Alcuni giorni fa a Roma si è tenuto un incontro tra noi di AK e  nuclearisti convinti. E’ stato un momento civile di scambio di idee, senza eccedere in enunciazioni dogmatiche o in isterie di gruppo. Ci si è guardati negli occhi e, mettendo da parte livori e posizioni preconcette, si è analizzato il problema del nucleare in Italia con senso di civile concretezza. Un evento strano, in un Paese come l’Italia, in cui si assiste da qualche anno nel settore politico ad un graduale imbarbarimento: da una parte i giustizieri della notte, i “Torquemada”, dall’altra  i “furbi – buonisti” e in mezzo un Paese allo sbando morale ed economico.

Quindi il nostro è stato un confronto sereno e democratico che potrebbe servire d’esempio agli attuali politici, solo se decidessero un giorno di voler fare del bene al loro Paese e non solo a se stessi o ai loro gruppi di “amici”.

Ma torniamo a parlare di cose serie e vediamo insieme i punti di riflessione che  sono scaturiti in questa riunione.

I punti pro del fotovoltaico
Energia gratuita e inesauribile;
Mitigazione climatica ottimale;
Realizzazione di un grande impianto fotovoltaico in un paio di anni ( punto di paragone la recente centrale fotovoltaica di 30 MWh di Montalto di Castro realizzata in meno di 2 anni);
Costi di esercizio molto contenuti.

I punti sfavorevoli del fotovoltaico
Necessità di estensioni di territorio ragguardevoli;
Sottrazione di terreno agricolo ( solo pascolo per capi piccoli: pecore e capre);
Non produce energia di notte;
Determina fenomeni di microclima, alterando le temperature del terreno e di tutto l’ambiente circostante, soprattutto nei mesi estivi.

I pro delle centrali nucleari
Nessuna emissione di CO2 nell’atmosfera – riduzione effetto serra;
Nessun inquinamento nell’atmosfera soprattutto da particolato, SO2 e NOx;
Occupazione di terreni in maniera contenuta, qualche ettaro;
Riduzione drastica (quasi eliminazione) del trasporto via mare e terrestre dei combustibili per alimentare la centrale;
Produzione di grande energia ( 1.600 MWh) in maniera continuativa senza rischi Black Out.

I punti sfavorevoli
Produzione di scorie radioattive;
Area contaminata radioattivamente per secoli;
Tempi di realizzazione ( dalla progettazione, alla costruzione fino alla messa in rete di energia elettrica) lunghissimi: dai 10 ai 12 anni;
Costi di costruzione e di manutenzione altissimi.

L’unico grande handicap del fotovoltaico resta l’impatto ambientale, si pensi che per produrre 30 MWh di energia elettrica servono 80 ettari di terreno. Per eguagliare l’energia prodotta da una centrale nucleare da 1500 MWh (che potrebbe occupare al massimo 10 ettari) calcolando 1,5 ettaro per 1 MWh prodotto,  si dovrebbero sacrificare ben 2.250 ettari di terreno. E se per il fabbisogno nazionale necessitassero 10 centrali fotovoltaiche da 1.500 MWh dovremmo sacrificare quasi un’intera regione.

Questo è il vero problema del fotovoltaico. Un altro è quello che di notte non produce energia, tuttavia oggi la scienza e la tecnologia sembrano essere riusciti a risolverlo. Recentemente il CNR e l’Università di Pisa hanno messo a punto un sistema ( diamante energetico) che durante il giorno parte dell’energia assorbita dal Sole viene trasformata in idrogeno; idrogeno che durante la notte attiva un generatore elettrico che continua a fornire energia alla rete.

Per il nucleare, l’handicap maggiore, oltre alle scorie radioattive, resta il tempo di realizzazione e di messa in rete di energia elettrica: oltre i 10/12 anni. Un tempo troppo lungo che in questo preciso momento, in cui tra tre o quattro anni il petrolio potrebbe non essere più disponibile ai costi attuali ( si parla di oltre 200 dollari a barile), renderebbe vane le stesse centrali nucleari di terza generazione avanzata. Di tempo a disposizione non né abbiamo più, dobbiamo trovare soluzioni rapide entro massimo due o tre anni, altrimenti saranno guai!

CHE FARE ALLORA?

In quella riunione siamo venuti alla conclusione di puntare sulle famose smart grids, ossia trasformare le città in grandi centrali elettriche virtuali capaci di auto sostentarsi e di vendere ad altre città la loro energia elettrica in eccedenza. Sulle smart grids ne abbiamo parlato nella nostra newsletter n. 64, comunque sulla homepage del nostro sito www.accademiakronos.it c’è un piccolo dossier illustrato che spiega cosa sono queste smart grids.

Questa al momento sembrerebbe la soluzione più rapida e realistica. L’Olanda, la Danimarca, La Germania, la Svezia  e tra poco la Francia e l’Inghilterra, si sono votate a questa soluzione intelligente, e noi? Per far contenti i francesi che non sanno a chi vendere i reattori di terza generazione, tra qualche anno soppiantati dai più sicuri ed economici reattori di quarta generazione, penalizziamo ancora una volta il nostro Paese e il nostro futuro!
Il servizio che segue di Vincenzo Ferrara offre ulteriori considerazioni in merito.

Filippo Mariani
Accademia Kronos

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