Civita Castellana, ultime news - Venerdì 20 aprile, in occasione dello sciopero generale nel Lazio, la Cgil di Viterbo dà appuntamento a Civita Castellana per un corteo che partirà alle 9,30 da piazza della Liberazione e si chiuderà con il comizio in piazza Matteotti.“Abbiamo scelto di riunirci per manifestare contro la riforma del lavoro, per la salvaguardia dell’articolo 18, la tutela dei giovani e un fisco più equo proprio a Civita, la patria delle ceramiche, perché è – afferma Miranda Perinelli, segretario della cgil – il triste emblema della crisi del Viterbese”.
I numeri, aggiornati ad aprile 2012, restituiscono la fotografia di un’emergenza sociale, oltre che economica. Nelle 50 aziende ancora attive nel comparto si registrano 2.697 dipendenti. A oggi 1.933 usufruiscono di ammortizzatori sociali. Nello specifico, si registrano 634 dipendenti in cassintegrazione ordinaria, 506 in cassintegrazione straordinaria, 284 in cassintegrazione in deroga, ai quali vanno aggiunti 431 lavoratori in mobilità e 93 contratti di solidarietà. Alcune di queste aziende hanno finito il periodo di cassa ma sono in procinto di rinnovo in Regione.
“La scelta di Civita Castellana – prosegue Perinelli – nasce dalla volontà della Camera del Lavoro di Viterbo di dare risalto e visibilità alla ormai annosa e grave crisi che sta attraversando il distretto ceramico, aggravatasi in questi ultimi anni come lo è per tutto il comparto del manifatturiero italiano. Siamo molto preoccupati per il futuro del distretto della ceramica dove si concentra il più alto numero di lavoratori che hanno subito le ricadute negative della riforma delle pensioni e che si troveranno a breve senza alcun sostegno al reddito, senza ammortizzatori sociali e senza pensione, per effetto dell’allungamento dell’età pensionistica. Siamo preoccupati per tutti coloro che si trovano in questa situazione, compresi gli esodati, perché privi della possibilità di essere ricollocati al lavoro, vista l’età avanzata e la non preparazione per l’inserimento in altri settori produttivi”. Tutto ciò va legato ai temi delle rivendicazioni a carattere più generale della Cgil, in ragione delle proposte sul ddl riferito alla riforma del mercato del lavoro.
“Diciamo no – prosegue il segretario - ai licenziamenti facili e alla precarietà, che il ddl non ha assolutamente risolto, rimanendo in auge tutte le 46 tipologie contrattuali, non eliminate come invece avevamo chiesto, introducendo solo alcune modifiche non risolutive. Sull’art. 18 riferito ai licenziamenti per motivi economici, vigileremo affinché il testo venga non solo approvato per quanto riguarda il reintegro per motivi economici, ma migliorato rispetto ad alcuni passaggi non chiari rispetto all’effettiva efficacia”.
“Per garantire un futuro ai giovani, partendo dalla richiesta di intervenire per lo sviluppo e la crescita del paese, che fino ad ora il governo non ha affrontato, occorrono – sostiene Perinelli - investimenti da parte del pubblico e del privato per l’occupazione. Fino ad ora il governo ha legiferato e deciso con l’effetto di aggravare la fase recessiva e non il contrario. Se si deprime il Paese con tasse e balzelli sui tre livelli istituzionali - Comuni, Regione, e Stato - non se ne esce. L’appesantimento dell’Irpef, l’Imu, l’Iva, l’accise sulla benzina che incide sui beni di consumo anche di prima necessità, ha messo gli italiani in ginocchio”.
“Sugli ammortizzatori sociali il ddl sulla riforma del mercato del lavoro – conclude - non prevede l’universalità così come era stato annunciato e non prevede neanche l’inclusione dei lavori discontinui. Chiediamo che per le varie forme di lavoro possano essere cumulate per il diritto alla indennità di disoccupazione. Chiediamo che venga diminuita la tassazione sul lavoro dipendente e pensioni, precisando che sono i maggior contribuenti dello Stato. Per questo ribadiamo che occorre vengano colpiti in maniera definitiva gli evasori, i corrotti che provocano una continua emorragia alle entrate dello Stato, a danno di lavoratori e pensionati”.