Rifiuti Malagrotta, ultime notizie Roma - Pian dell’Olmo sarebbe una scelta sbagliata. Il Partito Democratico di Riano l’ha detto, i suoi dirigenti l’hanno sempre sostenuto. L’intervento nel marzo scorso del Ministro dell'Ambiente Corrado Clini, che ha mostrato fin da subito competenza e conoscenza della materia, ha indirizzato la risoluzione dell’emergenza dalla semplice ricerca di una buca da riempire di rifiuti ad un modo corretto di affrontarne la raccolta e lo smaltimento nella città Capitale d’Italia, nel rispetto delle norme ambientali e delle direttive europee vigenti.
L’aver fortunatamente accantonato le assurde scelte di Quadro Alto a Riano e Corcolle – San Vittorino a Roma, ha però riportato in auge il sito di Pian dell’Olmo, destando nuovamente preoccupazione nelle comunità dell’area a nord della Capitale. Pian dell’Olmo, al confine tra il comune di Riano e quello di Roma, al contrario di Quadro Alto è un sito dalle scarse dimensioni. Quadro Alto avrebbe sicuramente significato che i cittadini di Riano si sarebbero tenuti la discarica di Roma Capitale per i prossimi 30 anni o più, prolungati di altri 35 per il necessario monitoraggio post mortem, imponendo così ad un intero territorio una catastrofe economica ed ambientale irreparabile tale da “ingessarlo” per chissà quanti anni e arrecando un danno alla salute dei cittadini di dimensioni spropositate.
In questi difficili mesi, tra i pochissimi interlocutori istituzionali, ho avuto modo di discutere della situazione emergenziale con il Presidente della Provincia di Roma Nicola Zingaretti e l’Assessore alle Politiche del Territorio e Tutela Ambientale Michele Civita. Ho ascoltato le loro posizioni - certamente non condivisibili – sulla necessità di trovare un sito “provvisorio” che, secondo gli stessi, poteva rispondere alle caratteristiche di Pian dell’Olmo. È bene ricordare che i sette siti sono stati individuati dalla Presidenza della Giunta Regionale del Lazio a guida Polverini attraverso un documento di discutibile fattura, per cui oggi la Procura di Roma ha aperto un fascicolo contro ignoti. Quel documento, definito “analisi preliminare”, rappresenta il “vademecum” del Commissario Straordinario. Infatti, nel decreto di nomina dello stesso, firmato dal dimissionato Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, era specificato che S.E. il Prefetto di Roma, nella sua veste di Commissario Straordinario avrebbe dovuto superare l’emergenza scegliendo tra i sette siti quelli più idonei per una discarica provvisoria, salvo la possibilità di trovarne uno migliore al di fuori della rosa fornitagli. La motivazione della preferenza della Provincia di Roma era unicamente associata alle piccole dimensioni del sito e proprio in considerazione di ciò avrebbe testimoniato la reale provvisorietà contrariamente alla maschera creata per Quadro Alto, che come tutti ormai sanno, di provvisorio non avrebbe avuto nulla.
Un modo, a parere della stessa Provincia, di evitare la scelta folle, impraticabile e pericolosa di Quadro Alto e Corcolle, sostenuta dal Comune di Roma, dalla Regione Lazio e confermata dal Prefetto/Commissario che essendo irrealizzabile avrebbe condotto la città di Roma ad una “vera“ emergenza. Oggi, dopo l’intervento del Ministro Clini in un caos creato da una gestione commissariale assai discutibile, si è chiesto un pieno coinvolgimento con conseguente assunzione di responsabilità da parte di tutti i soggetti istituzionali, tra cui la Provincia di Roma. È normale pertanto che si siano accesi i riflettori sulla posizione che il Presidente Zingaretti assumerà nei prossimi giorni al tavolo formalizzato dal Ministro. In questa fase, le considerazioni fatte in passato dalla Provincia sul sito di Pian dell’Olmo, hanno ripreso quota e se potevano essere considerate “legittime” sotto il profilo “politico” mesi fa, oggi non sono “tecnicamente” conformi alla norma, particolarmente dopo le valutazioni dell’Autorità di Bacino della Valle del Tevere e gli studi effettuati dall’Università Federico II di Napoli.
Se la Provincia di Roma, che molto ha fatto in questi quattro anni per incrementare la raccolta differenziata nei suoi 120 comuni, dovesse nuovamente esprimere preferenze su Pian dell’Olmo come sito “meno inidoneo”, non ho dubbi nel dire che commetterebbe un grave errore. L’angoscia dei molti cittadini di Roma Nord ormai provati da mesi di lotte rischia di trasformarsi in un più generale ed indefinito senso di rabbia mista a scoramento nei confronti di chi fino ad oggi ha dimostrato con i fatti l’impegno per l’ambiente, per la sana gestione del territorio e per la valorizzazione delle risorse naturali. Per questo non condivido l'accanimento maturato in questi ultimi giorni nei confronti del Presidente della Provincia di Roma. Deve essere chiaro però che ci si aspetta una posizione della Provincia coerente ed in piena sintonia con le politiche ambientali e dei rifiuti adottate in questi quattro anni. Inoltre, con estrema chiarezza, non vorrei che qualcuno oggi strumentalizzasse un’ipotesi datata a qualche mese fa - che ripeto ci trova assolutamente contrari - giocando a trovare pretesti per un’eventuale compiacenza dell’Amministrazione Comunale di Riano che, notoriamente, sta affrontando con serietà ed efficacia una guerra impari. La nostra netta contrarietà all’ipotesi di Pian dell’Olmo risale già al 26 giugno scorso quando non era ancora stata dichiarata la presunta emergenza.
L’amministrazione appena eletta, come tutti sanno, ha manifestato pubblicamente il proprio dissenso a quelle che all’epoca venivano considerate solo indiscrezioni di giornali. Stiamo attenti agli imbonitori ed alle sirene! Vorrei infatti aggiungere, per chi suo malgrado non lo sa, che Pian dell’Olmo non è un buco da riempire ma una collina; invece per chi ha avuto la possibilità di goderne la bellezza sa, che solo al proprio interno si trova una piccolissima cava dismessa oggi utilizzata come poligono di tiro. La splendida collina di Pian dell’Olmo si affaccia sul fiume Tevere nel tratto più bello della campagna romana, dove lo stesso si contorce formando un’ansa a fiasco. La collina inoltre era stata scelta dagli antichi romani come sito di avvistamento al punto da erigere una torre. Un luogo in cui, tra l’altro, vi sono stati numerosi ritrovamenti archeologici e paleobotanici tra cui gli scheletri ben conservati di elefanti (Elephas antiquus), rinoceronti (Stephanorhinus hemitoecus), cervi (Cervus elaphus rianensis) e daini (Dama clactoniana), un cui esemplare, conservato presso il Museo di Paleontologia dell’Università La Sapienza, recuperato in connessione anatomica, costituisce l’unico esemplare completo della specie finora riconosciuto in Europa. Per questi motivi sull’area oggi gravano vincoli di tipo paesaggistico, ambientale ed archeologico.
Oggi a Malagrotta vengono abbancati circa 1.400.000 tonnellate di rifiuti all’anno su un’estensione di 160 ettari e 1000 sono i camion che percorrono le strade limitrofe. La buca di Pian dell’Olmo è più piccola di un campo da calcio ed è raggiungibile dalla sola strada provinciale Tiberina già percorsa dalle migliaia di auto dei pendolari che si recano quotidianamente a Roma per motivi di lavoro o studio. Fate voi le debite considerazioni! Non esistono ampliamenti o sbancamenti che possano giustificare l’emergenza romana deturpando un paesaggio che si candida ad essere Patrimonio Mondiale dell’Umanità per l’Unesco. Se il Commissario, e non altri, dovesse indicare Pian dell’Olmo come soluzione “condivisa” sarebbe una “non scelta”.
Non è questa l’assunzione di responsabilità che chiedono i cittadini quando si è chiamati a governare: non chiedono di sfigurare i territori, perché altri l’hanno già fatto, non chiedono di decidere sulle loro teste, assumendo oneri per errori altrui; chiedono di risolvere i problemi, non di spostarli. Come cittadino e amministratore di un Comune della provincia di Roma, non voglio che la Capitale del mio Paese prosegua su un cammino che in questi quattro anni l’ha affossata e ridicolizzata in tutta Europa. Abbiamo bisogno di una Capitale che lavori in sinergia con il suo hinterland e non lo prenda in considerazione solo per scaricare i problemi. Abbiamo bisogno di una Regione che valorizzi turisticamente il nostro territorio sviluppandone le infrastrutture anche a servizio della Capitale. Abbiamo bisogno di politiche di programmazione smettendola di ricorrere allo stato d’emergenza quando non si sa come risolvere i problemi. Non servono gli slogan, serve una buona politica, in un paese normale.
Luca Abbruzzetti
Assessore alle Politiche Sociali, Educative, Scuola e Igiene Urbana del Comune di Riano