“Non procedere alla rimozione del crocifisso negli edifici della Provincia”. Lo ha deciso ieri il Consiglio provinciale approvando (contrario solo Marco Rosati, Prc) il dispositivo modificato della mozione presentata da Francesco Abbate (Pdl) sul crocifisso in sala consiliare e negli uffici di Palazzo Bazzani.

“La croce – ha detto Gabriella Caronna (Pdl) – rappresenta un simbolo che sfida la coscienza e la libertà di ognuno senza nulla imporre e non è da intendere come la violazione dei diritti ma come fonte del rispetto che ad essi si deve”.

“La croce - ha dichiarato Roberto Montagnoli (Pd) – non va ostentata ma difesa nei suoi valori di comunanza e appartenenza. La strumentalizzazione del crocifisso a fini politici è la negazione stessa dei valori che rappresenta”. “Il crocifisso – ha detto il presidente della Provincia Feliciano Polli – è un simbolo importante della nostra storia e della nostra religione, pur tenendo conto delle nuove sensibilità che si affacciano sulla scena”.

Per Massimo d’Antonio (Udc) “non ci si divide in nome di Dio. lasciare i simboli religiosi negli edifici pubblici dove già sono collocati significa trovare un punto di accordo tra tutte le parti”. D’Antonio ha così proposto una modifica al dispositivo della mozione che è poi stata accettata dalla maggioranza del Consiglio provinciale.

Per Alfredo De Sio (Pdl) “la sentenza di Strasburgo è un’ingerenza nella sovranità di un paese come l’Italia che per il quale il crocifisso è un importante simbolo identitario. Per questo occorrono atti simbolici che confermino questi concetti e frenino la deriva relativista dell’Europa”. 

Zefferino Cerquaglia (S.L.) ha affermato che “dobbiamo porci come garanti della libertà di culto senza frapporvi decisioni politiche evitando di fare delle scelte che ci possano mettere in contrapposizione in futuro con realtà diverse”.

“Lasciare i simboli religiosi nelle aule pubbliche dove già esistono - ha detto Pierluigi Spinelli (Pd) - è una scelta condivisibile e responsabile”.

Giorgio Santelli (Idv) ha sottolineato che “la croce non deve essere strumentalizzata per fini politici”.

“Con la sentenza della Corte costituzionale – spiega Pietro Valentini Marano (Pdl) - si sono messi in discussione i valori della nostra tradizione. Una sentenza inopportuna e inappropriata su cui occorre trovare un punto di accordo”.

- Uno Notizie Terni - Umbria -

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