ORBETELLO ARGENTARIO-GROSSETO (UNONOTIZIE.IT) 

Il cemento, in Maremma, è spesso al centro delle notizie, visto che numerose sono le speculazioni. Mentre attende ancora risposta la pubblica denuncia fatta  da alcuni Consiglieri Comunali su una grande lottizzazione vicino al mare di Montalto di Castro, il territorio della Maremma è preso d'assalto, anche nei comuni vicini a Montalto, dove malavita, faccendieri e politici sono attirati da opere ed appalti: basti pensare a quanto può ruotare intorno alle centrali di Civitavecchia e Montalto di Castro fino alla discussa autostrada.

Il malaffare è comunque molto diffuso in Maremma nel settore edilizio: proprio oggi sono oltre 170 le pratiche sequestrate sotto la lente d'ingrandimento dei magistrati nell'inchiesta sugli abusi edilizi al Monte Argentario, che ha portato a indagare 54 persone. Per  20 sono scattate le misure cautelari che vanno dagli arresti domiciliari, al divieto di dimora, alla sospensione dell'attivita' professionale.

Nei guai e' finito anche un architetto della Soprintendenza dei beni architettonici e ambientali di Siena e Grosseto. Le accuse vanno dalla corruzione, al falso ideologico, all'abuso d'ufficio ed all'abuso edilizio.

Tra le numerose  irregolarita' figurano piscine costruite senza permesso, volumetrie aumentate, villette nate ex novo, assieme alla speculazione edilizia effettuata a Porto Santo Stefano negli ultimi anni. In due casi i magistrati hanno accertato che sarebbe corso del denaro, in altri ci sarebbe stato uno scambio di favori.

Comunque il tutto era finalizzato ad ottenere permessi nei luoghi dove non si poteva costruire, aggirando vincoli ambientali ed anche ottenendo licenze di costruzione e sanatorie per abusi edilizi precedentemente accertati. Sotto inchiesta e' finito anche l'ex vicesindaco di Monte Argentario con delega all'urbanistica,  5 dipendenti comunali in servizio ed uno pensionato.

L'operazione, portata a termine dalla Squadra mobile di Grosseto, si sta allargando a macchia d'olio,  in altre zone d'Italia. Altri avvisi di garanzia sono stati consegnati a Verona, Arezzo, Roma, Sassari e Genova.

Dalle indagini emerge che le pratiche incriminate facevano sempre capo agli stessi dirigenti comunali e liberi professionisti. Le domande di licenza a costruire se trovavano il tecnico comunale "giusto" l'incartamento riprendeva vita e la richiesta di costruzione veniva autorizzata.

Coinvolto anche un nobile residente a Roma proprietario di immobili all'Argentario dove ora, come prescritto dal gip, non potrà dimorare.

Oltre al divieto di dimora per il nobile romano, per altri sei è scattata la sospensione per due mesi o dall’ufficio pubblico dove lavorano oppure dall’albo professionale. Tra questi c’è anche una funzionaria originaria della provincia di Lecce ma residente a Grosseto.

Secondo l'accusa sarebbe la funzionaria della Soprintendenza di Siena, addetta alla tutela ambientale nella zona dell’Argentario, che avrebbe dato il via libera alle pratiche che le venivano presentate dall’ufficio tecnico.

Secondo la ricostruzione della polizia, che stava indagando da circa due anni sulle pratiche edilizie rilasciate, alcuni committenti si rivolgevano ad un selezionato gruppo di professionisti locali che potevano contare all'interno del Comune di politici e impiegati per vedersi approvare progetti anche quando la realizzazione di nuove opere contrastava con i rigidi vincoli ambientali che tutelano il promontorio dell'Argentario.

Certi favori venivano ripagati anche con somme di denaro. Era stata creata una filiera che portava dal progetto su carta alla realizzazione dell’opera abusiva o, comunque, difforme da quella autorizzata. 

Nel comune di Monte Argentario c’era una vera e propria gestione illecita dell’attività edilizia in un sistema che vedeva coinvolti committenti privati, liberi professionisti, dipendenti e funziorari pubblici.

La Polizia ha effettuato anche 42 perquisizioni domiciliari durante le quali è stato acquisito nuovo materiale che, nei prossimi giorni, potrebbe portare a nuovi sviluppi.

L’inchiesta è partita nel 2007 in seguito a numerosi esposti che segnalavano presunti abusi edilizi ed alcune rimesse a servizio di ville con volumetrie di tutto rispetto, capaci anche di ospitare nella parte sovrastante ampie terrazze attrezzate, dotate perfino di solarium.

Fondamentale è stato il fatto che la Procura ha autorizzato le intercettazioni telefoniche e ambientali dalle quali è stato possibile avere elementi decisivi.
Il proprietario di un immobile sapeva che per ottenere un’autorizzazione per certi lavori doveva rivolgersi ad alcuni professionisti e la richiesta sarebbe andata a buon fine. A chi si affidava ad altri ed in Comune chiedeva perché la sua pratica andava  a rilento, veniva "gentilmente" consigliato di affidare il lavoro ad altri tecnici.

Era stata creata una vera e propria "lobby" del cemento.

L'importante operazione delle forze dell'ordine  ha impegnato più di cento poliziotti della Squadra mobile grossetana, della Sezione anticrimine e di altre questure d'Italia, considerato che diverse perquisizioni sono state effettuate nelle province di Verona, Genova, Arezzo, Sassari e Roma.