Marche, Ancona: vicenda API Falconara Marittima e fonti rinnovabili - Come è noto, più volte abbiamo sostenuto che la questione occupazionale posta dal piano industriale di API raffineria deve essere affrontata non solo in forma difensiva (occupazione e sicurezza) ma anche propositiva.
Secondo Cittadini in Comune oggi i Sindacati ed i Lavoratori devono rimettere al centro dell’azione la propria capacità di progettare la trasformazione futura perché se ci si affiderà alle sole convenienze della proprietà, tra due anni, ci si ritroverà in una situazione simile a quella odierna.

Di fronte alla “bradicardia politica” di  Regione Marche e Provincia di Ancona e al cieco opportunismo del Comune di Falconara va avviata una “inedita” alleanza progettuale con i cittadini: che cosa potremmo chiedere di fare in questo territorio alla Holding API?
Ci auguriamo che uno scossone al torpore progettuale e ad una politica miope possa derivare anche dalla recente Direttiva 2009/28/CE del Parlamento europeo e del Consiglio dell’Unione Europea la quale punta a realizzare entro il 2020, i tre necessari obiettivi comunitari già individuati:
• - il 20% di riduzione dei consumi energetici
• - l 20% di energia prodotta da rinnovabili
• - il 20 % in meno di anidride carbonica immessa nell’atmosfera.

Per fare questo ad ogni Stato viene assegnato un obbiettivo da raggiungere entro il 2020: all”Italia è stato assegnato di raggiungere la quota del 17% di energia prodotta da fonti rinnovabili rispetto all’energia consumata finale.
Un “paletto” comunitario che dovrebbe condizionare anche lo sviluppo e la ricerca industriale dato che, rispetto al 2005, l’Italia dovrà più che triplicare la quota di energia da fonti rinnovabili sul consumo finale di energia: da 5,2% a 17% !

Inoltre la Direttiva europea impone al Governo italiano di impegnare anche ogni Regione al raggiungimento di obbiettivi regionali di produzione di energia rinnovabile rispetto a quella consumata per elettricità, trasporti, riscaldamento e raffrescamento.
Conseguentemente quelle Regioni che si troveranno al di sotto degli obbiettivi stabiliti dovranno adeguare il propri Piani Energetici.
Se prendiamo in considerazione la parte della produzione elettrica, sicuramente essa sarà uno dei settori in cui si dovrà dare un fortissimo impulso all’uso delle fonti rinnovabili ed è molto probabile che anche le Marche dovranno adeguare il proprio PEAR anche sotto tale profilo!

In sostanza si presenterà LA FORMIDABILE POSSIBILITA’ DI RILANCIARE CON ANCORA PIU’ FORZA LA VOCAZIONE VERSO LE FONTI RINNOVABILI DEL PEAR.
Ciò perché, nonostante i progressi nella implementazione della produzione elettrica da fonti rinnovabili, l’Italia rimane ancora indietro rispetto al resto d’Europa.
Si guardi a tale proposito il grafico di fonte GSE riguardo agli obbiettivi da raggiungere entro il 2010 dai vari paesi europei in base alla Direttiva 2001/77/CE del 27/9/2001 sulla “Promozione dell’energia elettrica prodotta da fonti energetiche rinnovabili nel mercato interno dell’elettricità“.
 
Se poi il dato viene disaggregato su base regionale (sempre fonte GSE), possiamo notare che le Marche - rispetto alla scadenza del 2010 - sono soltanto al 7,1% di produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili rispetto a quella consumata, contro un obbiettivo del 22% … la terza parte!
 
Raffrontando il precedente grafico del GSE con i dati della “situazione del comparto elettrico al 2015 tenuto conto degli investimenti previsti dal PEAR” (fonte Regione Marche) emerge che se al 2015 il fabbisogno di energia elettrica sarà di 10.267 GWh, essere in grado di produrne il 22% con fonti rinnovabili significherebbe passare dai previsti 757 a 2.250 GWe e, inoltre, significherebbe quasi pareggiare consumi e produzione di energia elettrica!

PEAR Marche previsione al 2015 
Dunque ci sarebbe molto da lavorare e da creare per raggiungere questi obbiettivi e proprio su questo aspetto, su quello che Gianni Silvestrini (Direttore scientifico del Kyoto Club) definisce la “PRODUZIONE DI TECNOLOGIE” si evidenziano le potenzialità, occupazionali e di ricerca nel settore delle energie rinnovabili sul quale o ci si inserisce subito o si rimarrà tagliati fuori.
Ci sono tutte le condizioni per creare una forte filiera industriale in cui anche API Nòva Energia potrebbe inserirsi con competenza al fianco delle imprese marchigiane che già lo fanno con altrettanta competenza!

Ma, citando ancora Gianni Silvestrini a proposito del fotovoltaico, è necessario che “le politiche governative devono essere commisurate alla creazione di una forte presenza nazionale in questo settore strategico. Occorre cioè creare nel corso del prossimo decennio un’industria solare competitiva sui mercati internazionali. La politica della domanda interna deve essere funzionale a questo obiettivo. Lavorare per un ampio mercato interno senza creare le condizioni per un’incisiva produzione italiana sarebbe una scelta miope e perdente. Per raggiungere questo fine occorre quindi una decisa azione di Governo e va sollecitato l’impegno delle imprese italiane, a iniziare dall’Eni che ha mantenuto nel fotovoltaico una presenza di basso profilo, scelta assolutamente incomprensibile nella nuova fase di crescita tumultuosa del mercato.”

Dunque, si ritorna all’inizio: con un PEAR che ha posto seriamente le basi ed ha avviato una politica energetica innovativa mirata alle fonti rinnovabili e che dovrà essere potenziato in questa direzione, la politica della Regione Marche deve essere decisamente consequenziale, direzionata per favorire e promuovere la attuazione delle potenzialità industriali che ne scaturiscono e che hanno poco tempo per essere colte.
E’ qui che Sindacati, Lavoratori e cittadini devono e possono intervenire insieme e decisamente!
Il più presto possibile!

Loris Calcina
capogruppo consiliare Lista Civile Cittadini in Comune  - Falconara Marittima


- Uno Notizie Marche, Falconara Marittima  - Ancona -

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