TARQUINIA -VITERBO (UnoNotizie.it) - Il Presidente dell’Associazione Umanitaria “Semi di Pace”, Prof. Luca Bondi, accompagnato dalla Dott.ssa Rita Inghes, responsabile Settore Relazioni Esterne, Sviluppo, Promozione e Volontariato, dall’Ing. Giancarlo Andreoli, responsabile della Cittadella dei Giovani e dal sig. Carlo Antonelli, responsabile dei servizi fotografici, si è incontrato con la sig.ra Iingrid Betancourt.

 

L’importante incontro ha avuto l’obiettivo di presentare i progetti in campo internazionale dell’Associazione e concordare, con la sig.ra Betancourt, una futura collaborazione in vista della cerimonia commemorativa per i 29 anni di fondazionedi “Semi di Pace”.

 

Tutti ricordano la drammatica esperienza di Ingrid Betancourt, per 6 anni nelle mani delle forze armate rivoluzionarie colombiane (FARC) e liberata nel luglio 2008. L’ex candidata alla Presidenza della Colombia ora sente di portare avanti la missione a favore delle persone che sono ancora nelle mani della guerriglia.

 

La sig.ra Betancourt, attraverso la Fondazione da lei creata, si è assunta anche l’impegno di un “Progetto di Pace per la Colombia”, denominato Progetto Calamaro. Il Progetto Calamaro ha l’obiettivo di offrire l’opportunità di una vita migliore ai giovani che vivono nella città di Calamar, in quanto questo è un grande centro di reclutamento della guerriglia per la truppa del Reparto che opera sul fronte del Blocco Orientale delle FARC.

 

Calamar è una piccola città alle sponde del fiume Yaupes, situata nel dipartimento del Guaviare, nella zona della conca amazzonica della Colombia, a sud di San Josè del Guaviare, la capitale del Dipartimento, nel mezzo della selva tropicale. Un numero importante delle guardie che tenevano in custodia la sig.ra Betancourt provenivano da questo villaggio. La maggior parte dei ragazzi prima di essere reclutati erano “raspachines”, ossia contadini che si dedicano alla raccolta ed alla lavorazione delle foglie di coca, al processo di trasformazione della stessa pasta di coca e poi in cocaina. Le donne lavoravano nei bordelli della zona. Il progetto intende rispondere alle aspettative di giovani che vogliono lasciare la vita della selva e liberarsi dalla pressione che esercitano su di loro tanto i gruppi ribelli armati così come i narcotrafficanti che imperano nella zona.

 

L’obiettivo deve essere quello di fare di questi ragazzi persone impegnate con gli ideali di pace, solidarietà umana affinché a loro volta possano aiutare gli altri, di persone che si impegnano, una volta ottenuta la propria formazione ed aver raggiunto le proprie aspirazioni professionali, a restituire quanto hanno ricevuto offrendo il loro contributo sociale al servizio della Colombia.

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