SANTUARIO DELLALA QUERCIA, VITERBO: PATTO D’AMORE/ rinnovato il secolare voto in onore della Madonna della Quercia 

Il sindaco di Viterbo Giulio Marini, alla presenza del vescovo Chiarinelli  e di tutti gli ordini e le confraternite religiose di Viterbo, ha rinnovato il Patto d’Amore in onore della Madonna della Quercia. Il rito e la processione, che  si è svolta a Viterbo lungo Viale Trieste da S. Maria del Paradiso fino ad arrivare al santuario mariano, ricordano un voto mai sciolto connesso con la nascita del culto e della Basilica stessa.

Nel 1417 un certo Battista Juzzante fece dipingere su una tegola l’immagine della Vergine col Bambino dal pittore Mastro Martello, detto il Monetto. Il devoto committente incastonò il tabernacolo tra i rami di una quercia a protezione del suo podere in contrada Graziano, luogo di passaggio per i viandanti diretti a Bagnaia e ai boschi del Cimino. Poco tempo dopo cominciarono a verificarsi una serie di straordinari prodigi legati alla sacra icona che determinarono la nascita di una nuova devozione destinata a perdurare nei secoli. Tra i vari incredibili fatti, il più clamoroso avvenne nell’estate del 1467 quando, miracolosamente, venne debellata una terribile pestilenza che aveva infestato l’Alto Lazio. Per ringraziamento alla Vergine, il 20 settembre, a pochi giorni dall'evento, i priori viterbesi accompagnati dalle varie corporazioni, confraternite e da una grande folla, si recarono presso la quercia per una solenne messa, celebrata dal cardinale Pietro Gennari.

La quercia con appesa la tegola fu inizialmente inglobata in una modesta capanna di legno, ma già nel 1470 fu posta la prima pietra dell'imponente complesso monastico, affidato agli uffici dei Domenicani. Più di un secolo dopo, precisamente l’8 aprile 1577, il cardinale Francesco Gambara consacrò il grande Santuario, citato dall’illustre intellettuale Michel de Montaigne in un famoso diario scritto tra il 5 settembre 1580 e il 30 novembre 1581, nel corso di un lungo viaggio che dalla Francia lo portò ad attraversare l'Italia fino a Roma, per poi tornare nella sua tenuta nelle vicinanze di Bordeaux.

Quello dello scrittore francese può essere considerato come il primo grande viaggio compiuto da un intellettuale a scopo formativo: da questo diario infatti derivano tutti quelli che autori come Goethe, De Sade, Montesquieu, Stendhal, scriveranno sulle loro esperienze italiane. Il diario di Montaigne, memorabile resoconto di un uomo curioso dei fatti del mondo e compilato quasi giornalmente in modo piacevole e coinvolgente, è un capolavoro nell’ambito della letteratura diaristica. L’autore, arrivato nella Tuscia, a Viterbo, visitò il Santuario della Madonna della Quercia e, rimanendone profondamente colpito, scrisse: “La chiesa è bellissima, piena di gran religione e di voti infiniti”.

Nel Museo degli ex voto all’interno del santuario sono custodite 206 tavolette, dipinte tra il XV e il XVIII secolo con le scene dei miracoli, e numerosi ex voto d'argento. Questa raccolta, oltre ad offrire un notevole contributo etnografico, costituisce una peculiare forma d’arte che testimonia il valore del culto della Madonna della Quercia.

Elisa Ignazzi

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