ROMA (UNONOTIZIE.IT)

Insieme ad alcuni cittadini di Tarquinia abbiamo incontrato a Roma, presso la sede dell’ARCI regionale del Lazio, un gruppo di dirigenti rom tra cui quelli del Casilino, per cercare di capire anche da loro cosa stava accadendo. Abbiamo così appreso che, d’intesa con il Comune di Roma e con  i relativi finanziamenti pubblici, si sta procedendo al potenziamento dei servizi nel loro campo (acqua, strade, illuminazione, ecc.) dove sono ospitate 800 persone di cui circa la metà bambini che frequentano le scuole romane.

 

Abbiamo scoperto che la stragrande maggioranza di loro è composta da cittadini italiani, romani di seconda e terza generazione; ci hanno risposto con decisione che non accetteranno mai di essere deportati in un campo di concentramento, tanto più ora che stanno investendo qui e hanno raggiunto un accordo con il comune di Roma per il loro insediamento sociale. Abbiamo però avuto modo di leggere l’intero articolo (e non solo il titolo) della Padania del 4 febbraio dove si riporta la notizia di un incontro avvenuto il 3 febbraio tra il Ministro Maroni con i rappresentanti degli enti locali, anche per il problema del trasferimento dei rom dal Casilino a Tarquinia. In quella occasione, riferisce il giornale leghista sarebbe stato raggiunto un accordo, con reciproca soddisfazione delle parti e con un finanziamento di 23 milioni di euro. Alla riunione era presente anche il Sindaco Alemanno, il Presidente della Provincia Zingaretti e il Presidente della Regione Marrazzo; non sappiamo se c’erano altri.

 

Ciò che serve ora è un’operazione trasparenza, portando tutto alla luce del sole, perché la mancanza di informazione genera confusione e disorentiamento tra i cittadini. Basta chiedere a Marrazzo se l’incontro c’è stato, ciò che è stato discusso e se è vero, come riferisce la stampa, che è stato deciso il trasferimento a Tarquinia ed in questo caso se è stato sentito il Sindaco, come sarebbe costituzionalmente corretto. Non abbiamo dubbi sul comportamento di Marrazzo, però una sua parola in merito sarebbe rassicurante.

Infine, quanto a Mazzola, si liberi di una volta per tutte dall’incubo della mia presenza a Tarquinia perché per fortuna ho cose più importanti di cui occuparmi e mi capita di pensare raramente a lui; di conseguenza non entra proprio nelle mie riflessioni e nei miei discorsi.

 

Luigi Daga

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