CON 8 RICERCHE, LA MAGGIOR PARTE DEDICATE ALLE TECNOLOGIE PER L’AMBIENTE E ALLE APPLICAZIONI IN MEDICINA, IL LAZIO PARTECIPA ALLA GARA PER L’ASSEGNAZIONE DEL PREMIO SAPIO PER LA RICERCA ITALIANA Le Università romane sono le strutture di ricerca più rappresentate.   I ricercatori candidati – autori delle 8 ricerche in gara – saranno protagonisti della Cerimonia conclusiva di premiazione che si svolgerà venerdì 29 gennaio 2010, alle ore 15.00 presso la Sala della Lupa – Camera dei Deputati, Palazzo di Montecitorio, alla presenza del Presidente della Camera dei deputati Gianfranco Fini.
 
Numerosissime le adesioni pervenute da parte dei rappresentanti del mondo accademico- scientifico- politico – economico e culturale del Paese.
Finalità del Premio è quello di divulgare il lavoro dei ricercatori italiani e mettere a disposizione della comunità scientifica e imprenditoriale tutte le 90 ricerche pervenute perché possano essere applicate, sviluppate e portate avanti.   Si conclude la kermesse promossa dal Gruppo Sapio che incentiva e sostiene la Ricerca scientifica e i Ricercatori Italiani. Sono 90 i Progetti giunti quest’anno che propongono alla comunità scientifica risultati di ricerca di grandissimo interesse in particolare nel settore salute e ambiente.

Il Lazio si conferma contesto di grande fermento 8 ricerche di alto livello sono candidate al Premio e – indipendentemente da quello che sarà l’elenco dei vincitori – rappresentano passi avanti concreti e importantissimi in settori fondamentali per la qualità della vita di tutti, come sono appunto la salute e l’ambiente. Basta una scorsa ai contenuti di questi lavori per rendersi conto che si tratta di risultati di eccellenza, che porteranno ad applicazioni significative in diversi ambiti. Le Università romane in particolare si confermano realtà all’avanguardia in Italia, nelle quali operano studiosi animati da entusiasmo e capacità, che dedicano il loro tempo e le loro energie alla ricerca scientifica, nonostante non manchino le difficoltà.

A tutti loro è dedicata la Cerimonia del 29 gennaio a Montecitorio, in una cornice istituzionale capace di dare loro il giusto valore, per sottolineare quanto il loro lavoro sia fondamentale per il Sistema Italia. Sistema al quale il Lazio fornisce un contributo di sviluppo e conoscenza molto significativo e importante.   Le ricerche in gara: ne presentiamo due (scelte solo per dare l’idea della qualità dei ricercatori in concorso) che potranno avere notevoli sviluppi nel prossimo futuro   Ancora una volta il Lazio si dimostra particolarmente attenta all’ambiente anche per quanto riguarda le ricerche in gara per il Premio Sapio. In particolare ne citiamo due.   La PRIMA riguarda la produzione di idrogeno mediante lo splittamento dell'acqua, con utilizzo di anodi a base di nanotubi di ossido di titanio ad elevato rendimento di foto-elettrolisi.

Il lavoro si è concentrato sullo studio approfondito dei processi che portano alla formazione sistemi nanostrutturati di TiO2, e della loro applicazione come foto-elettrodi per la foto-elettrolisi dell’acqua. Questi sistemi sono composti da nanotubi di ossido estremamente organizzati e costruiti perpendicolarmente al substrato di titanio. Questa conformazione permette così di poter aumentare notevolmente l’area attiva dedicata al foto-assorbimento della luce. L’importanza dell’avere una metodologia affidabile per ottenere questi sistemi nano strutturati di ossido di titanio riguarda essenzialmente la sua semplicità di realizzazione, bassi costi e basso impatto ambientale, nonché la possibilità di produrre idrogeno da soluzioni acquose utilizzando una fonte luminosa.

Infatti, la produzione di questi campioni viene effettuata utilizzando semplice titanio come materiale base, che viene poi sottoposto ad un potenziale elettrico elevato, in una soluzione di glicole etilenico contenente modesti quantitativi di fluoruri ed acqua. Inoltre, l’utilizzo di semplice titanio, invece che materiali foto-sensibili più costosi come il silicio, comporta un ulteriore abbattimento dei costi. Altro dato importante è la versatilità del materiale, dal momento che in letteratura è possibile trovare diverse applicazioni della natura più disparata, quali l’utilizzo come anodo in batterie litio ione o come materiale biocompatibile. Si prospetta quindi l’apertura di diversi campi di ricerca applicativi per questo materiale nano strutturato.

La SECONDA riguarda la possibilità di realizzare celle solari a base di nanotubi di carbonio. Lo scopo della ricerca è stato lo studio delle proprietà elettroniche, optoelettroniche e fotovoltaiche di sistemi a base di nanotubi di carbonio con lo scopo di sondare la possibilità di realizzare una cella solare più versatile rispetto a quelle convenzionali basate sul silicio. L’obiettivo è quello di rendere più efficienti i dispositivi fotovoltaici nella conversione dell’energia solare in energia elettrica e attivi in una regione spettrale più estesa delle celle solari basate sulla tecnologia del silicio. A questo fine, si stanno studiando diversi sistemi basati su nanotubi di carbonio a parete multipla, decorati con nanoparticelle di metalli nobili, mescolati con polimeri e cresciuti su diversi substrati.

La ricerca è tuttora in corso, ma i risultati ottenuti finora sono assolutamente incoraggianti in quanto fanno prevedere la possibilità di migliorare l’efficienza delle convenzionali celle solari basate sul silicio anche in regioni di lunghezze d’onda della radiazione finora non coperte da queste celle (vicino ultravioletto e/o vicino infrarosso), ma presenti nella radiazione solare. Dal punto di vista della chimica-fisica fondamentale, la nostra scoperta è importante in quanto sfrutta le proprietà quantistiche dei nanomateriali per l’applicazione nel campo delle energie alternative e rinnovabili.

Infatti,l’uso di un materiale nanostrutturato estremamente flessibile può permettere un suo inserimento nelle celle solari convenzionali e in tutti gli altri sistemi che si stanno studiando (per es. celle di Gratzel) per la conversione di energia solare in energia elettrica. Le caratteristiche di questo materiale fanno prevedere la capacità di estendere il dominio spettrale di tali celle verso il vicino ultravioletto e il vicino infrarosso, intervalli di radiazione solare attualmente non sfruttati dalle celle commerciali al silicio.  

Il Premio Sapio per la Ricerca Italiana…   …nasce nel 1999 dall’impegno e dalla determinazione di prestigiose Università, di numerosi Centri di Ricerca e del Gruppo Sapio, con l’obiettivo di dare impulso alla Ricerca scientifica in Italia, offrendo a ricercatori e docenti l’opportunità di avere una vetrina per far conoscere gli studi sviluppati su applicazioni innovative, dai potenziali effetti benefici per la società civile. Dal 1999 a oggi, il valore e l’importanza del Premio sono andati crescendo. L’iniziativa ha ottenuto, solo per citare un esempio, per il suo valore meritorio,l’Alto Riconoscimento della Presidenza della Repubblica e della Camera dei deputati.

Dieci anni di grandi risultati, in cui il Premio Sapio ha fatto un’azione di divulgazione scientifica, allargando contenuti di spessore e valore eccezionali, dalla nicchia della comunità degli studiosi al grande pubblico, grazie all’attenzione dei media, grazie al coinvolgimento degli atenei universitari e delle industrie, degli enti pubblici, grazie a tutti coloro che possono aiutare la Ricerca e che con il Premio Sapio sono stati motivati a farlo. 

Venerdì 29 gennaio 2010 alle ore 15.00, alla presenza del Presidente della Camera dei deputati Gianfranco Fini, si svolgerà la Giornata Conclusiva del Premio Sapio 2009.
L’evento si articolerà in 2 momenti: ·l’incontro sul tema Dare valore alla ricerca italiana per dare valore al sistema Italia” quale confronto sul valore e sull’importanza della Ricerca nel nostro Paese e sugli effetti che essa può avere – se incentivata - sulla competitività del Sistema Italia; ·l’Assegnazione dei Premi agli studiosi e ricercatori italiani partecipanti all’edizione 2009 del Premio Sapio per la ricerca Italiana.  



Uno Notizie -Roma-

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