VITERBO - ultime notizie Tuscia - “L’arte pittorica di Andrea Pazienza”. Questo il titolo dell’evento organizzato da saliceMENTE la rassegna culturale promossa dalla Libreria dei Salici di Viterbo al via venerdì 29 ottobre, alle ore 18.00, presso la Libreria dei Salici, in Via Cairoli 35, a Viterbo.
Nei locali della libreria sarà allestita un’esposizione di circa 20 stampe di Paz che potranno essere ammirate per una settimana e verranno accompagnate da un percorso critico relativo alle opere dell’artista ormai unanimemente riconosciuto come tra i più rivoluzionari fumettisti degli anni settanta e ottanta. Autore dello studio attraverso l’arte pittorica dell’autore sarà Puca Jeronimo Rojas Beccaglia, specializzato in storia dell'arte alla facoltà di Conservazione dei di Beni Culturali di Viterbo, che curerà anche l’incontro di venerdì dove si alterneranno alle proiezioni di interviste e filmati anche una conferenza e una relazione interattiva su un aspetto ancora poco esplorato della produzione del disegnatore bolognese.
Nato a San Benedetto del Tronto nel 1956 ma di origini pugliesi, Andrea Pazienza si trasferirà molto giovane, nel 1968, a Pescara per frequentare il liceo artistico e avviare la sua produzione artistica. Nasce in quel periodo l’amicizia con l’autore di fumetti Tanino Liberatore, produce i suoi primi fumetti ancora inediti, realizza una serie di dipinti e collabora, inoltre, col Laboratorio Comune d'Arte "Convergenze", che dal 1973 espone i suoi lavori in mostre sia collettive sia personali.
È però la stagione universitaria bolognese che permette a Paz di padroneggiare quel linguaggio, il fumetto, che gli permetterà di realizzare l’intima urgenza di comunicare la moltitudine di messaggi, di sensazioni, di vibrazioni che era. Sono di quel periodo personaggi come Penthotal, Zanardi, Francesco Stella, L'investigatore senza nome e Pertini comparsi su riviste queli Alter Alter, Cannibale e Frigidaire, nate dall’incontro con giovani artisti quali Filippo Scozzari, Stefano Tamburini, Massimo Mattioli e Tanino Liberatore con cui fonda nel 1977 la Primo Carnera Editore.
Lungi dal limitarsi alla produzione del fumetto, negli anni successivi diventa anche un insegnante affermato della stessa disciplina artistica, si esprime nei più diversi ambiti della grafica, firma manifesti cinematografici, videoclip, copertine di dischi e campagne pubblicitarie. Lavora anche per l'amato mondo del teatro, realizzando scenografie e ideando locandine. Il successo lo porta anche a esporre sue opere in gallerie d’arte di Bologna e Roma.
Gli ultimi anni della sua vita sono contrassegnati dal trasferimento a Montepulciano, nel 1984 e dal continuo affacciarsi dello spettro della droga da cui si disintossicherà periodicamente, continuando a lavorare per le più importanti riviste di fumetto italiane, come Linus e Comic Art, collaborando alla sceneggiatura del “Piccolo Diavolo” di Roberto Benigni e manifestando la sua crescente passione per la poesia e la storia con lavori quali Pompeo, Campofame e Astarte. Muore in circostanze mai del tutto chiarite nel 1988.
Simone Casavecchia