VALLERANO (UnoNotizie.It) Vallerano ha celebrato, agli inizi di luglio, il quattrocentesimo anniversario dalla conclusione della costruzione del Santuario “Maria SS.ma del Ruscello”, un luogo sacro particolarmente caro al paese non solo per il suo elevato pregio architettonico, ma soprattutto perche ospitò il miracolo della Madonna. Tutto cominciò agli inizi del 1500, quando un modesto artefice locale dipinse un affresco, raffigurante la Vergine con il Bambino, che venne custodito in una piccola edicola a 300 metri dalla cittadina, nei pressi di un ruscello.

A distanza di circa un secolo il dipinto, particolarmente trascurato e rovinato, venne restaurato da Stefano Menicucci, giovane artista romano di buona fama al servizio del cardinale Odoardo Farnese. Nel momento in cui il pittore inserì dello stucco per colmare una profonda screpolatura sul volto della Madonna all'altezza della bocca, dal dipinto fuoriuscì del sangue che imbrattò le sue stesse mani e la sacra immagine.

Era il 5 luglio 1604 e la notizia del prodigio ebbe un’immediata diffusione a tal punto che, nell'arco dello stesso anno, giunsero a Vallerano moltissimi pellegrini da tutti i paesi della zona. Utilizzando la grande quantità di offerte lasciate dai fedeli, si decise di edificare sul luogo del miracolo un tempio, come reliquiario per la venerata immagine mariana, e nel marzo 1605 si posò la prima pietra per la costruzione che terminò nel 1609. Sul luogo giunsero anche i principi Farnese, signori di Vallerano, che diedero un’enorme contributo per la realizzazione del santuario, vero gioiello d’arte d’inizio seicento.

La pianta con i prospetti, la facciata ed alcuni particolari ornamentali derivano infatti dai disegni del celebre architetto Jacopo Barozzi da Vignola, autore peraltro di importanti opere sia nel viterbese che a
Roma dove divenne, dopo la morte di Michelangelo, architetto capo della basilica di San Pietro in Vaticano. Nel santuario della Madonna del Ruscello lo stile prevalente è quello barocco, ma non il barocco sontuoso, fatto di ori e sfarzosi stucchi, bensì un genere snello, armonioso, di notevole influsso rinascimentale. Lo scavo per le fondamenta della chiesa si mostrò notevolmente difficoltoso a causa della natura friabile e sabbiosa del terreno e della presenza di acqua. I lavori però si verificarono più semplici del previsto in quanto furono oggetto di altri sorprendenti prodigi.

Nel marzo 1605, proprio durante lo scavo per le fondamenta, alcuni operai rimasero sepolti sotto un enorme masso che stavano spostando, uscendone incredibilmente illesi. Il 29 settembre 1606, mentre l'edicola che custodiva la sacra immagine veniva trasportata nel nuovo tempio, cadde a terra fragorosamente rimanendo però perfettamente intatta, così come il dipinto. La comunità velleranese ha così festeggiato, con una serie di manifestazioni religiose, culturali ed umanitarie, quattrocento anni di eventi miracolosi, pellegrinaggi, riti religiosi e iniziative sociali che hanno contribuito alla diffusione del culto della Madonna del Ruscello e a fare della chiesa, nel corso dei secoli, un importante santuario terapeutico, ancora oggi meta continua di pellegrini malati, provenienti da tutto il territorio della Tuscia viterbese. 

                                                                                                                    Elisa Ignazzi

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