- Ultime notizie lavoro - Da lunedì 29 marzo, è possibile presentare da parte dei datori di lavoro le domande di nulla osta per il lavoro stagionale degli 80mila cittadini extacomunitari autorizzati, esclusivamente con modalità informatiche e attraverso la collaborazione delle associazioni di categoria autorizzate. E' quanto afferma la Coldiretti nel sottolineare che il “click day”, attraverso il sito web dedicato www.interno.it , è stato autorizzato dal ministero degli Interni in attesa della pubblicazione del decreto che prevede la programmazione transitoria dei flussi di ingresso dei lavoratori extracomunitari stagionali, nel territorio dello Stato, per quest’anno.

Si tratta di una procedura informatica con domande di ingresso on line che evitano le lunghe file alle poste del passato, che lo scorso anno è stata l'associazione che ha presentato il maggior numero di domande ed è impegnata nelle proprie strutture territoriali a raccogliere le richieste dei datori di lavoro. La maggioranza dei lavoratori stagionali extracomunitari troverà occupazione in agricoltura, che insieme al turismo e all'edilizia è il settore con maggiori maggiore opportunità occupazionali per questi lavoratori, sopratutto per le grandi campagne di raccolta delle principali produzioni Made in Italy: dalla frutta alla verdura, dai fiori al vino fino, ma anche negli allevamenti.

Occorre fare presto poiché dopo la pubblicazione del decreto occorrerà attendere gli altri adempimenti amministrativi come il nulla osta dello Sportello Unico presso la Prefettura e il rilascio del visto presto i Consolati all'estero con il rischio concreto che i ritardi mettano in difficoltà l'agricoltura che deve confrontarsi con i tempi dettati dall'andamento stagionale delle produzioni.

C'è infatti molta attesa nelle aziende agricole per l’arrivo dei lavoratori stagionali immigrati dai quali dipende il 10 per cento dei raccolti nelle campagne italiane dove stanno per iniziare i lavori di preparazione della primavera.  Sono molti i "distretti agricoli" dove i lavoratori immigrati sono una componente bene integrata nel tessuto economico e sociale come nel caso della raccolta delle fragole nel Veronese, della preparazione delle barbatelle in Friuli, delle mele in Trentino, della frutta in Emilia Romagna, dell'uva in Piemonte fino agli allevamenti in Lombardia dove a svolgere l'attività di “bergamini” sono soprattutto gli indiani mentre i macedoni sono coinvolti principalmente nella pastorizia.

Secondo una analisi della Coldiretti, il ruolo dei lavoratori extracomunitari nella produzione dei formaggi piu' tipici del Made in Italy, nelle campagne di raccolta di ortaggi e frutta e nelle vendemmie dei vini piu' prestigiosi è senza dubbio piu' rilevante rispetto alla media delle produzioni agricole italiane. Sono circa 30mila le aziende agricole italiane che assumono lavoratori extracomunitari con albanesi, indiani, marocchini, tunisini, macedoni che sono le principali nazionalità dei lavoratori extracomunitari impegnati in agricoltura dove prevalgono i rapporti di lavoro stagionali per le caratteristiche proprie del lavoro nei campi legato ai tempi di raccolta delle produzioni.

Con circa il 10 per cento di extracomunitari sul totale dei lavoratori agricoli è nelle campagne dove la presenza di immigrati evidenzia una incidenza tra le più elevate dei diversi settori economici, secondo il XIX Rapporto Caritas/Migrantes sull'immigrazione. Sono 90.091 i rapporti di lavoro in agricoltura identificati come extracomunitari negli archivi INPS ed appartengono a 155 diverse nazionalità anche se a trasferirsi in Italia per lavorare in agricoltura sono principalmente nell'ordine gli albanesi (17,2 per cento), i marocchini (12,6%) e a sorpresa sorpresa gli indiani (13,8 per cento) che trovano occupazione soprattutto negli allevamenti del nord per l'abilità e la cura che garantiscono alle mucche.


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