VITERBO (UnoNotizie.it)

 

Il Centro Studi Tuscia assiste in questi giorni all’importante dibattito in corso intorno a due temi fondamentali per lo sviluppo del nostro territorio:

 

- La realizzazione di un vero e proprio Parco Termale nella città di Viterbo che, non solo contribuisca alla crescita turistica della città, ma sia anche lo strumento attraverso il quale creare occupazione, rilanciando una struttura un tempo fiore all’occhiello della città papale e che giace ormai dimessa da lungo tempo;

 

- Il rilancio dell’agricoltura di qualità quale patrimonio irrinunciabile del viterbese, la definizione di un nuovo profilo dell’agricoltura viterbese ( qualità, affidabilità e prodotti che rappresentano il territorio), l’iniziativa “campagna amica, prodotti freschi”, una nuova idea di agricoltura,nuovi valori di vita, diversi modelli di consumo, nuovi comportamenti verso l’ambiente naturale e nuove modalità di lavoro” , il Tavolo Verde della Tuscia per diffondere e difendere la buona agricoltura viterbese, per far uscire il sistema agricolo viterbese da un ruolo gregario e per farlo divenire compiutamente l’asse portante del tessuto produttivo del nostro territorio, ed ancora gli sforzi della Provincia di Viterbo, Certificata EMAS.

 

Questo è il tam tam mediatico fatto da esponenti di entrambi gli schieramenti politici  a pochi giorni dal rinnovo del Parlamento Europeo.

Ci appare corretto che autorevoli parlamentari ed amministratori locali enfatizzino quel che c’è di più sano nel territorio e che si presta ad una crescita immediata e concreta, in linea con un’auspicata nuova compagine europarlamentare che metta al primo posto del suo programma politico ambiente e salute dei cittadini .

 

Tuttavia gli assertori dello sviluppo termale e del rilancio dell’agricoltura sono poi gli stessi esponenti politici che, in modo disinvolto e spavaldo, caldeggiano la nascita sul territorio di un mega aeroporto che germogli dalle ceneri di Ciampino (5 mln passeggeri anno) per andare a regime, nel volgere di pochi anni, ad ospitare da 10 a 20 mln di passeggeri low cost all’anno.

 

Orbene abbiamo da sempre sostenuto l’inconciliabilità tra la crescita, auspicata da più di un quarantennio, di queste due importanti ricchezze di Viterbo e della Tuscia (terme e agricoltura di qualità) in generale e l’idea devastante  caldeggiata da una minoranza – certamente non dal 90% dei viterbesi come falsamente qualcuno millanta – di far calare sulla città dei Papi una mega struttura aeroportuale che andrebbe a piazzarsi praticamente alle porte della città, sopra l’area termale, impegnando da un minimo di 300 ad un massimo di 600 ettari di terreni.

 

Ed allora il nostro Centro Studi Tuscia segnala a tutti i cittadini (ed in particolare al neo costituito comitato di agricoltori contro il mega aeroporto), sulla base di un elaborato scientifico, quale potrebbe essere l’impatto ambientale sull’auspicato sviluppo delle terme e dell’agricoltura della prospettata realizzazione del mega scalo in sedime T.Fabbri.

 

Il nostro elaborato ha  lo  scopo  di   valutare  le  emissioni  che diverse tipologie di aeromobili producono  in un  anno e  viene articolato  su diversi scenari in funzione dei movimenti aerei/ numero passeggeri considerati di volta in volta. 

Successivamente   viene  effettuato un confronto  tra le  principali classi  di  inquinanti  prodotte nei  vari scenari  con le  quantità  di inquinanti  prodotte  dalla  centrale  di Torre Valdaliga  Nord prima  e dopo  la  conversione a carbone.

 

 Di seguito i sei scenari ipotizzati :

 

 

N° voli/anno

N° passeggeri/anno

N° voli/giornalieri

N° passeggeri/giornalieri

1

3.412

290.000

9

795

2

11.765

1.000.000

32

2.740

3

34.118

2.900.000

93

7.945

4

68.235

5.800.000

187

15.890

5

117.647

10.000.000

322

27.397

6

235.294

20.000.000

645

54.795

 

cliccando sul link di S.T.A.S.A. (http://www.csaeroportotuscia.it/download.php?view.261) si potranno con immediatezza riscontrare per ciascuno scenario le quantità di inquinanti prodotti messi in relazione con la centrale di Torre Valdaliga Nord  e le pesantissime ricadute ambientali, in termini di piogge acide, per aeroporti destinati ad accogliere movimenti di traffico aereo annuali da 290.000 passeggeri, ai fantomatici 20.000.000.

Allo stesso modo cliccando su altro link di S.T.A.S.A. (http://www.csaeroportotuscia.it/download.php?view.262 e http://www.csaeroportotuscia.it/download.php?view.263)

si avrà un’idea più precisa di come l’aeroporto si  andrà a sovrapporre orientativamente sull’area termale. Per questo argomento, è in corso di stesura un approfondimento storico-tecnico relativamente all’impatto sulle sorgenti prospicienti il sedime T. Fabbri.

 

Per il Comitato Tecnico Scientifico di S.T.A.S.A.

il coordinatore Bruno Barra

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