EVEREST (UnoNotizie.it)

Sono stati riportati a valle i resti dell’elicottero Agusta-Bell 205A-1 schiantatosi il 17 aprile 1973 sull’Everest a 6.300 metri di altezza durante una missione di recupero di alpinisti della spedizione di Guido Monzino.

Il recupero dei resti è avvenuto nella tarda primavera di quest’anno da parte della Eco Everest Expedition 2009 organizzata dallo sherpa Steven Dawa. L’elicottero, che usava l’immatricolazione civile I-EIAA ma in realtà apparteneva all’allora Aviazione Leggera dell’Esercito, era uno dei due trasportati in Nepal a bordo dei Lockheed C-130H a supporto della spedizione di Guido Monzino, forte di 53 militari e nove ricercatori.

Il 1° aprile "Italia 1", questo il nominativo radio utilizzato, era atterrato a 6.500 metri di quota con i piloti cap. Paolo Landucci e serg. magg. Nicola Paludi, stabilendo un record mondiale. Nell’incidente del 17 aprile l’elicottero andò distrutto, i piloti restarono illesi solo lo specialista a bordo riportò una lussazione alla spalla.

La Spedizione di Guido Monzino, la prima italiana, riuscì nell’intento di portare il Tricolore sulla vetta dell’Everest con due cordate la Prima, il 5 maggio 1973,composta da Mirko Minuzzo, Rinaldo Carrell, Sambhu Tamang e Lapka Tenzing, la Seconda, il 7 Maggio, composta da Fabrizio Innamorati, Virginio Epis,  Claudio Benedetti e Sonam Gyaltzen. 

Il relitto di Italia 1 si trovava  parecchie decine di metri più in basso rispetto al luogo dello schianto del 1973, poco al di sopra della grande seraccata del ghiacciaio Khumbu chiamata Ice Falls Una distanza che dimostra i preoccupanti e veloci movimenti del ghiacciaio nel corso di questi tre decenni.

E’ da quel lontano 1973, in cui per la prima volta furono studiati gli alpinisti da un punto di vista di Fisiologia ad alta quota, che gli Italiani hanno nel tempo realizzato importanti progetti di ricerca nell’area himalayana;  basti ricordare il Comitato Everest K2 del Cnr con il laboratorio della Piramide, o lo Share Everest che, con la stazione meteorologica più alta del mondo posta a 8000 mt di quota,  è  rivolto allo studio e al monitoraggio ambientale e climatico nelle aree montane.

L’elicottero era considerato il più grande rifiuto prodotto dalle spedizioni all’Everest ma anche il più difficile da rimuovere, ci auguriamo di poter riportare in Italia parte dei resti per dimostrare la sensibilità ambientale del nostro paese.

La foto dei resti sono di Silvio Mondinelli

- Uno Notizie -

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