A Carpi si celebra il centesimo anniversario della Maratona Olimpica di Londra e della straordinaria “non vittoria” di Dorando Pietri. Si tratta della conferma secolare di un episodio passato alla storia che, oltre ad esaltarne il protagonista, ha soprattutto segnato in modo indelebile ed irreversibile la linea di demarcazione tra il valore morale ed il valore venale di una vittoria, ovvero di una affermazione nella vita come nello sport, che sia riconosciuta ed affermata nei fatti, nei comportamenti, nelle manifestazioni più dirette e spontanee della gente, oltre i lacci e i laccioli delle regole, non sempre giuste. La grande iniziativa internazionale del Comitato per il Centenario, raffinata ed efficiente, sta assumendo una funzione confermativa, ovvero che Dorando è divenuto in modo definitivo ed esemplificativo uno stupefacente simbolo di speranza per tutti coloro che non si arrendono di fronte ad ogni sorta di difficoltà. La “filosofia” e lo stile di vita che si possono richiamare a quel piccolo grande ed intrepido podista italiano sono divenute conclamato patrimonio dell’umanità, prima ancora che motivo di seria riflessione per il nostro mondo, quello dello sport in generale e quello dell’olimpismo in particolare, che per primi avrebbero dovuto e ancora dovrebbero trarre insegnamento dalla “Dorando Story”…
Ogni giorno assistiamo ad eclatanti episodi di slealtà sportiva e di attentati contro la natura dell’uomo, attraverso una non corretta pratica, ma anche a fatti comuni, non eclatanti, ma non di meno gravi, di cattiva educazione sportiva, di un’attività non adeguatamente controllata, di abitudini nocive per la salute, destinate a vittorie formali ma inutili, pericolose.
La lotta alla droga e al doping, alla frode contro se stessi, passa soprattutto attraverso una
forte azione educativa, una corale, razionale, semplice riflessione, che può trarre straordinaria forza dallo sport, che deve porre al primo posto la qualità degli impulsi emulativi con cui tempesta la società civile globalizzata. Per questo, pensiamo a Dorando non come ad un simulacro da musealizzare, ma come ad un simbolo positivo di grande efficacia, ad un rinnovato Filippide, un eroe mitico , maratoneta emerodromo, impegnato nella sua missione più importante, latore di un permanente messaggio di fair play per tutti gli sportivi, le donne e gli uomini del mondo.
Ruggero Alcanterini – Presidente CNIFP
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