ALESSANDRIA (UnoNotizie.it)

Egregio onorevole, la invitiamo a intervenire su quanto appresso, anche oggetto di esposto alla Procura della Repubblica di Alessandria. Un nuovo rischio per ambiente e salute che sta agitando il mondo scientifico.

Lo studio realizzato dall’Istituto  di ricerca sulle acque (Irsa) del CNR  ha evidenziato una concentrazione abnorme di composti chimici « perfluorati » nelle acque del fiume Po: acido perfluoroottanico (PFOA)  ed acido perfluoroarchilsolfonato (PFOS), sostanze accumulabili nel sangue soprattutto tramite inalazione oppure bevendo acqua potabile contaminata vista la loro solubilità. La situazione risulta particolarmente grave a Pontelagoscuro, in provincia di Ferrara, dove sono stati riscontrati tassi di PFOA dalle 10 alle 200 volte superiori a quelli dei principali fiumi europei con picchi di 200ng/L ed un range attuale che oscilla tra i 60 e i 174ng/L. Ma risulta drammatica nei fiumi affluenti Tanaro e Bormida, dove sono stati riscontrati livelli ancora più allarmanti (1.200-1.500 ng/L), per la presenza in provincia di Alessandria di un sito industriale che produce e utilizza tali composti: la Solvay di Spinetta Marengo.

Come confermano le analisi sugli scarichi dello stabilimento.  Tali polimeri sono presenti in una miriade di oggetti di uso comune (padelle antiaderenti, detergenti, pellicole fotografiche, componenti elettronici, eccetera), e a livello scientifico si sostiene che per le loro caratteristiche di persistenza e bioaccumulabilità interferiscono con il sistema endocrino umano, che abbiano correlazione con i problemi di fertilità femminile, che siano in grado di indurre nei ratti in laboratorio l’insorgenza del tumore epatico oltre a determinare seri danni all’ambiente. La ricerca di cui sopra ha evidenziato un incremento insolito di malformazioni a carico delle varie specie ittiche, che presentano entrambi le gonadi, sia maschili che femminili. Oltre all’acqua potabile contaminata, si suppone che fonte di esposizione umana possa essere il consumo di pesce, addirittura quello allevato nella zona dell’Adriatico influenzata dal delta del Po.

Lo  stesso Parlamento europeo, come lei potrà verificare,  ha inserito tali molecole nella direttiva per le sostanze prioritarie che debbono essere sottoposte a monitoraggio obbligatorio, e siano da far rientrare nei limiti proposti entro il 2012. 
Egregio onorevole, quanto sopra riportato, come lei si ricorderà, è stato anche oggetto di denunce presentate da alcuni lavoratori Solvay alla Procura della Repubblica di Alessandria. Non solo i lavoratori, anche gli abitanti della Fraschetta sono esposti ai danni del PFOA. Infatti, presso la Fondazione Maugeri di Pavia (professor Minoia, dott.ssa Sottani) risultano allarmanti   referti di esami ematici per il PFOA addirittura per una lavoratrice non esposta a operazioni che prevedono l’utilizzo della sostanza. Non risulta peraltro che l’ARPA ne abbia in passato provveduto alle analisi nelle falde che alimentano le reti idriche comunali.

Egregio onorevole, quanto sopra illustrato è stato anche  fatto oggetto di interrogazione alla Camera dei deputati: la risposta del Governo ha confermato a) lo studio del CNR, b) il rischio di interferenza dei PFOA con i meccanismi endocrini, c) il rischio dell’uso dell’acqua di fiume come fonte di approvvigionamento idropotabile, d) il rischio di consumo di prodotti ittici, e) il rischio per la salute umana, f) le misure a livello europeo  per una progressiva riduzione e ritiro dal mercato delle sostanze, g) i limiti già imposti da Germania e Usa, h) in Italia invece il non rispetto della Direttiva della Commissione europea, i ritardi, l’assenza di monitoraggi e piani di tutela secondo i criteri legislativi, i) l’inerzia delle amministrazioni locali, l) la necessità di maggiore ricerca scientifica e di interventi.

Egregio onorevole, perciò la invitiamo a intervenire. Consideri inoltre che negli Usa l’EPA (Enviromental Protection Agency), dopo aver accertato tracce di PFOA nel sangue umano (nei cordoni ombelicali, nel sangue delle donne incinte), ha già chiesto ai colossi 3M e Du Pont di sospendere la produzione e l’utilizzo della sostanza. La stessa Du Pont ha già sborsato centinaia di milioni di dollari per patteggiare controversie legali sia con l’EPA per avere omesso le informazioni sui rischi sanitari e gli inquinamenti, sia con gli abitanti avvelenati nelle faglie acquifere.

La invitiamo a intervenire  con le azioni e nelle forme più efficaci, anche con strumenti legislativi, anche di concerto con gli enti e le strutture locali coinvolti, anche tramite monitoraggi esaustivi e provvedimenti d’autorità, onde tutelare la salute dei lavoratori e dei cittadini nonchè lo stato ecologico non solo di Bormida e Tanaro  ma di un territorio vasto che comprende la regione padana, la sua biodiversità, le implicazioni con la catena alimentare umana eccetera. Restiamo a sua disposizione per ogni collaborazione che riterrà opportuna.

MEDICINA DEMOCRATICA MOVIMENTO DI LOTTA PER LA SALUTE

- Uno Notizie Alessandria -

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