Ultime notizie sanità nella Tuscia, Montefiascone - Nonostante la pioggia, oggi centinaia di cittadini, molti sindaci e alcuni politici, hanno sfidato le intemperie ed hanno sfilato per le vie di Montefiascone per dire no e chiedere il ritiro del decreto polverini sulla sanità, noi c’eravamo e ci saremo sempre, dichiara Lino Rocchi della USB di Viterbo, una partecipazione discreta ma costante, per non lasciare spazio a strumentalizzazioni e per riaffermare in ogni sede pubblica che non si può giocare con la salute dei viterbesi.
Più volte abbiamo sostenuto che il piano di Rientro Sanitario non può e non deve penalizzare i cittadini, ora è chiaro anche ai più sprovveduti che qui non stiamo parlando dei bisogni e del diritto inalienabile alla salute, ma di uno “sporco” calcolo matematico in cui sono compresi anche i possibili consensi politici che derivano dalla maggior popolazione romana.
Noi non ci stiamo, prosegue Rocchi, 2800 posti letto tagliati, 24 ospedali chiusi, intere aree territoriali senza cure e assistenza, mobilità e licenziamenti di personale: questa è la sintesi della ricetta Polverini per la sanità laziale.
È il disastro sociale del Lazio, col solo scopo di smantellare il sistema sanitario pubblico e decretare, definitivamente, che la salute, nella nostra regione, non è più un diritto.
La Provincia di Viterbo, irrimediabilmente colpita a morte, vede ulteriormente ridimensionato il rapporto tra posti letto e popolazione, mentre a Roma persistono forti disomogeneità territoriali legate al potere dei primariati.
La Polverini usa il termine riconversione, il vero significato è tagliare qui e ora, ed integrazione sta per regalo ai privati,(tranne Viterbo, dove taglia anche ai privati), mentre la mobilità del personale si sta già traducendo nel licenziamento dei precari, (19 al S. Eugenio), con centinaia di contratti in scadenza entro l’anno che non verranno rinnovati, a Viterbo rischiano 130 (tra medici, psicologi, ecc.).
Senza contare le enormi ricadute di un simile Piano sul sistema di emergenza territoriale 118 che da anni versa in condizioni disastrose, con enormi carenze di personale e mezzi sul territorio, ed un numero di infortuni 3 volte più alto che nell’industria pesante che, in alcun modo è in grado di sostenere le maggiori richieste che proverranno dai cittadini il cui territorio è stato desertificato.
Noi non ci arrendiamo ed insieme ai cittadini, ai lavoratori, a tutte le forze politiche e sociali che vorranno difendere il nostro territorio gridiamo forte il nostro NO! E parteciperemo fianco a fianco a tutte le iniziative che ci saranno a cominciare dalla mobilitazione dei Sindaci al Palazzetto dello Sport, per proseguire con una forte azione sotto la Regione Lazio, (in casa della Presidente Polverini).
Non facciamo giri di parole, conclude Rocchi, noi chiediamo il ritiro dei decreti, l’apertura di un tavolo negoziale che veda coinvolti Cittadini, Sindacati, Lavoratori, Amministratori locali e regione, la stabilizzazione di tutti i precari/idonei della sanità, un serio piano di reinternalizzazione dei servizi, un secco No al blocco del Turn-over, ed un secco No alla sciagurata suddivisione del Lazio in macroaree.
È iniziato un caldo autunno di lotta, noi faremo la nostra parte!
RdB/USB VITERBO
Lino ROCCHI