“Il Trasporto della Macchina di Santa Rosa? Un evento a tutto tondo: religioso, umano e civile”. Nuccio Fava, per due volte direttore del Tg1, è stato tra gli ospiti della Provincia in occasione del 3 settembre e racconta le sue impressioni su”Ali di luce”.

 

La Macchina – racconta – l’avevo già vista dal Comune negli anni ’80. Ma devo dire che questo modello ha creato un equilibrio straordinario, con l’effetto delle ali che si aprono, la struttura insieme aerodinamica ed elicoidale, i giochi luminosi, e in alto quella statua esile, quasi a protezione della città, che sembra dire ai viterbesi ‘Non vi preoccupate, guardate, così piccola, quanto sono arrivata in alto’. Un effetto insieme di forte realismo e straniamento, quasi una suggestione onirica”.

 

Ma a colpire Fava, anche il grande sentimento che lega la città alla sua patrona. “Una singolarissima figura di santa – dice – che ha dedicato la sua vita a Viterbo, una figura esile ma al tempo stesso fortissima. Si vede che questo è il fattore di massima unità, di maggiore senso di appartenenza per la cittadinanza. Per capire questo evento è indispensabile conoscere la storia e la leggenda di questa ragazzina straordinaria che tanto si è spesa per Viterbo”.

 

“Solo essendo presenti all’appuntamento – continua - si può godere del rapporto di popolo con Santa Rosa, delle persone che pur di garantirsi un posto arrivano ore prima, testimonianza di una partecipazione e di un entusiasmo che è difficile trovare in Italia e che mi hanno colpito molto. La dimensione duplice di vederla dal basso, mentre sfiora le persone, e dall’alto, mentre sovrasta le vie, sapendo tutto l’impegno dei Facchini che la trasportano, regale un’emozione straordinaria”.

 

“Per Viterbo – conclude – una grande risorsa anche per la tenuta civile e politica della città. Non deve stupire che la manifestazione non sempre riesca ad avere la giusta eco a livello nazionale: per loro natura, questi eventi fanno fatica a oltrepassare i loro confini, ma ciò ne conserva il carattere autentico, non lo banalizza. La conclusione è che, misteriosamente, la religiosità profonda di tipo popolare, quella più immediata, finisce per interpellare emotivamente tutti quanti”.

 

Nuccio Fava ha lavorato per trentatrè anni in Rai, assumendo anche gli incarichi di direttore dei Servizi parlamentari e delle Tribune politiche, del Tg3 e del Tgr, la testata giornalistica regionale. E’ stato anche responsabile della programmazione della RAI per il Giubileo del 2000. Gli sono stati assegnati numerosi riconoscimenti giornalistici, tra cui il Premio Saint Vincent. E’ autore di diversi libri, tra i quali “Politica e giornalismo” e “Università in crisi”.

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