ANCONA (UNONOTIZIE.IT)

Rinnovo del materiale rotabile, ripristino delle fermate cancellate, ridefinizione di un regime tariffario omogeneo. Sono i punti essenziali attorno a cui si concentrano le richieste a sostegno dei pendolari ferroviari da parte delle Regioni Marche, Emilia Romagna, Umbria e Abruzzo, che hanno firmato un “protocollo di condivisione delle problematiche del trasporto ferroviario regionale”.

 

A sottoscrivere il documento, su iniziativa dell’assessore Pietro Marcolini, gli assessori regionali ai Trasporti, Alfredo Peri dell’Emilia Romagna, Giuseppe Mascio dell’Umbria e Giandonato Morra dell’Abruzzo: Regioni del Centro Italia con cui esiste una forte integrazione, sia per motivi di lavoro che per motivi di studio, come emerge anche dall’analisi storica dei flussi di percorrenza. Presenti anche i rappresentanti delle associazioni degli utenti del trasporto pubblico locale e dei pendolari, Leonardo De Marco dell’UTP, Silvana Santinelli dell’Adiconsum, Pierino Chiacchiarini della Federconsumatori e il sindaco di Fossato di Vico, Mauro Monacelli.

 

Nel protocollo viene fatto proprio l’impegno a fare fronte comune nelle rivendicazioni da presentare al Governo e a promuovere un’unità di intenti per contrastare la minacciata contrazione di servizi che Trenitalia intende portare avanti.

“I tratti regionali – ha detto Marcolini – sono considerati da Trenitalia come rami secchi e c’è il rischio che questo quadro non migliori. Ci si concentra sulla polpa dell’alta velocità e si lascia l’osso alla cura degli enti locali”.

 

Piena condivisione da parte degli altri assessori. “Mentre dal lato delle infrastrutture viarie molte opere hanno preso il via e se ne può vedere o prevedere la fine – ha detto Giuseppe Mascio – su quello che riguarda il ferro siamo fermi. Basti pensare al fatto che i tratti Orte-Falconara o Spoleto-Terni sono ancora a binario unico”.

La richiesta unanime è che almeno siano garantiti i servizi minimi. “Il lavoro comune – ha ribadito Peri – è fondamentale. E’ importante ristabilire le giuste funzioni. Spetta alle istituzioni evidenziare i bisogni, mentre spetta ai soggetti tecnici soddisfarli sulla base di un piano di investimento che prevede progressione e stabilità nei finanziamenti. Se poi mancano risorse per garantire un servizio, come risposta a un principio di politica sociale, dovranno essere o lo Stato o le Regioni a sopperire a questa esigenza”.

 

“C’è sempre maggiore richiesta di trasporto pubblico come è emerso dagli incontri che abbiamo avuto con i pendolari“, ha evidenziato l’assessore Morra, il quale ha anche lanciato l’idea di affidare a società altre la gestione delle tratte considerate secondarie. Una sperimentazione che ha visto d’accordo anche le associazioni dei pendolari e che nel caso delle Marche potrebbe riguardare la tratta Civitanova-Macerata e San Benedetto del Tronto-Ascoli Piceno.

 

Il rilancio del trasporto pubblico locale, come è scritto nel documento, rappresenta una priorità di interesse nazionale e questo passa anche attraverso l’incentivazione di tutte le forme di integrazione modale e tariffaria in grado di favorire il passaggio dalla mobilità privata a quella collettiva. Le Regioni Marche, Emilia Romagna, Umbria e Abruzzo, da parte loro, si sono fatte carico di importanti impegni tra cui la copertura finanziaria dei maggiori servizi offerti, la contribuzione all’acquisto di materiale rotabile e l’integrazione delle risorse mancanti. Restano ancora da sottoscrivere (ad eccezione dell’Emilia Romagna) i contratti di servizio, a causa della richiesta di Trenitalia di copertura integrale dei costi e dell’intenzione di sopprimere i servizi ferroviari meno redditizi.

 

Inoltre, dall’inizio dell’anno è diventato più difficile per i pendolari l’utilizzo dei servizi appartenenti a categorie diverse, poiché Trenitalia ha soppresso la Carta IC Pass: “Tutto questo – ha continuato Marcolini – ha costretto le Regioni a negoziare con la società nuove possibilità di integrazione che comportano un pesante onere a carico dei bilanci regionali. A ciò si aggiunge, per le Marche, un ulteriore aggravio, per un totale di circa 500 mila euro l’anno, determinato dal fatto che in previsione di bilancio è stata inserita la possibilità di abbonamento scontato per i lavoratori in mobilità o in cassa integrazione, attualmente in numero sempre crescente data la situazione di crisi economica”.

Al protocollo firmato oggi ne seguirà un altro con le associazioni degli utenti del trasporto pubblico locale e dei pendolari che recepisca anche le indicazioni di questi ultimi.

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