VITERBO ( UnoNotizie.it )

Il 2009, di cui tra poco festeggeremo la dine con l'arrivo del Capodanno 2010, è stato l'anno della visita di Papa Benedetto XVI nella Tuscia a  Viterbo e Bagnoregio - “E' stata una celebrazione esemplare, la gente è stata molto devota e composta": come ricorderete lo ha detto Papa Benedetto XVI a conclusione della messa presieduta dal Pontefice nell'area di Valle Faul a Viterbo. In effetti, la visita di Papa Benedetto si è svolta all'insegna dell’ordine e sobrietà: nessuna parola fuori dai discorsi ufficiali, nessun applauso alla messa, massima compostezza da parte dei fedeli. L’organizzazione logistica e la realizzazione delle infrastrutture si sono rivelate impeccabili. La Curia Vescovile, le forze dell’ordine, i Vigili del Fuoco e la Protezione Civile, il sindaco e l’Amministrazione Comunale di Viterbo hanno saputo mettere in campo voglia, capacità e professionalità, rivitalizzando con cura dei particolari la Valle Faul.

Il Santo Padre Benedetto XVI si è dimostrato sorridente e soddisfatto per l’atmosfera familiare e serena respirata nell’intensa giornata e non ha mancato di sottolineare nell’omelia il glorioso passato della Città dei Papi: “Cari fratelli e sorelle, davvero inedito e suggestivo è lo scenario nel quale celebriamo la Santa Messa: ci troviamo nella valle prospiciente l’antica Porta denominata FAUL, che con le sue quattro lettere richiama i quattro colli dell’antica Viterbium, e cioè Fanum-Arbanum-Vetulonia-Longula. Da un lato, si erge imponente il Palazzo, un tempo residenza dei Papi, che nel secolo XIII ha visto ben 5 conclavi; intorno ci circondano edifici e spazi, testimoni di molteplici vicende del passato, ed oggi tessuto di vita della vostra città e provincia. In questo contesto, che rievoca secoli di storia civile e religiosa, si trova ora idealmente raccolta, con il Successore di Pietro, l’intera vostra comunità diocesana, per essere da lui confermata nella fedeltà a Cristo e al suo Vangelo”. Per fare del mondo un “campo di genuina fraternità”, ha affermato Ratzinger, la Chiesa è chiamata a percorrere un cammino in tre direzioni: educare alla fede, testimoniarla ed essere attenta ai segni di Dio. Queste sono linee spirituali e pastorali che stanno a cuore anche al Vescovo Chiarinelli, in quanto sinonimo di ricerca e di iniziazione cristiana.

In questa prospettiva prende volto l’azione caritativa della fede testimoniata da figure viterbesi prestigiose che hanno professato la fratellanza in vari ambiti della società, dalla giovane Santa Rosa, co-patrona della diocesi, fulgido esempio di generosità verso i poveri, a Santa Giacinta Marescotti che promosse in città l’adorazione eucaristica attraverso istituzioni ed iniziative per carcerati ed emarginati, a Mario Fani, iniziatore di quella prima luce che sarebbe poi diventata l’esperienza storica dell’Azione Cattolica in Italia. “E’ significativo - ha continuato Papa Benedetto - che in questo clima di fervore evangelico siano nate molte case di vita consacrata, maschili e femminili, e in particolare monasteri di clausura, che costituiscono un visibile richiamo al primato di Dio nella nostra esistenza e ci ricordano che la prima forma di carità è proprio la preghiera”.

Con 120 suore di clausura provenienti dai 12 monasteri della diocesi, Papa Benedetto ha pregato nel Santuario della Madonna della Quercia dove ha fatto tappa a metà giornata. In un’intensa invocazione,  Papa Benedetto XVI ha chiesto alla Vergine di vigilare sul successore di Pietro, sull'Italia, sull'Europa e sugli altri continenti, nel segno della pace, della concordia tra i popoli.

Al Santuario della Quercia, insieme ai vescovi della diocesi di Viterbo, Papa Benedetto XVI ha consumato un pranzo a base di prodotti tipici della zona, conclusosi con un millefoglie e servito da cinque giovani camerieri. Dopo qualche momento di riposo, il Pontefice si è diretto, a bordo dell'auto coperta e tra gli applausi dei fedeli, allo Stadio "Rocchi".

Qui ha salutato le autorità, il sindaco Giulio Marini e il Prefetto di Viterbo Alessandro Giacchetti, ed è salito sull'elicottero dell'Aeronautica militare con il quale ha raggiunto Bagnoregio.

Elisa Ignazzi

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