"Dobbiamo evitare di esporre l’intero Paese ai rischi di disastri ambientali". Queste le parole di Mikhail Gorbaciov, in risposta al recente tentativo da parte del presidente kazako Nararbajev di rispolverare il progetto russo che voleva deviare il corso dei fiumi siberiani.
"Verso la fine degli anni ’80 - dichiara Gorbaciov - sotto la giusta pressione dell’opinione pubblica nascente, avevo bloccato questi progetti faraonici di deviazione dei grandi fiumi siberiani. Oggi il contesto ambientale non è cambiato molto".

Il piano riproposto da Nararbajev era stato elaborato dagli scienziati russi già a partire dagli anni ’30 sotto il regime di Stalin, poi ripreso negli anni ’80 e fermato da Gorbaciov. E il leader kazako ora ci riprova, cogliendo l’occasione dell’incontro col presidente russo, Dmitri Medvedev, per la firma di una serie accordi di cooperazione. Sua l’ipotesi bizzarra secondo la quali i fiumi Ob, Enisej e Lena sfocerebbero inutilmente nell’Artico, mentre le terre del sud della Russia e dell’Asia Centrale potrebbero beneficiare di queste risorse idriche per risolvere i problemi di raccolto, diminuito a dismisura a causa della siccità di quest’estate.

"Il presidente kazako dimostra di avere una pessima conoscenza dei problemi ambientali e delle possibili soluzioni", dichiara Elio Pacilio, presidente di Green Cross Italia. "Sembra essere all’oscuro - prosegue Pacilio – delle cause dei processi di desertificazione accentuati dai cambiamenti climatici e vuole proporre uno scambio insostenibile acqua - energia fossile che non potrà che accentuare anche i potenziali conflitti legati all’utilizzo delle risorse idriche".
Anche la Literaturnaja Gazeta scriveva negli anni ’80 che “non si interferisce con la natura fino a questo punto”. E della stessa opinione sono ancora oggi i gruppi ambientalisti. Green Cross Italia appoggia il suo presidente fondatore Gorbaciov sostenendo che l’ipotesi di Nazarbaiev porterebbe a una vera e propria catastrofe ecologica.

"Bisogna convincere questi nuovi “apprendisti stregoni” - continua il presidente dell’ong - ad abbandonare queste idee pericolose per l’ambiente e per gli uomini, siano esse in Asia, Sudamerica o altrove. Sono necessarie una nuova Glasnost e una nuova Perestroika per l’ambiente globale".
"Ancora una volta – conclude Pacilio – la soluzione è nella cooperazione e nella collaborazione tra Paesi e cittadini".


Fonte: Green Cross Italia
anna.moccia@greencross.it
www.greencross.it

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