Alessandro Profumo dall'Unicredit al Pd? Che possa essere lui il 'papa straniero' invocato da Veltroni che dalla societa' civile arriva a guidare il centrosinistra alla presa di Palazzo Chigi? E' una eventualita' che non scalda i cuori dei deputati del Pd. Nel Transatlantico di Montecitorio impazza nei conciliaboli la vicenda delle dimissioni di 'mr Arrogance'. Sebbene gli onorevoli democratici scartino l'idea dell'ex banchiere come candidato a Palazzo Chigi, non negano che un futuro nel Pd per lui ci possa comunque essere. Magari, come ministro, sempre che si vincano le elezioni. Un avvicinamento, quello di Profumo al Partito democratico, che non sarebbe poi cosi' strano. Nel 2007 l'ex ad di Unicredit era in fila ai gazebo per votare alle primarie che incoronarono Veltroni. Era li' per sostenere la moglie, Sabina Ratti, candidata come capolista nella lista di Rosy Bindi e poi eletta nell'assemblea costituente.

Il capogruppo Pd in commissione Bilancio, Pier Paolo Baretta, dice che sara' "difficile" vederlo in politica, pero' "se e' libero un ministero per lui si trova". Baretta giudica il dibattito sulla Libia e le Fondazioni, tra le cause dell'addio di Profumo, "superficiale": e' piuttosto "la crisi che muta tutti gli equilibri, nella politica e nella Fiat cosi' come nel mondo della finanza".

Sulla stessa linea il collega Massimo Vannucci: "Profumo una risorsa per il Pd? Mah, secondo me se vinciamo le elezioni puo' fare il ministro". Piu' freddo Lino Duilio: "Dobbiamo finirla con questa storia dei papi stranieri, e' la politica che deve tornare a selezionare la classe dirigente. Tra l'altro noi abbiamo una attrazione fatale per le banche, piu' di una volta siamo andati in Banca d'Italia". Duilio cita Ciampi e Dini, "figure egregie, ma a mio parere Profumo e' un banchiere e restera' banchiere".

Chi proprio non lo vede e' Giulio Santagata, amico e collaboratore strettissimo dell'ultimo 'papa straniero', Romano Prodi. "Da noi il candidato premier lo scelgono gli elettori- dice l'ex ministro- il fatto poi che chi ha abbandonato con uno strappo la principale banca del paese possa mezz'ora dopo gia' essere candidato a fare il candidato, mi pare un po' difficile". Peraltro, aggiunge Santagata, "Profumo e' uno che ha cercato di tenere lontano la principale banca che era pubblica dalla politica. Che possa fare politica lui...".

Tra i deputati veltroniani si registra il sorriso di Marco Causi che preferisce non sbilanciarsi e un ironico Marco Minniti: "Profumo candidato premier? Certo, come no... anzi- aggiunge- scommetto che ora ci sara' chi dice che noi abbiamo promosso il documento dei 75, in combutta con il cda di Unicredit, perche' sapevamo che lui avrebbe mollato la banca...".

Infine, un particolare curioso. Profumo ha firmato con la moglie il 'Patto Generazionale', impegnandosi a sessant'anni a lasciare o a rifiutare ruoli di comando in politica e nell'economia a favore dei giovani. L'ex ad di Unicredit e' del '57, ha 53 anni, il che vuol dire che, se lo vorra', per decidere ha tempo fino al 2017.

Fonte: Agenzia Dire
www.dire.it

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