Civitavecchia, ultime notizie - E’ stato presentata dal Forum Ambientalista, dalle insegnanti e dai genitori dell’Asilo “Le Tate” e da svariati abitanti della zona limitrofa a via Terme di Traiano 69, a Civitavechia, formale atto di diffida alla ASL RMF, al Sindaco di Civitavecchia, e per conoscenza al Procuratore della Repubblica di Civitavecchia, al fine di “ disporre con urgenza, tramite ordinanza contingibile e urgente del Sindaco o altro idoneo provvedimento, la messa in sicurezza del sito di Via Terme di Traiano 69 nelle more dell’esecuzione delle opportune operazioni di bonifica”.
Tale diffida scaturisce dalla presa d’atto che dopo la demolizione della palazzina insistente nell’area, avvenuta il 13 u.s., e la successiva sospensione dei lavori per la possibile dispersione di fibre di amianto presente nella stessa, le macerie sono state lasciate all’aperto, all’azione delle intemperie, senza alcuna messa in sicurezza né del cantiere né dei materiali ivi accumulati con grave rischio di inquinamento ambientale .
Nella diffida i firmatari, estremamente preoccupati per la salute propria e dei propri figli, visto che peraltro nell’area limitrofa alla palazzina demolita insiste un asilo, chiedono di sapere se siano state attuate, prima di procedere alla demolizione, le misure di prevenzione previste dalla legge e chiaramente descritte nella sezione dedicata del portale internet della ASL RMF, e di sapere, qualora ciò non fosse avvenuto, come sembra evincersi dalla stampa, quali provvedimenti siano stati assunti.
Certo è che quanto da poco accaduto con la rimozione di parte delle macerie senza alcuna precauzione percepibile, per il tramite di una semplice ruspa, senza alcuna inertizzazione evidente dei materiali contenenti amianto, con enorme dispersione di polveri che ha costretto coloro che erano nelle aree limitrofe, primi fra tutti i bimbi dell’asilo, a chiudersi in casa, e con i lavoratori riparati da una sola, quanto inutile, mascherina bianca, ad esclusione di due con adeguato equipaggiamento, lascia perplessi, nonostante la presenza di alcuni funzionari ASL, di cui uno, peraltro, con l’idonea maschera di protezione, sulle reali misure di sicurezza poste in essere.
I firmatari della diffida, comunque, intendono andare a fondo della faccenda finché non ci saranno risposte chiare, disponibili, qualora si rendesse necessaria, a rivolgersi alle competenti sedi giudiziarie. Certo è che, in un paese dove vi sia trasparenza e corretto funzionamento delle istituzioni e degli organi di controllo, non ci sarebbe stato bisogno che i cittadini per vedere tutelata la propria salute si mobilitassero arrivando a rivolgersi alla Procura.
Ma d’altronde, e lo diciamo con la morte nel cuore, siamo a Civitavecchia!