Egregio Direttore

Nei giorni scorsi le pagine locali dei quotidiani hanno dato notizia di quanto accaduto al Centro Diurno di Villa San Giovanni in Tuscia.
Vorrei  aggiungere qualche riflessione, a quanto è già stato scritto, su una vicenda veramente brutta sia perché rivolta contro le persone anziane del Paese sia perché emblematica di un certo modo di interpretare il ruolo di “pubblico amministratore”.

Il Centro Diurno è stato istituito oltre 20 anni fa. Alla fine degli anni ’80 fu l’amministrazione comunale presieduta dal sindaco Angelo Rossi a deliberare la istituzione del Centro e ad acquistare i primi arredi. Fra il 1990 ed 2004, durante le tre successive amministrazioni da me guidate, il Centro trovò sede stabile nei ristrutturati locali comunali di piazza Savoia e fu dotato di uno Statuto e di un Regolamento di Funzionamento. Da ultimo, con l’amministrazione del sindaco Paolo Valeri, la sede è stata risistemata ed ampliata.

Nel corso degli anni il Centro, grazie all’operato del Comitato di Gestione ed alla piena collaborazione con il Comune, ha svolto un’importante funzione non soltanto come luogo di incontro quotidiano, ma anche come promotore di iniziative. Dai soggiorni estivi, marini e termali, alle gite, alle conferenze ed incontri su tematiche legate alla terza età. Per molti anni, e finché c’è stata richiesta, presso il Centro sono stati serviti pasti, preparati dalla mensa scolastica comunale; pasti che anziani soli potevano consumare in compagnia con gli altri. Insomma tantissime ed importanti iniziative che spinsero l’amministrazione comunale a chiedere, ed ottenere, un finanziamento straordinario dalla regione per ristrutturare ed ampliare i locali. Furono così aggiunte due sale e fu risistemato il cortile interno.

Durante gli anni di vita del Centro si sono succeduti diversi Comitati di Gestione, eletti direttamente dagli anziani. Ricordo, con grande affetto, tutti i vari componenti ed in particolare coloro che oggi non ci sono più come il primo presidente – Romano Fabbri – al quale poi il Centro è stato intitolato.
Nell’ottobre scorso, così come altri Centri della Provincia, anche quello di Villa San Giovanni in Tuscia si è trasformato in Associazione di Promozione Sociale assumendo la denominazione “Centro Sociale Anziani Romano Fabbri”. Nel mese di febbraio di quest’anno, poi, si sono svolte le elezioni, organizzate e gestite dal Comune, per il rinnovo del Comitato di Gestione. I candidati erano 11, i membri da eleggere 5. Dopo le elezioni, i nuovi eletti hanno provveduto, come da Statuto, a nominare il Presidente, il vice Presidente ed il Segretario.

Quanto è accaduto successivamente è stato ben ricordato dalla Presidente Anna Di Gregorio. Fin dal primo incontro del neo-eletto Comitato con l’attuale Sindaco ed alcuni amministratori di maggioranza sono sorti problemi. A “lor signori del Comune” non piaceva il risultato delle elezioni e quindi pretendevano che i non eletti venissero cooptati nel Comitato di Gestione, passando da 5 a 11, stravolgendo così i risultati delle elezioni.

A nulla sono servite le aperture e le disponibilità mostrate dal Comitato e dal Presidente Provinciale dell’ Associazione. Il Sindaco insisteva “ o fate entrare anche i non eletti, ed allora non ci sono problemi, oppure non firmo la convenzione e vi tolgo i locali”. E così è stato. Il Centro è stato “sfrattato” dai locali comunali con una lettera del Sindaco, il quale ora tende a fornire una “giustificazione penosa”: i locali servono per le scuole. Ma, come hanno già precisato gli anziani, “se veniva ampliato il Comitato, i locali del Centro non venivano toccati, quindi non servivano”. Tra l’altro, come ha osservato la Presidente Di Gregorio, quest’anno le nostre scuole, purtroppo, avranno un numero di classi inferiori allo scorso anno e quindi minori esigenze di locali. 


Rispetto a questa vicenda, come gruppo consiliare “Lista la Torre” abbiamo presentato una interrogazione al Sindaco, e l’abbiamo  inviata anche al Prefetto, al Presidente della Provincia, al Presidente Provinciale dell’ Associazione Centri Diurni, alla Regione Lazio. Intanto per sapere come mai, ad oggi, non sono stati girati al Comitato i fondi stanziati dalla Regione per i “Centri Anziani” nell’anno 2009, visto che esisteva un solo Centro e quindi ad esso spetta quel finanziamento.

E soprattutto: i locali comunali erano stati destinati al Centro Diurno con successive deliberazioni del Consiglio e della Giunta Comunale; i lavori di ristrutturazione erano stati realizzati con un finanziamento regionale finalizzato a sistemare locali da adibire a Centro Anziani, tutti gli arredi erano stai acquistati con fondi destinati agli anziani. Può il Sindaco con una sua lettera - che non cita alcun atto deliberativo dell’Ente - sfrattare gli anziani mandando la polizia municipale a farsi restituire le chiavi, e, intanto, far usare i locali ad associazioni considerate, al momento, “collaterali alla maggioranza”?  Questo lo accerteremo.

Quello che il Sindaco, certamente, non potrà fare con una lettera sarà cancellare decenni di attività sociale da parte di tanti concittadini, di tanti anziani, ai quali va la nostra solidarietà ed il nostro sostegno.
Voglio concludere con una proposta, indirizzata a tutti i concittadini, di qualsiasi età: l’Associazione è stata sfrattata e, per ora, non ha una sede; ebbene all’apertura del prossimo tesseramento iscriviamoci tutti (la cosa è possibile ai sensi dell’art. 6 dell’atto costitutivo), così che l’Associazione possa essere mantenuta in vita non soltanto per la sua storia, per quello che ha fatto fino ad oggi, ma anche e soprattutto per quello che potrà fare per gli anziani del Paese.
Domenico Faggiani
Capogruppo Consiliare Lista La Torre 

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