BRUXELLES (UNONOTIZIE.IT)
Centinaia di attivisti di Greenpeace da tutta Europa hanno bloccato l’uscita dell’edificio dove i ministri europei dell’Economia stanno decidendo come  aiutare i Paesi in via di sviluppo per fronteggiare i cambiamenti climatici. Gli attivisti hanno sigillato l’edificio e si rifiutano di lasciar uscire i ministri fino a quando non avranno preso un impegno concreto per “SALVAR€ IL CLIMA”. (Gli attivisti provengono da 16 Paesi europei oltre a Turchia, Russia, Israele e Libano, tra questi sono 18 gli italiani).

“I ministri dell’Economia stanno concedendo alle banche e ai loro manager miliardi di soldi dei contribuenti, ma non ancora sborsato un singolo centesimo di euro per affrontare la crisi del clima - denuncia Giuseppe Onufrio, direttore di Greenpeace Italia, in questo momento a Bruxelles insieme agli attivisti - Se il Pianeta fosse stato una banca, lo avrebbero già salvato”.

Per ridurre le emissioni di gas serra e far fronte agli impatti già inevitabili dei cambiamenti climatici, i Paesi in Via di Sviluppo necessitano di almeno 110 miliardi di euro all’anno dai paesi ricchi da qui al 2020. Il contributo di ciascun paese al piano di salvataggio del clima si basa sulla propria capacità a pagare e sulla sua responsabilità ai cambiamenti climatici. L’Europa dovrebbe contribuire con 35 miliardi di euro all’anno fino al 2020, che equivalgono ad appena 1.30 euro a settimana per ogni cittadino europeo, pari al costo di un cappuccino in Italia.

“I Paesi dell’UE hanno già dato in varie forme 1700 miliardi di euro alle banche: è come se ciascun cittadino europeo avesse invitato una banca a cena, una volta alla settimana per un anno, spendendo 63 euro.- Spiega Onufrio - I nostri leader non sono riusciti a dare una risposta ai segnali d’allarme della crisi finanziaria e ora noi ne stiamo pagando il prezzo. Non possiamo permettere che commettano lo stesso errore con la crisi del clima. Ci vuole subito un consistente investimento per prevenire i cambiamenti climatici in corso. In caso contrario ci giocheremo, letteralmente, il Pianeta”.

Per agevolare la raccolta di questi fondi, Greenpeace sostiene la creazione di un nuovo meccanismo finanziario che obblighi le nazioni più ricche a sostenere parzialmente il costo del proprio impatto ambientale in termini di emissioni di gas serra.

La decisione di oggi è estremamente importante perché influenzerà direttamente la posizione Europea all’interno dei negoziati ONU sul clima che si svolgeranno a Copenhagen il prossimo dicembre. I capi di stato si incontreranno a Bruxelles il 19 e 20 marzo per mettere una firma definitiva sull’impegno finanziario europeo per aiutare i Paesi in via di sviluppo a fronteggiare i gravi impatti dei cambiamenti climatici che già oggi stiamo osservando.
 
Questa stessa settimana si svolgerà a Copenhagen, dal 10 al 12 marzo, la conferenza “Climate Change: Global Risks, Challenges and Decisions” che farà il punto sugli ultimi sviluppi del fenomeno a livello mondiale.

LINK
Briefing “La responsabilità finanziaria dell’Europa per un accordo globale sul clima”
http://www.greenpeace.org/raw/content/italy/ufficiostampa/file/clima-europa
Briefing english version http://www.greenpeace.org/financing-eu-responsibility

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