Ausl, Cnr e Università della Tuscia di concerto per importante lavoro di mappatura regionale volto a individuare le pericolose coperture in cemento amianto -
Rilevamenti aerei, con speciali sistemi di acquisizione di immagini all’infrarosso e di dati su una cospicua area della provincia di Viterbo e del Lazio, per avere un quadro più preciso della quantità di coperture in cemento amianto ancora presenti sul territorio della regione. È l’obiettivo che intende raggiungere il progetto, entrato nella sua fase realizzativa nelle scorse settimane, basato sulla collaborazione scientifica tra l’Istituto inquinamento atmosferico del Cnr (Consiglio nazionale delle ricerche), il dipartimento Scienze dell’ambiente dell’Università della Tuscia e il Laboratorio di igiene industriale - Centro regionale amianto della Ausl di Viterbo che è la struttura pubblica di riferimento nel Lazio per i problemi connessi alla presenza di amianto.


L’iniziativa ha una valenza scientifica, ma anche sociale e sanitaria considerevole, poiché risponde in maniera appropriata e innovativa alle necessità conoscitive previste dalla normativa sulla prevenzione e protezione dai pericoli per la salute. La mappatura dei materiali con amianto attraverso il telerilevamento, nello specifico, pone la Regione Lazio su livelli di eccellenza nazionale, tanto che il progetto sta riscontrando l’interesse di altre regioni che hanno le stesse necessità di pianificare gli interventi di prevenzione su questa problematica. L’accordo di collaborazione con il Cnr e l’Università della Tuscia è inoltre la conferma della bontà del lavoro svolto in questi anni e della credibilità professionale sviluppate dal Laboratorio di igiene industriale in questa materia.

La mappatura dell’amianto, avviata nel 2009, ha come finalità quella di evidenziare nel territorio gli edifici e i siti nei quali è riscontrata la presenza di materiali che lo contengono e valutarne la loro pericolosità. La prima fase del progetto realizzato dal Centro regionale amianto è stata dedicata al censimento di edifici pubblici o aperti al pubblico, ai siti dismessi, ai siti estrattivi e a una ricognizione preliminare dei più grandi impianti industriali, che ha permesso di delineare una prima immagine della situazione regionale, con oltre 1000 situazioni identificate e caratterizzate.

L’attuale fase di telerilevamento aereo, mirata alla quantificazione del materiale con amianto attualmente più diffuso, vale dire le coperture in cemento amianto, permetterà invece la realizzazione di mappe georeferenziate sul territorio e una stima delle quantità ancora installate, importante parametro per prevedere i flussi di materiale da rimuovere e le discariche necessarie (si sottolinea che attualmente nel Lazio non esistono discariche in cui poter conferire questo materiale, che va in altre regioni o all’estero). Ciò consentirà, inoltre, di programmare le priorità degli investimenti economici necessari a interventi di messa in sicurezza, di bonifica e di smaltimento dell’amianto.

“Abbiamo individuato nel CNR e nell’Università della Tuscia – spiega il dirigente del Centro regionale amianto della Ausl di Viterbo, Fulvio Cavariani - i riferimenti tecnici che potessero agire in sinergia con le nostre capacità analitiche sull’amianto per raggiungere gli obiettivi della mappatura regionale. L’ateneo viterbese, infatti, è in grado di offrire le esperienze in materia di telerilevamento ambientale e le conoscenze territoriali della provincia in cui contestualizzare i ritrovamenti di coperture in cemento amianto. Il CNR, invece, ha sviluppato negli anni una vasta e consolidata esperienza specifica in materia di individuazione dei materiali con amianto a seguito di rilevamenti aereofotogrammetrici con specifiche sonde e ha già acquisito dati in diverse aree regionali individuando tali materiali con elevata specificità. Contiamo di fornire entro la fine dell’anno i primi dati in merito”.
   
L’azienda sanitaria mette in campo il Laboratorio di igiene industriale, Centro regionale amianto.


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