Ultime news Roma - UnoNotizie.it - Non siamo ancora tornati nel devastato ’43 dell’armistizio di Cassibile,
ma potrebbe non mancare molto, se è vero che quanto consumi e spesa
alimentare, come ci hanno avvertito i media di recente, siamo ripiombati
indietro di trenta anni buoni, rituffandoci negli ottanta.
Salari e stipendi sono fra i più bassi d’Europa, il lavoro regolare è un
mito, tanto che potrebbe diventare il premio più ambito per chi vince
il Grande Fratello o qualche altro concorso televisivo drogato.
I precari non ancora espulsi non saranno stabilizzati, ma in compenso si
precarizzerano integralmente gli stabilizzati, e gli occupati nel
sommerso parrebbe che sono diventati sei milioni.
Si moltiplicano
i suicidi di coloro che sono oppressi dagli usurai e dal sistema,
Equitalia, Agenzia delle entrate, ed è così che si conduce concretamente
la lotta all’evasione … nel silenzio assoluto di Monti e Napolitano, di
tutti i politici e tecnico-politici, perché, come si sa, “chi tace
acconsente”.
Tutt’al più, si discute del cosiddetto fallimento individuale, o meglio
la bancarotta individuale, quella dei “privati”, della gente comune che
non conta che sconta pignoramenti e morte civile, con la possibilità
furbescamente concessa di rateizzare le estorsioni che deve subire chi
non ce la fa più a pagare.
Niente cancellazioni di debiti, e sembra che si tratti di “last chance
non mercy”, architettato per tenere il debitore ancora sulla corda,
presentargli l’alternativa fra liquidare il debito subito o rateizzarlo,
senza escluderlo per sempre dal fondamentale “diritto al consumo”.
Per questo c’è un disegno di legge governativo in materia.
Il progetto globalista di distruzione della struttura produttiva del
paese per la sua definitiva marginalizzazione nell’economia mondiale è
realizzato da Monti – Napolitano senza incontrare ostacoli di rilievo, e
se qualche sub-tributario politico o sindacale si permette di fare
qualche bizza, avanza qualche critica destinata puntualmente a
rientrare, in merito alla “riforma” del mercato del lavoro non ancora
approvata formalmente, per non rischiare interruzioni nella demolizione
del paese, i Mercati & Investitori aprono il fuoco contro l’Italia e
si rialza minacciosamente lo spread con il bund, seminando allarme,
paura e sconforto.
Un ministro di Monti, un ominicchio prezzolato e incaricato come i suoi
colleghi di tagliare teste, tale Passera, avverte candidamente che la
crisi continuerà per tutto il 2012, e Monti, dall’estero, mentre cerca
di svendere l’Italia, o ciò che ne rimane al capo globalista cinese Hu
Jintao, da Seul e da Tokyo, quale supremo tagliatore di teste nazionale
minaccia e terrorizza volutamente gli italiani.
Il governo dell’occupatore finge di volersi occuparsi del problema del
credit-crunch, che strangola attività produttive e famiglie, mentre
invece è proprio la contrazione del credito, la chiusura dei rubinetti
dai quali affluiscono i soldi, uno strumento importante per
“ridimensionare” l’Italia e far evaporare le sue potenzialità
produttive.
Dittatura indiretta globalista, nata dall’attuale “stato di eccezione
liberalmocratico”, e i sondaggi d’opinione mutuati dal marketing in
luogo delle elezioni politiche caratterizzano questo drammatico
passaggio storico, e il Mario Monti non eletto è come un Caronte,
anglofilo ed anglofono, che traghetta il paese nell’Ade attraversando
uno Stige di lacrime e sangue.
Pietro Ancona ha scritto un bellissimo post, la scorsa settimana,
dedicato alla Cattiveria al Potere, in cui avverte che i sadici e gli
assassini (espressioni mie e non sue, beninteso) sono saldamente al
potere, in Italia, e non si preoccupano minimamente della strage che
stanno provocando, tacciono ignorando la cosa, non hanno una sola parola
di cordoglio, sia pur ipocrita e formale, per gli assassinati dal fisco
e dalla riscossione implacabile dei tributi.
Marco Della Luna, con un’interessante analisi della situazione italiana
dal taglio un po’ tecnico, in cui segnala evidenti convergenze fra la
strategia recessiva di Monti e la strategia autolesionistica di molte
banche e industrie, ci avverte che l’Esodo è bello: scappare via,
emigrare: cercare rifugio altrove è l’unica soluzione possibile per
salvarsi, naturalmente per coloro che possono permettersi di farlo.
Paolo Barnard, assunto definitivamente un taglio da predicatore,
trasformatosi in un Girolamo Savonarola contemporaneo, continua ad
incaponirsi nel voler “spiegare l’economia agli italiani” (MMT, Keynes,
consumi da sostenere, moneta da rinazionalizzare, debito pubblico
positivamente inteso, eccetera) attribuendo all’economia spiegata agli
italiani una funzione salvifica, e la sua opera sarà pure meritoria
(anzi, lo è), ma purtroppo otterrà scarsi frutti, perché l’orizzonte di
massa sta diventando, sempre di più, quello della sopravvivenza
quotidiana, e ci saranno sempre meno tempo e risorse intellettuali a
disposizione per riflettere, studiare, capire.
Marco Cedolin, con Fabio Polese, ha scritto Ci stanno suicidando,
mettendo bene in rilievo che le politiche “di austerità” montiane
spingono al suicidio, e che è in corso una pesante demolizione di tutti i
rapporti sociali non basati sull’economia.
Altri hanno scritto, e fra questi anch’io.
Ci sono in rete innumerevoli post, articoli, analisi, saggi che
testimoniano una volta di più una sola cosa: comprendere non significa
cambiare.
Sabato trentun marzo, come risposta a questa situazione, i soliti
antagonisti da operetta molto indignati, che contano quanto il due di
coppe a briscola, quando escono spade, hanno indetto l’ennesima
manifestazione, diretta contro la speculazione, contro la grande finanza
internazionale e, naturalmente, contro le solite banche che non possono
simbolicamente mancare, in simili occasioni.
“Occupy Piazza Affari” era il loro slogan, se ben ricordo, ma sappiamo
bene che la borsa di Milano era, è e resterà piccola, provinciale,
asfittica, poco importante, simbolo della minorità dell’Italia nel
contesto internazionale, come sappiamo altrettanto bene che
l’”occupazione” di Wall Street, cuore finanziario occidentale con
Londra, con annesso campeggio degli indignati americani a Manhattan, non
ha portato alcun frutto, non ha lasciato alcun segno visibile.
A Milano si è verificato qualche incidente trascurabile, ed in
manifestanti hanno simbolicamente murato l’ingresso della filiale della
BNL di corso di Porta romana.
L’apparato massmediatico di sistema, molto efficiente nella sua opera di
sistematica disinformazione e “distrazione” di massa, pur diffondendo
qualche notizia in merito, non ha certo enfatizzato la cosa oltremisura.
Il potere non si spaventa per questo, non si sente in pericolo, e sembra
che ghigni: “ordinaria amministrazione, lasciamo sfogare che tanto non
hanno capito il nostro gioco e non sanno come difendersi, ammesso che lo
vogliano fare.”
Se questo è almeno parzialmente il quadro della situazione, possiamo ben
dire, parafrasando lo scrittore Sven Hassel che narrava con crudezza
storie della seconda guerra mondiale, non Germania Kaputt, perché non è
ancora venuto il momento della Germania, ma Italia Kaputt!, perché il
momento, per l’Italia, è arrivato.